
Getulio, che tutti chiamano Chiama e Rispondi, vuole acquistare una bici. E va da Torello Palmer, che tutti chiamano Brugola, che ha un negozio di bici e che fa anche il meccanico. “Vorrei quella là”, dice Chiama e Rispondi, e indica una bicicletta rossa con la sella nera e un manubrio che somiglia alle corna di un diavolo. “Non fa per te”, lo avverte Brugola. Ma Chiama e Rispondi insiste, paga, inforca la bicicletta e si lancia.
Comincia così una delle storie di “Il paese delle storie” (Società Editrice Fiorentina, 176 pagine, 15 euro), un libro scritto da Mauro Parrini, che per biciclette e ciclismo ha una passione speciale (“Pietro Chesi – il ciclista in camicia nera”, Mursia, 2014; “Dizionario raccontato della lingua del ciclismo”, Absolutely Free, 2018; “Pedali nella leggenda”, Mursia, 2020…). E almeno un paio di queste storie, nate in un paese che lentamente ha cominciato a perdere i suoi abitanti finché una storia di passaggio ha deciso di rimanere lì, sono rotonde e volanti.
Chiama e Rispondi, sicurissimo di sé, “chino sul manubrio, con il nasone a spartivento”, affronta salite e discese. Ma abbordando una curva viene sbalzato di sella. E capisce che quella bicicletta rossa fa le bizze. Tant’è vero che “non è arrivato a rimettere i piedi sulla strada che già vede la bicicletta rossa, in equilibrio sulle due ruote, che si allontana diritta diritta”. Ha ragione Brugola: quella bicicletta rossa non è come le altre. E’ appartenuta a un nobiluomo del paese ed è stata testimone della sua morte, lui con l’osso del collo spezzato, lei con le ruote all’aria, prima di finire nella bottega di Brugola.
“Dobbiamo trovarla, prima che commetta altri guai”, dice Brugola a Chiama e Rispondi. Alla caccia della bicicletta rossa si unisce Toni Capodaglio, verduraio, e Cinquanta per Cento, commerciante, quindi anche Dente o Ganascia che, strada facendo, l’ha avvistata e provato a catturarla. La bicicletta rossa fugge e si rintana in un castello diroccato. Cercata, inseguita, quasi bloccata, pur di evitare la prigionia la bicicletta rossa preferisce precipitare in un burrone. I cinque compari si affacciano nel vuoto, ma della bicicletta rossa non c’è traccia. Risuona però l’eco di una risata agghiacciante.
Viva o morta? Reale o fantasma? Che mistero, quello della bicicletta rossa. Perché “ancora oggi, nelle notti di luna piena, chi si trova a passare nello stradone che dal paese conduce al castello diroccato può vedere un’ombra pedalare all’impazzata…”.
Parrini vola nella fantasia. Il suo paese ha storie per tutti i lettori di tutte le età. E queste storie ci aiutano a respirare, ricordare, sognare, vivere e, in tempi così frettolosi, così smemorati, così aridi, così ingrati, ci aiutano anche a sopravvivere e sorridere.
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