
Un anno fa pesava 80 kg e nessuno lo voleva, oggi vince tra i professionisti in maglia Petrolike. Josè Prieto domenica scorsa ha regalato al team messicano l'ottava perla stagionale al Gp Kranj in Slovenia, dimostrando che questa piccola Continental è il posto giusto per diamanti grezzi che i grandi team non prendono in considerazione.
In un ciclismo che corre sempre più veloce ed esige atleti pronti, Josè, come suo fratello gemello Antonio, campione panamericano U23 in linea e argento a cronometro, se non fosse stato per Marco Bellini non avrebbero avuto chance in Europa. Invece a 21 anni stanno facendo esperienza in un calendario internazionale di tutto rispetto e dimostrando il loro potenziale.
Come è possibile? Grazie al lavoro che insieme ai loro compagni stanno svolgendo con il preparatore Fabrizio Tacchino. «Dopo 4 anni alla Androni Giocattoli di Gianni Savio e Bellini in cui avevo sviluppato il Coach Team Assistant a supporto della squadra, che in quel periodo vinse ininterrottamente la Coppa Italia, quando Bellini mi ha chiamato ho subito accettato di rientrare nel mondo del ciclismo. Non solo perché conosco Marco dai tempi in cui correvamo insieme da ragazzini, anzi lui correva e io lo inseguivo, ma perché so come lavora. Gli allenatori che mi affiancavano all'epoca attualmente lavorano per la Nazionale pista, a dimostrazione che storicamente si tratta di un gruppo serio» ci racconta il tecnico piemontese che dal quadriennio di Parigi 2024 collabora con la Federazione Triathlon.
Tacchino sottopone i giovani messicani ingaggiati da Petrolike a fine 2024 a test fisici, tra loro ci sono i gemelli Prieto, che non riescono a finire le corse, ma valori alla mano si intuisce subito che hanno grandi margini di miglioramento e quindi vanno riconfermati. I numeri ci sono insieme a qualche chilo di troppo. «Erano eccessivamente pesanti così durante l'inverno abbiamo lavorato oltre che sulla forza e l'aspetto metabolico, con il nutrizionista Cristiano Caporali per fornire loro una cultura alimentare e farli arrivare alle prime gare a 72/74 kg. Questi ragazzi non hanno preconcetti e devono ancora scoprirsi, hanno voglia di arrivare, il professionismo gli sta cambiando la vita. Sia Chato che Tonio, così sono soprannominati Josè e Antonio, stanno prendendo consapevolezza gara dopo gara e man mano stanno dimostrando il loro valore» continua Tacchino.
Merito della strategia del Team Petrolike, che offre loro un calendario che all'80% è composto da corse a tappe internazionali di categoria .1 e ProSeries. «Corriamo tanto, anche perché devono imparare a correre. Usiamo la piattaforma Coaching Peeking utile per avere un riscontro da ciascun atleta su come sta e come è andato ciascun allenamento - conclude Tacchino. - Questa non è una squadra Continental come quelle a cui siamo abituati in Italia, la paragonerei a una Professional perché qui gli atleti si confrontano davvero con i professionisti, hanno una vetrina importante a loro disposizione e possono cogliere risultati che contano. Per i giovani anche di casa nostra che vogliono farsi notare è un'occasione d'oro».
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