E’ il 2 giugno 1998, si corre la Asiago – Selva di Val Gardena, diciassettesima tappa del Giro d’Italia. Due scalatori italiani si giocano la vittoria di tappa in volata sulla salita di Selva: primo Giuseppe Guerini, bergamasco della Polti, secondo Marco Pantani in maglia verde da leader degli scalatori. Si classifica terzo il colombiano “Chepe” Gonzalez a 2’04”.
Guerini ottiene il suo primo successo di tappa nella storia del Giro in una giornata storica. Infatti il Pirata Pantani a Selva indossa per la prima volta in carriera la maglia rosa. Lo svizzero di lingua tedesca Alex Zulle, leader alla partenza da Asiago, arriva in ritardo a Selva di Val Gardena. Guerini, classe 1970, firma l’impresa che gli consente di salire al terzo posto in classifica generale che non mollerà più.
Era il Giro numero 81 della storia e prese il via da Nizza, in Costa Azzurra, con un cronoprologo di 7 chilometri dominato da Zulle, capitano del team Festina ed etichettato despota di quell’edizione. La vittoria di Zulle nella quindicesima tappa, la cronometro di 40 chilometri a Trieste (31 maggio), con Pantani, Guerini e gli altri scalatori nettamente taccati sembrava una sentenza.
La maglia rosa era sulle spalle sempre più solide del corridore di Wil. Ma la tappa del 2 giugno (data all’epoca non riconosciuta come Festa della Repubblica) ribaltò tutto. La Asiago-Selva di Val Gardena si svolse in una giornata bellissima.
“C’era un pubblico pazzesco fin dalla mattinata, fuori dall’hotel – racconta Guerini, che quell’anno aveva vinto l’ultima tappa della Settimana Bergamasca, da Cambiago a San Pellegrino – pur essendo di martedì, giorno infrasettimanale”.
All’inizio di quel Giro la Polti del manager Gianluigi Stanga aveva due capitani designati: Davide Rebellin e Luc Leblanc. “Io – sottolinea Beppe “Turbo” Guerini, classe 1970, cittadino di Vertova – guadagnai sul campo il ruolo di punta per la classifica generale”. Prima di ogni Giro i corridori stilano i loro piani di battaglia. “Avevo segnato col pennarello fluorescente le tappe di Selva Val Gardena e Plan Montecampione. Però alla partenza della tappa con Marmoalda, salita di Passo Gardena e arrivo a Selva non avevo pianificato una strategia”.
A rompere gli indugi fu il Pirata di Cesenatico all’inizio della Marmolada. “Marco scattò deciso, alla sua maniera, e io lo seguii. Non stavo passivamente a ruota, qualche cambio lo davo. Sul drittone ripido Marco si accorse che Zulle era in difficoltà e aumentò il ritmo. La folla immensa ci dava una carica enorme. Di chilometri ne mancavano molti tuttavia importava poco a noi, pedalavamo con grande decisione, in perfetto accordo”.
Sui tornati di Passo Gardena il margine della coppia italiana su Zulle aumentò notevolmente. Guerini ebbe il merito di battere in volata Pantani per la vittoria di tappa. “Era l’anno d’oro di Marco, che con le sue imprese fece del bene al ciclismo”, ribadisce spesso Guerini. Il Giro 1998 fu quello del ritorno di Mamma Rai come rete ufficiale. “Nel giorno del mio successo a Selva – aggiunge Beppe – venne sfondato il muro dei 5 milioni di spettatori. Un risultato notevole, ottenuto di giorno infrasettimanale anche perché in quell’epoca le tappe terminavano presto, quando la maggior parte degli italiani erano ancora al lavoro”.
Pantani indossò la maglia rosa tra il tripudio generale e per Guerini ci fu altresì la gioia per la terza posizione in classifica generale. Pantani era maglia rosa con 30” sul russo Pavel Tonkov della Mapei-Bricobi, e Guerini era a 31”: una classifica cortissima. Il giorno dopo nella Selva Val Gardena – Alpe di Pampeago vinse Tonkov, secondo Pantani e Beppe Turbo perse più di un minuto dai due campioni. A Beppe andò meglio nella diciannovesima tappa , Cavalese – Plan Montecampione, quella del volo vittorioso e decisivo ai fini della classifica di Pantani vincitore di tappa con 57” su Tonkov. Terzò arrivo Guerini a 3’16”, blindando il piazzamento finale sul podio.
Il Giro finì domenica 7 maggio a Milano con la seguente classifica: 1° Pantani, 2° Tonkov a 1’33” e 3° Guerini a 6’51”. Il corridore di Vertova passa alla storia per le vittorie ottenute su traguardi d’autore. La più importante nel suo palmares è quella della tappa al Tour de France 1999, Sestriere – Alpe d’Huez 220,5 chilometri. Beppe nel ’99 era alla T-Mobile, squadrone sponsorizzato dai tedeschi, con Jan Ullrich come capitano. Guerini sceglie anche le date giuste per trionfare: la tappa della mitica Alpe d’Huez si svolse il 14 luglio. E’ l’anniversario della presa della Bastiglia e i francesi, si sa, sono molto nazionalisti.
“L’ Alpe d’Huez – fa notare il corridore di Vertova che ora lavora per il reparto corse della Bianchi – è il grande stadio del ciclismo, con una folla immensa anche per la festa nazionale del 14 luglio”. Alpe d’Huez cima del Tour e degli italiani: hanno vinto tappe Fausto Coppi (2), Gianni Bugno (2), Pantani (2), Roberto Conti (1) e appunto Beppe Turbo. “L’arrivo all’Alpe d’Huez – afferma l’orobico Beppe con una punta d’orgoglio – è il Campionato del Mondo degli scalatori”. Nella carriera professionistica Guerini ha ottenuto 10 vittorie (comprese 2 cronosquadre), tra le quali la tappa di Le Puy en Velay del Tour de France 2005.