
Quando vince un Girmay, questa volta si tratta di Mewael, in Eritrea è festa grande. Al fratellino di “Bini” è andato il titolo nazionale a cronometro della categoria under 23, arrivato nella stessa giornata in cui la prova contro il tempo degli elite veniva vinta da Amanuel Ghebreigzabahier (fresco di rinnovo contrattuale con Lidl Trek), mentre un altro eritreo trapiantato stabilmente in Italia, Henok Mulubrhan (XDS Astana Team), è giunto secondo.
A maggio, il “giovin” Girmay aveva colto una top ten, 8º, nell’ultima frazione del Tour of Japan, l’analoga ottava piazza al Sakai International Criterium e il quinto della classifica giovani al Tour de Kumano, sempre sulle strade nipponiche.
Ad Asmara, la capitale, Mewael Girmay ha regalato il bronzo alla sua Wanty-Nippo-Reuz, succursale giovanile della compagine World Tour dove gareggia il fratello Biniam.
E la maglia verde del Tour de France 2024? “Bini” è pronto ad infiammare i suoi sostenitori, la cui presenza si rivela sempre più affettuosa e coreografica nei confronti dell’emblema sportivo di una nazione a braccetto con le due ruote. “Ho iniziato a fare ciclismo tre anni orsono, sull’onda dell’esempio di mio fratello (che a sua volta aveva appreso i rudimenti dallo zio Meron Teshome Hagos)» aveva detto Mewael Girmay, oggi 20 enne, al suo trasferimento in Belgio, rimettendosi pienamente in sesto dopo una frattura alla clavicola.
Approdato alla Wanty-Nippo Reuz- Technord in compagnia del connazionale Aklilu Arefayne, il neo campione eritreo ha suscitato interesse per le doti di uomo veloce, adatto alle classiche. Qualità che ad Asmara, prima di approdare in Europa, erano balzate all’occhio di Rein Taaramäe, l’esperto lettone, entusiasta osservatore del ciclismo africano. Ci ha visto giusto.
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