
Se al Giro d'Italia appena concluso abbiamo applaudito solo una vittoria di tappa italiana (Christian Scaroni nello splendido arrivo in parata con Lorenzo Fortunato a San Valentino Brentonico), all'imminente Giro Next Gen speriamo di poter ammirare qualche lampo tricolore in più. Tra gli azzurri più attesi c'è senz'altro Lorenzo Mark Finn, campione del mondo junior un anno fa, e capitano dell'ambizioso Red Bull BORA hansgrohe Rookies.
Il 18enne di Genova sta preparando la corsa rosa in programma dal 15 al 22 giugno ad Andorra, in un training camp di tre settimane (si concluderà domenica prossima), sotto la supervisione di John Wakefield, Direttore dello Sviluppo e Performance Coach del Red Bull BORA hansgrohe Cycling Team, che ha scommesso su questo talento azzurro che ha tutte le carte in regola per ambire un giorno a vestire la maglia rosa dei grandi.
Lorenzo, non hai mai disputato una corsa di 8 giorni, ti senti pronto?
«Sì, abbiamo lavorato bene e non ho alcuna pressione addosso. Risolto l'infortunio alla clavicola, con la squadra ci siamo concentrati su questo grande obiettivo. Non vedo l'ora. Al mio fianco avrò compagni esperti e uno staff che ci supporterà al 100% come sta già facendo ottimamente in questa fase di preparazione. Io cercherò di fare del mio meglio. L'obiettivo è come sempre di mettermi alla prova e di migliorarmi. Questo primo grande giro (quest'estate correrà anche il Tour de l'Avenir con la Nazionale Italiana, ndr) rappresenta un altro tassello importante nella mia crescita».
Hai studiato il percorso?
«Lo conosco, si snoda tra Lombardia, Emilia e Piemonte, quindi non lontano da casa. Mamma Chiara, papà Peter, la famiglia in generale e gli amici verranno a vedermi. Si parte con una cronometro, ho usato la bici specifica solo in questo ultimo ritiro e sarà la prima volta quest'anno in gara, ma è di soli 8 km quindi non credo inciderà troppo. Per quanto riguarda la classifica generale la differenza verrà fatta nelle due frazioni più dure, la terza con arrivo a Passo del Maniva e la settima che si conclude a Prato Nevoso, ma occhi aperti anche sull'ultima a Pinerolo. Personalmente preferisco le giornate con più salite che quello con una scalata sola».
Con quali ambizioni ti presenti al via?
«Ci arrivo con una buona condizione, vedremo la strada cosa ci dirà... Se arrivano i risultati sperati bene, altrimenti in squadra abbiamo tante carte da giocarci. La maglia iridata vinta un anno fa non la porto indosso e appartiene a una categoria passata, tra gli Under 23 per me è tutto nuovo e questo Giro Next Gen sarà la corsa più lunga che io abbia mai disputato. So che tutti in Italia aspettano “il nuovo Nibali” per i grandi giri ma è decisamente presto pensare a me in questo senso. Ho ancora tanto lavoro da fare e nessuna fretta».
Al Giro dei pro' il Team Red Bull non è stato molto fortunato, Hindley e Roglic sono finiti a terra e stati costretti al ritiro. Magari voi fratellini minori potrete farvi valere di più.
«Ovviamente spero in un'altra sorte per noi. Vincere la maglia rosa o quella gialla è il sogno di ogni bambino, io ho iniziato a pedalare guardando il Tour de France e per le caratteristiche che mi contraddistinguono la squadra vede in me un potenziale corridore da grandi giri, ma a me piacciono anche le corse di un giorno, le Classiche, in particolare le Ardenne».
Alla fine del Giro Next Gen sarai felice se...
«Sarò comunque felice perché alla fine ci sarà la mia fidanzata ad aspettarmi al traguardo (sorride, ndr). Ora come ora è difficile dire se sarò in grado di vincere una tappa o la classifica generale, sarò soddisfatto se avrò dato il massimo, evitando infortuni e malattie. Diciamo che l'obiettivo realistico che mi posso porre è di meritarmi i fiori da regalare a Fabiana. Quelli se arrivi ultimo non te li danno...».
foto ©Flavio Moretti / Red Bull BORA hansgrohe Rookies