GATTI & MISFATTI. DAL TAPPONE AL TAPPINO, ODISSEA NELLO STRAZIO

GIRO D'ITALIA | 21/05/2024 | 16:20
di Cristiano Gatti

Come Tuttobiciweb racconta da due giorni, minuto per minuto, è un delirio annunciato. Lo sanno tutti che mettere certe altitudini a maggio comporta seri rischi. E lo sanno tutti che a Livigno, per il secondo tappone, è annunciato meteo invernale. Eppure.


Eppure il Giro ricade come un pollo, poveraccio lui che non c'entra nulla, dentro al calderone del caos e dell'improvvisazione. E' una commedia all'italiana che conosciamo già a memoria, ogni anno la stessa trama e gli stessi attori, ma non c'è verso di evitarla. E dire che questa indimenticabile (dimenticabilissima) giornata si era aperta alla vigilia con le dichiarazioni roboanti del grande capo Paolo Bellino (voto 3), sentito pronunciare in sala stampa nel giorno di riposo queste solenni parole: “Finchè ci sono io, mai più giornate come l'anno scorso a Crans Montana. A costo di arrivare a Roma in dieci...”.


Appunto. Arriva l'alba, arriva il raduno, e la luce rivela lo stesso presepe surreale. Si parte, no non si parte, si parte ma non da qui. Riunioni, consultazioni, trattative. A un certo punto tutti concordano sul fatto che fare lo Stelvio, deviando verso il Passo Umbrail, non è possibile. Si passa dal tunnel svizzero. Sì, però ripartiamo da Prato allo Stelvio. Va bene, facciamo così, è un aborto di tappone, è un tappino insulso, però salviamo il salvabile.

C'è l'accordo tra il sindacato dei corridori (delegato mondiale Adam Hansen, voto 1) e l'organizzazione per salvare l'incasso di Livigno: i corridori sfileranno per le vie del paese, quindi più avanti saliranno su pullman e ammiraglie per ripartire davvero a Prato. Si annuncia su comunicato ufficiale dai toni compiaciuti, tipo Trattato di Campoformio, che la conclusione della trattativa è sigillata con “una stretta di mano” (ah ah, buona questa, la migliore di giornata).

Infatti. Al momento di sfilare per Livigno, consentendo agli organizzatori (voto 2) di onorare il contratto e riscuotere il dovuto, i corridori non si presentano. Si barricano in auto e col cavolo che vanno a bagnarsi scopo selfie.

Subito toni indignati: i corridori hanno disatteso l'accordo, i corridori hanno tradito il loro stesso sindacalista. Resta inteso però che stavolta ai corridori nessuno riesce a dare torto, perchè gelarsi scopo defilé propagandistico, per poi risalire in macchina, è sostanzialmente una cretinata solenne. E l'accordo? Se la vedano quelli che l'hanno siglato. Improvvisamente, Hansen risulta rappresentativo quanto un Renzi qualunque.

Intanto, il caos prosegue. Noi di Tuttobiciweb, andati avanti per dare un'occhiata dal vivo alla situazione, veniamo bloccati ai piedi dello Stelvio, con tanto di sbarra per traverso. Dietro, una lunga teoria di mezzi. E' il momento di gloria di una vigilessa locale e dei carabinieri di leva, concordi nel rispondere sempre allo stesso modo: “Sono gli ordini, bisogna chiudere, problemi di sicurezza”. A nulla serve chiedere come mai cinque minuti prima abbiano fatto salire da lì l'intera carovana pubblicitaria: o sono criminali assassini, o la situazione è ormai allo svacco totale.

L'organizzazione non ne sa nulla, l'avvertiamo noi: come hanno chiuso, ma no, aspettate un attimo, adesso vediamo. Emerge l'Italia e l'Italia del Giro purtroppo dominanti, negli ultimi anni: nessun coordinamento, la mano sinistra non sa cosa fa la destra, tutti giocano allo scaricabarile, e la vigilessa si ritrova in mano il destino della corsa.

Non è un problema per noi: mentre i corridori passano dalla Svizzera e vanno alla partenza di Prato allo Stelvio, anzi no, a un certo punto un comunicato annuncia la partenza da Lasa (nessuno sa dove sia, febbrili ricerche su Google Maps), mentre impazza il si salvi chi può, noi dobbiamo fare retromarcia e raggiungere Santa Cristina attraverso un simpatico itinerario improvvisato, Aprica-Tonale-ValdiNon, Trento, eccetera). Problemi nostri, se i giornalisti soffrono qui sono solo contenti. E ce li grattiamo senza frignare.

Piuttosto e purtroppo, resta in piedi il delirio di una giornata penosa (voto 0), clamorosamente penosa. Il problema serio, vero, rispettabile del maltempo risulta ancora una volta gestito nel solito modo, tra carlona e viva il parroco. Su tutto, troneggia l'unico commento che a me sembra serio e logico, enunciato da un Petacchi finalmente opinionista vero (voto 10):Quando si scelgono certe tappe in maggio, bisogna pensare subito anche al percorso B. Non ha senso improvvisare ogni volta...”.

Anche su questa giornata fetente, comunque, cala la sera. Come su tutte le giornate di questo mondo, quelle belle e quelle brutte. Alla fine, a me resta una sola consolazione: per fortuna, togli o aggiungi, taglia e cuci, in questo Giro non cambia niente. Pogacar l'ha già talmente stravinto da annullare qualsiasi effetto deleterio. E' troppo forte. Più forte anche degli impiastri.

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COMMENTI
Previsione
21 maggio 2024 17:37 italia
Oggi il "Processo alla tappa" fara' il botto di audiense

la solita musica, che palle!
21 maggio 2024 17:46 AleC
ogni volta che - ed è NORMALISSIMO - al Giro ci sono temperature polari in alta montagna, ogni volta si scatena il machismo da divano. ogni maledettissima volta.
fino a quando non sposteranno avanti almeno di una settimana il Giro, avremo questi problemi. e se lo faremo, potranno comunque capitare. il ciclismo è outdoor e quindi è fatto di imprevisti, si corre già in situazioni molto critiche, ma ci sono limiti dettati dalla sicurezza, dalla decenza e dall'umanità.
se volete far vedere quanto siete machi, fatelo voi, nessuno ve lo proibisce, di scendere da un 2000 innevato

Caos
21 maggio 2024 17:50 andy48
Bene Gatti, sono d'accordo. Oggi abbiamo visto l'immagine dell'Italia: superficialita', improvvisazione, mancanza di organizzazione e disciplina. Il Paese e' questo: perche' il Giro d'Italia dovrebbe essere diverso?

X Gatti e Andy
21 maggio 2024 18:26 Cicorececconi
Avete le soluzioni voi. Fatevi avanti anziche' criticare sempre !

Concordo con Gatti
21 maggio 2024 18:46 The rider
Anche secondo il mio modesto parere, per le tappe alpine basterebbe preparare AD OTTOBRE un piano B. Caro AleC, nessuno pretende di ricreare un'altro Gavia '88, ma solo un poco più di Professionalità da parte di RCS.
Pontimau.

Figure pessime
21 maggio 2024 20:02 Bullet
La realtà è che il Giro d'Italia conta poco molto poco e non ci si fa problemi a lasciare il sindaco lì a fare la figura del fesso come se nulla fosse. Tra l'altro sindaco del paese dove il 90% dei corridori fanno almeno un ritiro.

Problemi logistici
21 maggio 2024 20:24 Diretur
Anche oggi abbiamo assistito al solito teatrino, al solito tam tam, e ci siamo ritrovati con poche idee, e anche molto confuse. Gli organizzatori dovevano prevedere un piano B già da ottobre e ieri, al di là del comunicato stampa, dovevano dare una deadline per prendere una decisione. Invece, come al solito, si cerca di accontentare tutti. L'idea della passerella è stata ridicola (checché ne dicano i giornalisti Rai) per un motivo molto semplice: i pullman sono partiti ieri sera da Livigno e oggi erano già in Val Gardena. I corridori avrebbero dovuto percorrere 12 km, prendere freddo e bagnarsi per poi cambiarsi in ammiraglia o nei minivan e fare un trasferimento di circa 2 ore in macchina, alla faccia della salvaguardia degli atleti.

e se lo spostassimo?
21 maggio 2024 21:22 rufus
Faccio una provocazione: nel Giro 2020 disputato in ottobre lo Stelvio venne regolarmente fatto dal versante di Trafoi per arrivare ai laghi di Cancano. Zero neve, zero problemi. E se la soluzione fosse di spostarlo a ottobre dopo la Vuelta, magari anticipata di una settimana?

Neve
21 maggio 2024 21:49 titanium79
C'e' sempre stato questo fattore X da considerare. Non e' certo la prima volta

Stelvio
21 maggio 2024 23:09 ivangms
Meglio sia andata così oggi perché mettere lo Stelvio a 170km dall’arrivo significa non avere rispetto di questo sport.

Livigno
22 maggio 2024 00:47 pickett
Siamo tutti d'accordo,mi pare,a giudicare assurdo il disegno originale di questa tappa,con lo Stelvio buttato lì a casaccio.Ma non posso credere che Vegni sia così incompetente da non essersene reso conto.Purtroppo,di Comuni ed enti locali disposti a sborsare le cifre richieste da RCS per ospitare arrivi e partenze di tappa ce ne sono pochi,probabilmente sempre di meno.Solo così si spiega la decisione di andare ad infognarsi a Livigno,a di arrivare a Sappada,con quella salitella ridicola che ormai conosciamo a memoria.

ivangms
22 maggio 2024 09:05 Buzz66
Condivido pienamente. Il commento migliore è arrivato per ultimo…lo Stelvio a 170 km dall’arrivo significa IGNORARE la storia del Giro

Ennesimo dejavù
22 maggio 2024 12:14 Leonk80
ci sarebbero tanto cose da dire, ma sono già state dette! quasi ogni anno.

Ivangms
22 maggio 2024 14:24 alerossi
Dire che lo stelvio ad inizio tappa non serviva a nulla significa non capire nulla di ciclismo. Andare a quelle quote significa pagare uno sforzo anche nel finale. Tiberi sopra 2000 è andato in crisi, ieri è stato uno dei migliori.

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