
Va a Mattias Skjelmose la tappa regina dell’85° Tour de Luxembourg. Sfoderando un’ottima progressione nelle ultime centinaia di metri dell’impervia salita in lastricato verso il castello di Vianden, sede d’arrivo di una frazione da 311° metri di dislivello partita Mertert, il danese della Lidl-Trek ha avuto la meglio su Jordan Jegat (TotalEnergies) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates-XRG) conquistando così, complice la debacle nell’ultima parte di gara del leader Romain Gregoire (Groupama-FDJ), la vetta della classifica generale.
LA CORSA. Pronti-via e dopo pochi chilometri evadono dal gruppo Silvan Dillier (Alpecin – Deceuninck), Simon Guglielmi (Arkéa - B&B Hotels), Thomas Gagnichard (TotalEnergies), Ådne Holter (Uno-X-Mobility), Victor Papon, Henri-François Renard-Haquin (Wagner Bazin WB) e Joshua Gudnitz (Team ColoQuick) che, complice l’atteggiamento permissivo alle loro spalle, arrivano a toccare anche i sei minuti di vantaggio massimo. A questo punto, il plotone decide di mettersi al lavoro e, alzando il ritmo, in maniera lenta e progressiva comincia a riavvicinarsi.
Il margine dei battistrada è comunque ancora superiore ai due minuti quando costoro approcciano il primo dei tre giri del circuito finale comprendente la dura salita del Montée de Niklosbierg dove, al primo passaggio, Dillier, Papon e Gudnitz non riescono a tenere il passo di Guglielmi, Gagnichard, Holter e Renard-Haquin. A 50 chilometri dall’arrivo davanti resta quindi un quartetto con poco più di un minuto e mezzo di margine su un gruppo dal quale, in vista dello scollinamento, attacca Søren Kragh Andersen (Lidl – Trek). L’azione del danese viene seguita da altri 13 corridori (Davide Piganzoli della Polti-VisitMalta, Marco Brenner della Tudor, Urko Berrade e Diego Uriarte della Kern Pharma, Igor Arrieta, Rafal Makja e Pablo Torres dell’UAE Team Emirates-XRG, Tim Donnewirth della Groupama-FDJ, Oscar Chamberlain della Decathlon AG2R La Mondiale, Pepijn Reinderink della Soudal Quick-Step, Jasper Schoofs dell’Alpecin-Deceuninck e Keegan Swirbul della Efapel) che, collaborando, riescono a riassorbire Dillier e Papon lanciandosi poi con un minuto di vantaggio sul plotone in caccia dei quattro di testa.
Si arriva così in fretta alla seconda ascesa al Montée de Niklosbierg dove, mentre il primo gruppo inseguitore perde alcuni elementi, nel plotone maglia gialla l’accelerazione di Ben Healy mescola ancora le carte favorendo la fuoriuscita di un drappello di uomini (fra cui Marc Hirschi, Toms Skujins, Jordan Jegat, Brandon McNultu, Jhonathan Narvaez, Richard Carapaz, Mathys Rondel, Mattias Skjelmose, Aurelien Paret-Peintre e Nicolas Prodhomme ma non il leader Gregoire) che va in breve a ricongiungersi con i corridori evasi la tornata precedente. A 22 chilometri dall’arrivo Holter perde contatto dagli altri fuggitivi della prima ora sui quali l’UAE, trascinando tutti i contrattaccanti, riesce a chiudere nel corso della terza scalata al Montée de Niklosbierg. Sempre qui, mentre Gregoire prova vanamente a recuperare in solitaria il ritardo dagli uomini al comando, Majka mette alla frusta il gruppo di testa che rimane in cima con soli 9 elementi (Carapaz, Skjelmose, Brenner, Rondel, Jegat, McNulty, Skujins, Prodhome e appunto Majka) prima che, ai -10 dall’arrivo, rientrino Berrade, Hirschi e Narvaez. Ai -7 km quindi, approfittando della presenza di ben due compagni di squadra fra gli uomini al comando, Hirschi prova ad anticipare con un coraggioso allungo che però viene disinnescato ai 140 metri dalla linea per merito del lavoro di un immenso Majka prima e di McNulty poi. Così facendo, allo statunitense dell’UAE mancano sul più bello le energie per mettere la ciliegina sulla torta e finire il lavoro: Skjelmose, e dietro di un lui un arrembante Jegat, lo saltano infatti senza pietà nelle ultime tortuose decine di metri dove il danese, di forza, riesce a contenere lo spunto del transalpino tagliando il traguardo in prima posizione.
Per Skjelmose, al terzo trionfo stagionale (il quattordicesimo in carriera), arriva in dote anche la leadership della classifica generale dove, a causa dei 2’48” di ritardo incassati da Gregoire nei chilometri conclusivi, ora comanda con 4 secondi su Jegat, 8 secondi su McNulty e 12” su Hirschi, Brenner e Narvaez, tutti uomini che, tra la cronometro di domani e la vallonata frazione conclusiva, restano assolutamente in quota per portarsi a casa domenica la breve corsa a tappe lussemburghese.
ORDINE D’ARRIVO
1. Mattias Skjelmose (DAN/Lidl-Trek) - 4:05:07
2. Jordan Jegat (FRA/TotalEnergies) - s.t.
3. Brandon McNulty (USA/UAE Emirates-XRG) a 0:02
4. Jhonatan Narváez (ECU/UAE Emirates-XRG) a 0:02
5. Marco Brenner (GER/Tudor Pro Cycling) a 0:02
6. Marc Hirschi (SVI/Tudor Pro Cycling) a 0:06
7. Nicolas Prodhomme (FRA/Decathlon-AG2R) a 0:10
8. Toms Skujins (LET/Lidl-Trek) a 0:10
9. Richard Carapaz (ECU/EF Education-EasyPost) a 0:10
10. Mathys Rondel (FRA/Tudor Pro Cycling) a 0:13
CLASSIFICA GENERALE
1. Mattias Skjelmose (DAN/Lidl-Trek) - 11:34:29
2. Jordan Jegat (FRA/TotalEnergies) a 0:04
3. Brandon McNulty (USA/UAE Emirates-XRG) a 0:08
4. Marc Hirschi (SVI/Tudor Pro Cycling) a 0:12
5. Marco Brenner (GER/Tudor Pro Cycling) a 0:12
6. Jhonatan Narváez (ECU/UAE Emirates-XRG) a 0:12
7. Richard Carapaz (ECU/EF Education-EasyPost) a 0:20
8. Nicolas Prodhomme (FRA/Decathlon-AG2R) a 0:20
9. Toms Skujins (LET/Lidl-Trek) a 0:20
10. Mathys Rondel (FRA/Tudor Pro Cycling) a 0:23
LE ALTRE CLASSIFICHE
Classifica a punti: Andrea Vendrame (ITA/ Decathlon AG2R La Mondiale)
Classifica dei GPM: Mil Morang (LUX/Luxembourg)
Classifica di miglior giovane: Mattias Skjelmose (DAN/Lidl-Trek)