
Doveva ancora compiere vent’anni Biniam Girmay, allora portacolori della francese Nippo Delko, quando partecipò al Tour du Rwanda. “Bini” non pensava che un giorno qui a Kigali ci sarebbero stati i Campionati del Mondo di ciclismo su strada ed invece ci siamo, con il 25enne di Asmara pronto a recitare il ruolo di faro per l’intero movimento continentale delle due ruote.
“Ho ricevuto una grande accoglienza e percepisco quanto l’evento di domenica sia sentito da tutti i miei connazionali e dagli africani nell’insieme. Per me è stato anche un tuffo nel passato, consapevole di quanto noi eritrei siamo una nazione priviegiata in termini di cultura ciclistica”.
Parla da leader, con chiarezza d’intenti che non nasconde in alcun modo la componente di un percorso durissimo e dunque non adatto a chi ha vestito la maglia verde sul podio di Nizza, nel 2024. Quel giorno in Costa Azzurra sembrava di essere ad Asmara. Richiesto di un parere sulle prospettive del ciclismo in Africa dopo i Mondiali, Girmay è lucido nell’orgogliosa risposta: “signori, abbiamo tutti due gambe e due braccia, aggiungiamo che non manca il talento e la forza e poi Kigali 2025 può essere fonte d’ispirazione per tanti, esattamente come avvenne per noi in Eritrea nel passato”.
Il pensiero corre inevitabilmente a quella storica maglia a pois vestita da Daniel Teklehaimanot al Tour de France 2015”. Già il valore dell’esempio fornito da parte dell’attuale coach della compagine under 23 del suo Paese. Girmay consegna ancora una testimonianza non banale: “ho compagni (Tesfatsion e Mulubrahan, nda) che sono stati assoluti protagonisti al Tour du Rwanda, motivo in più per metterci in mostra domenica prossima”.
Ammonendo sul problema della difficile ’accessibilità economica dell’acquisto di una bici per tanti giovani africani, Girmay sa quanto alberghi tradizione ciclistica e competitività in un Paese che anche quest’anno proprio qui a Kigali mise in mostra il 22enne Nahom Zeray, vincitore della penultima tappa con arrivo(manco a dirlo) in salita. Un ragazzo in maglia Ukyo, 20esimo alla MIlano-Torino vinta da Del Toro. Non è poco per chi rappresenta una Continental, ma certe prestazioni vengono osservate in Italia e in Europa?
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