
Mads PEDERSEN. 10 e lode. Quel che dice fa, e fa tanto. Nel senso che non è qui a fare il turista dopo una primavera di livello assoluto. Non è qui a spendere le ultime energie rimaste. È qui per onorare la “corsa rosa”, per far vedere di che pasta è fatto, anche se tutti noi ormai l’abbiamo bene in mente. Fa una volata di testa, perché questo si era messo in mente. Certo, il manuale del buon velocista dice che è meglio proteggere un lato, mai scegliere la via centrale. Lui la sceglie, perché è forte. Maledettamente forte, e quando parte difficilmente lo vai a riprendere. In compenso, lui, si riprende la rosa. E in questo momento è la rosa più bella.
Corbin STRONG. 8. Il 25enne neozelandese prova a rispondere alla micidiale progressione di Mads Pedersen e il fatto stesso di provarci è un grandissimo merito, il fatto di averlo affiancato anche, l’aver perso non è chiaramente un disonore: è solo un buon motivo per riprovarci.
Orluis AULAR. 7. Il 28enne venezuelano della Movistar si ributta nella mischia e si porta in albergo un altro terzo posto. Danza in gruppo, scegliendo ruote e scie. Sa immaginare linee e sa anche disegnarle, ma davanti a sé, per il momento, ha ancora troppo traffico.
Brandon RIVERA. 7. Il 29enne colombiano di Ineos mi fa pensare a Gianni Savio, che sarebbe stato contento di vedere questo ragazzo là davanti. Si butta, Brandon. E lo fa al meglio.
Edoardo ZAMBANINI. 6,5. È il primo delle “frecce tricolori”. Il 24enne del Bahrain Victourius si getta nella mischia, ma viene risucchiato da quella muta di predatori che ha alle spalle. Porta a casa un piazzamento nei dieci, che fa morale.
Filippo FIORELLI. 6,5. Potrebbe essere aiutato da Marcellusi, che viene declassato dalla giuria per scorrettezze, ma è meglio che faccia da solo: lontano da pericoli, non lontanissimo dai primi.
Christian SCARONI. 6,5. È un lottatore e lui lotta: sempre.
Davide DE PRETTO. 6,5. È uno dei ragazzi della nostra giovin Italia che io attendo di più. Ha 23 anni, ha la stoffa del corridore, la testa di chi può diventare qualcosa e qualcuno. Questo Giro ci dirà molto di lui.
Mathias VACEK. 8. Tira la volata a Mads Pedersen e per il danese c’è solo da rifinire ciò che è già bello.
Giulio CICCONE. 8. Corre spensierato, pensando a fare bene, a fare quello che gli piace. Il Cicco pilota Pedersen dai 2 km ai 600 metri, fa un lavoro egregio, con la semplicità di chi è in stato di grazia e sa che certe cose le può fare.
Primoz ROGLIC. 8. Dice prima del via: «Indossare la maglia rosa è sempre un piacere un onore. Oggi l'obiettivo della squadra non è vincere la tappa, ma certamente staremo attenti a quello che succederà». Succede che perde la maglia, ma va sulle spalle di quello giusto, con la squadra giusta: vecchia volpe, Primoz…
Juan AYUSO. 6. Nel tratto di trasferimento, prima buca e poi deve cambiare la radio: insomma, per il catalano, il Giro non gira ancora benissimo. Mi affido ancora all’umorismo di Marcello Marchesi: «Dio, dammi un assegno della tua presenza!».
Lorenzo FORTUNATO. 7. Tappa all’attacco, che gli frutta la maglia azzurra della classifica degli scalatori. Per il 29enne corridore della XDS Astana Team è più che un buon inizio.
Lorenzo GERMANI. 6,5. Il ragazzo della Groupama – FDJ anima l’ultima gioranata albanese andando all’attacco con la maglia rosa Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team) e Chris Hamilton (Team Picnic PostNL). Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta). Tappa all’attacco, prima dello stacco.