
Di corridori provenienti dall’Irlanda del Nord, nella storia del ciclismo, se ne contano pochissimi, praticamente nessuno. Il primo degno di nota potrebbe essere Seth Dunwoody, che oggi ha vinto a Salsomaggiore Terme la Tappa 4 del Giro Next Gen 2025, regolando un drappello di 9 attaccanti in una volata ristretta.
«Sapevo che avremmo ripreso i due attaccanti (Masciarelli e Basset, ndr), semplicemente perché stavamo andando fortissimo, avrebbero dovuto avere i diamanti nelle gambe per resistere - ha detto il vincitore -. Ero molto fiducioso in vista della volata, ma ero anche molto nervoso, perché al primo anno nella categoria essere lì a giocarmi una vittoria al Next Gen è qualcosa di grandioso. L’unico obiettivo che avevamo oggi era portare Omrzel sano e salvo all’arrivo, ma questa mattina Jakob mi aveva spronato a provare ad andare in fuga e ci sono riuscito».
Ragazzone di 192 centimetri, viene da Hamiltonsbawn, e in Nazionale ha scelto di correre con l’Irlanda (chi viene dall’Irlanda del Nord può scegliere tra Regno Unito e Irlanda). Quando il Giro d’Italia dei grandi partì da Belfast, nel 2014, era un bambino delle elementari: «Avevo 8 anni quando il Giro arrivò in Irlanda del Nord, la terza tappa partì addirittura da Armagh, a pochi chilometri da casa mia. Non ricordo molto, solo che chiesi una foto a Ben Swift e la tappa la vinse Marcel Kittel, uno dei miei corridori preferiti, che da giovane aveva caratteristiche simili alle mie».
Visto il talento - è un classe 2006, al primo anno nella categoria - Dunwoody sembra essere sulla buona strada per arrivare, in un futuro non troppo lontano, a correre il Giro dei grandi. «Ho iniziato ad andare in bicicletta guardando quel signore lì, mio padre Glenn». Suo papà, che orgogliosissimo ascolta l’intervista, è infatti venuto in questi primi giorni di gara a spalleggiare il figlio e oggi era l’ultimo giorno prima di tornare a casa. Tempismo perfetto. «Io ero solamente un amatore, quando mi hanno detto che per andare più avrei dovuto fare una dieta e smettere di bere ho lasciato tutto» ha detto Glenn ridendo.
«A 12 anni ho ricevuto la mia prima bici da corsa ma all’inizio non pensavo di poter arrivare a questi livelli - prosegue Seth -. Poi è arrivata l’era di Chris Froome e Geraint Thomas, guardarli in TV mi galvanizzava, e allora ho provato ad impegnarmi fino in fondo, sperando di correre un giorno corse come il Giro e il Tour».
Dunwoody ha tutte le caratteristiche, fisiche e atletiche, per diventare un apprezzato passistone: «Sinceramente non so neanch’io che tipo di corridore sono. In volata me la cavo, però riesco anche ad inserirmi in qualche piccola fuga come oggi, e sto lavorando molto anche a cronometro. Potrei rispecchiarmi un po’ in un corridore come Ganna, potente, di gran passo, anche se a crono devo lavorare parecchio, non ci sono naturalmente predisposto, ma è uno sforzo che mi piace. Corsa dei sogni? La Parigi-Roubaix».
Nei prossimi giorni, però, tornerà a fare il lavoro per cui era stato convocato in questo Giro Next Gen, quello a supporto di Jakob Omrzel. «Credo proprio che Jakob abbia le gambe per provare a vincere la Maglia Rosa».
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