
Come vi abbiamo raccontato la storia dello Swatt Club è nata da un blog, che oggi rivela i numeri del Campione d'Italia Filippo Conca.
Al mattino il peso del lecchese era intorno ai 76,5 kg e nei 228 km di corsa pedalati alla media di 43 km/h ha fatto registrare una potenza normalizzata di 325 watt. Un dato normale per un corridore del suo calibro, considerato anche che la corsa ha vissuto un momento di stallo dopo la prima parte, situazione che ha permesso alla fuga con Ginestra e Carollo di raggiungere quasi 5' di vantaggio.
Nell’ultima ora e mezza di gara, quando si è scatenata la vera bagarre, la sua potenza normalizzata è stata di 401 watt. Questa media è il risultato delle accelerate sulla salita di San Floriano, dove nella prima tornata per seguire l’attacco di Baroncini ha spinto 650 watt per un minuto e mezzo. Negli ultimi due giri del circuito i migliori rimasti in testa alla corsa hanno percorso lo strappo rimanendo sotto i tre minuti, e nell’ultima, quando si è decisa la gara ha spinto 575 watt per due minuti e mezzo.
La volata? Dieci secondi a 1300 watt. Questi i dati che il computerino del Campione d'Italia ha registrato in una giornata caldissima. Per appagare la curiosità degli appassionati Filippo mercoledì scorso ha svolto un test Vo2 Max facendo registrare un valore di 86.
Al di là dei numeri esposti dettagliatamente da solowattaggio.com, fondamentali nell'agonismo, è il cuore di Filippo Conca e i suoi compagni ad aver fatto la differenza nella sfida tricolore. La dedizione con cui si è preparato, l'abitudine ad allenarsi al caldo, l'obiettivo prefissato da mesi in un calendario per un "normale" professionista decisamente più affollato.
Lo spiega bene l'ex pro' con laurea in Scienze Motorie Giorgio Brambilla, che l'ha guidato in ammiraglia verso la maglia tricolore e che nell'ultima puntata del GCN Show ha pure messo a tacere chi già accusava Conca di non essere controllato dall'antidoping quanto i rivali con un contratto. Filippo, professionista fino alla scorsa stagione, è ancora nel sistema Adams della WADA, ha ancora il passaporto biologico (così come la maggior parte dei suoi compagni elite schierati al Campionato Italiano) e, ovviamente, domenica si è sottoposto al controllo antidoping previsto da prassi per il vincitore di una gara di questo livello.