
Negli hotel di Kigali, le nazionali stanno facendo le loro conferenze stampa e così anche la Francia, accompagnata dal cittì Thomas Voeckler, ha parlato soffermandosi molto sul giovane Paul Seixas, che potrebbe essere la rivelazione di questo Mondiale. Il giorno dopo il suo diciannovesimo compleanno, Paul Seixas ha festeggiato con una splendida medaglia d'argento nella staffetta mista, la sua prima nella categoria elite e, pensando alla corsa di domani, ha voluto fare il punto della situazione, per quella che sarà la gara più lunga della sua carriera, con oltre 260 km.
«È sicuramente un bel regalo vincere una medaglia per il mio compleanno. L'anno scorso l'ho fatto il giorno prima del mio compleanno. Quest'anno, il giorno giusto – La staffetta a squadre è stata vinta dall’Australia, mentre la Svizzera è arrivata terza dietro la Francia - È stata comunque molto dura e siamo andati vicini alla vittoria. Quindi, penso che possiamo essere contenti e consapevoli che possiamo tornare per vincere».
Domenica la formazione francese schiererà corridori esperti come Alaphilippe, Sivakov, Madouas, Bernard, e poi giovani Barré, Jegat, il filiforme Paret-Peintre e il giovanissimo Seixas: il ct Voeckler vuole essere cauto, considerando le difficoltà del percorso.
«Sarà sicuramente un'esperienza nuova per me. La gara più lunga che ho fatto quest'anno sono stati i Campionati francesi. Quindi, penso che Thomas ci spiegherà presto i nostri ruoli. Sono felice di essere qui e di aiutare la squadra e poi vedremo come andrà con questa distanza. Ma in ogni caso, sarà molto dura».
Paul Seixas è giovane, ma dovrà fare i conti con una gara lunga 260 Km, con il problema dell’altitudine e dell’umidità, fattori che sicuramente renderanno dura la corsa a molti corridori.
«Penso che le condizioni climatiche incideranno sicuramente. Sono arrivato martedì scorso, quindi mi sto adattando già da qualche giorno. Francamente, ho la sensazione che sto migliorando sempre di più con il passare dei giorni. Quindi, il clima e l’altitudine avranno sicuramente un impatto su tutti noi. Oltre al caldo, all'umidità e all'altitudine, ci sono inevitabilmente fattori più complicati da gestire rispetto all'Europa. Ma sono arrivato prima di altri e forse mi sono adattato un po' meglio e dopodiché, dipende anche dal fisico».
Per quanto riguarda la prova a cronometro il giovane francese è arrivato sedicesimo, un risultato questo un po’ deludente, considerando le doti che il francese ha già dimostrato.
«Speravo in un risultato migliore, ma penso che non sia stato solo il caldo, ma un po' tutti i fattori presenti quel giorno. E alla fine, guardando indietro, vediamo che è stato così per molti corridori. Le nostre prestazioni sono state un po' condizionate dalle condizioni climatiche, diciamo. E ovviamente, all'inizio, resti sorpreso, perché vedi che non riesci a mantenere il ritmo, è sempre un po' frustrante. Ma credo che le condizioni abbiano giocato un ruolo importante quel giorno: l'inquinamento, l'altitudine, l'umidità, il caldo, tutto si è combinato insieme, quindi ecco, cosa è successo. E credo che sia stato un po' così anche per tutti. Ma oramai è passato e voglio pensare solo alla gara di domenica».
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