
Una storia da libro Cuore. Correre e vincere per lo zio deceduto non è mica una cosa che capita tutti i giorni. È accaduto giovedì sera a Francesco Vecchiutti, 20 anni, di Pozzuolo del Friuli (Udine) che gareggia per la Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino che si è aggiudicato in solitaria l’ottava Notturna Cochi Boni a San Donà di Piave.
Lo zio Giorgio, 57 anni, è morto martedì all’ospedale di Udine a causa di un tumore scoperto un mese fa. Inoperabile. “Io ero diretto a Livigno in ritiro con la squadra - racconta Francesco - e quando ho sentito che lo zio si è aggravato sono tornato subito a casa”.
Finito l’allenamento, Francesco andava sempre a trovare Giorgio all’ospedale di Udine. “Non pensavo si aggravasse così improvvisamente anche se sapevamo che non c’era niente da fare per la sua salute - afferma Francesco - lo andavo a trovare ogni giorno e trascorrevo un po’ di tempo con lui”.
Martedì sera Giorgio è deceduto. “Io volevo correre a San Donà e arrivare da solo”. Detto, fatto. Quando Alessandro Coden, direttore sportivo della squadra, ha saputo che ero a casa, mi ha invitato dadandare a correre. Non mi sembrava neanche vero. Nella corsa sono partito con la foto di mio zio nel taschino e ogni tanto la toccavo”. Fino all’epilogo della gara. “Ero in un drappello di quattro atleti - spiega Francesco - a tre giri dalla fine sono scattato e non mi è venuto a prendere più nessuno. Pedalavo, pedalavo per mio zio e non sentivo la fatica. Quando ho tagliato il traguardo avevo nella mano destra alzata la foto di Giorgio, ma, a parte la squadra, nessuno sapeva quello che stavo vivendo. Adesso questa vittoria la porterò nel cuore della mia vita e non solamente sportiva”.
Francesco Vecchiutti ha 20 anni compiuti il 25 maggio ed è nato a Tolmezzo. Suo padre si chiama Luigi, 56 anni, ed ha una ditta di arredamenti. Sua madre Paola, di origine cilena, fa l’odontoiatra. Il fratello si chiama Riccardo, 17 anni, in passato ha giocato a calcio.
Francesco guardava il Giro d’Italia con il nonno e da lì è nata la passione per il ciclismo. Ha cominciato a correre in bici nella categoria Esordienti con la Libertas Ceresetto dove ha fatto anche la categoria Allievi. È passato tra gli juniores con la società Tiepolo ed ha ottenuto la sua prima vittoria in provincia di Brescia. Nel frattempo si diploma al Liceo Scientifico di Udine e passa Under. “Praticamente lo scorso anno non ho quasi mai corso per malattia - racconta Francesco, sono passato con la Solme Olmo, la squadra dove era capitano Simone Buda - in questa stagione ho dovuto ricominciare daccapo con la Campana. Ho fatto il Giro Next Gen e sono un passista-scalatore che ama il caldo e prossimamente sarò impegnato martedì 5 agosto a Caselle di Sommacampagna e alle internazionali di Poggiana e Capodarco. Anche lì dovrò fare bene per mio zio. Voglio passare professionista”.
Il suo mito nel ciclismo è il norvegese Jonas Abrahamsen della Uno-X Mobility, vincitore in questo Tour de France della tappa di Tolosa. “Se non sfondo con il ciclismo ho già un’idea. Vado all’università e seguo la strada di mia madre” dice Francesco che ha già le idee chiare della sua vita”. Niente passioni, se non il ciclismo.
Un appello per Francesco: chiunque abbia una foto dell'arrivo della vittoria di Francesco lo faccia sapore.
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