
La domanda si ripete immutabile: Vingegaard correrà il mondiale? E la risposta certa ancora non c'è, anche se tutto lascia pensare che la bilancia penda verso il sì.
La risposta certa non l'ha pronunciata nemmeno il ct della nazionale danese, l'ex prof Michael Morkov, che ha parlato del mondiale in una intervista concessa al quotidiano Feltet: «Ovviamente costruirò la squadra attorno ai migliori scalatori del Paese. Jonas? Da oltre un anno dico che il percorso gli si addice. Ha già dimostrato in passato di essere molto bravo quando si pedala in quota, grazie alla sua costituzione fisica, e in Ruanda l'intera gara si svolge tra i 1.400 e i 1.765 metri. Ci sarà molta salita, il che rende la gara impegnativa. Penso che sia un buon percorso per Jonas: le salite sono brevi ma il dislivello finale sarà altissimo e 267 chilometri richiedono un fondo che lui ha».
Morkov non ha voluto fare alcun accenno ai colloqui che ha avuto nelle ultime settimane con Vingegaard, ma qualcosa trapela e si capisce che i due hanno parlato anche dell'avvicinamento al mondiale: «Se si corre la Vuelta, non c'è davvero tempo per allenarsi in quota prima di affrontare il mondiale (la corsa spagnola termina il 14 settembre, in Ruanda si corre il 28, ndr). Ma credo che la Vuelta possa essere una buona preparazione per i Mondiali e corridori come Jonas riescono ad adattarsi velocemente alle corse in quota».
Se Vingegaard alla fine dirà di sì, sarà per lui il debutto in un Campionato del Mondo professionisti, una rara opportunità di mettersi alla prova in una gara di un giorno, lontano dal suo consueto focus sui Grandi Giri. A proposito di corse in linea di grande livello, il curriculum di Vingegaard è piuttosto scarno e riporta come migliori risultati un 14° e un 16° posto a Il Lombardia. Ma il mondiale in Ruanda può rappresentare una grande occasione per invertire la rotta.
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