MATTEO BIANCHI E UN TITOLO CHE FA LA STORIA

INTERVISTA | 25/02/2024 | 08:10
di Carlo Malvestio

Per lungo tempo Matteo Bian­chi ha dovuto sgomitare, reclamare spazio e attenzioni da chi era sopra di lui. Da autodidatta ha provato a costruirsi una carriera nel settore più abbandonato del ciclismo italiano, la velocità su pista. Poi a livello federale qualcosa è cambiato negli ultimi due anni: Ivan Quaranta è stato scelto come punto di riferimento delle discipline veloci, ha dato ordine e organizzazione, e in tempi piuttosto rapidi sono arrivati i primi risultati a livello giovanile. Lo stesso Bianchi sia nel 2022 che nel 2023 si è laureato campione europeo U23 nel KM da fermo e nel Keirin; mancava il grande risultato tra gli élite, che è arrivato ad Apeldoorn.


Il bolzanino di Laives, classe 2001, tesserato col Centro Sportivo dell’Eser­ci­to e la MBH Bank Colpack Ballan CSB, si è infatti imposto nella disciplina che più si adatta alle sue caratteristiche, il KM da fermo, del quale detiene il record italiano fatto segnare due anni fa, in 59”661, quando è stato il primo azzurro ad abbattere il muro del minuto. Ci era già andato vicino nel 2022, prendendosi l’argento a Monaco, ma stavolta è riuscito a superarsi, centrando il risultato più prestigioso della sua giovane carriera e cominciando alla grande il suo 2024.


Matteo, la prima maglia di campione eu­ropeo tra gli élite non si scorda mai.
«La felicità ovviamente è tanta, ma siamo in un periodo dell’anno in cui gli appuntamenti si susseguono e di obiettivi ce ne sono ancora tanti. Siamo quin­di in una sorta di tunnel in cui è difficile rendersi conto di quel che si ottiene, perché dietro l’angolo abbiamo subito il prossimo appuntamento. A ca­sa ho avuto modo di celebrare un mi­nimo con famiglia e amici, ma spero di avere l’occasione per festeggiare a do­vere dopo il tris di appuntamenti di Nations Cup».

Eri partito con l’obiettivo medaglia d’oro?
«Sinceramente non me l’aspettavo, sa­pevo di poter puntare al podio ma non alla vittoria. Ho trovato degli avversari un po’ meno in forma rispetto a quanto mi potessi immaginare».

Sei riuscito a migliorare l’argento di Mo­naco 2022.
«È un risultato che va di pari passo con la crescita che sta avendo tutto il settore e in particolare il Team Sprint. I mi­glioramenti fatti con il terzetto mi han­no portato a crescere anche nel KM da fermo. E quindi è un risultato importante per me, ma anche per tutto il gruppo».

L’anno scorso ci dicevi che il grande cruccio del KM da fermo è riuscire a tenere costante la performance nelle due prove. Ti senti migliorato sotto questo aspetto?
«Se devo essere sincero non sono del tutto soddisfatto della mia seconda prova ad Apeldoorn. Pensavo di riuscire a fare un tempo migliore, invece sono calato più di quanto potessi attendermi. Poi, per fortuna, il tempo è ba­stato comunque per portarmi a casa l’Europeo ma in queste settimane stiamo analizzando tutti i vari dati per provare a capire come migliorare da quel punto di vista. È un po’ il tabù di questa disciplina, bisogna riuscire a trovare il modo e il bilanciamento per perdere meno tempo possibile nella seconda prova. Personalmente, credo di avere ancora margini di miglioramento».

Per anni hai fatto settore praticamente da solo. Arrivare sul tetto d’Europa ha premiato la tua caparbietà.
«Assolutamente sì, diciamo che sono quel­lo che ha dovuto sbatterci la testa per più tempo. Fortunatamente ne­gli ultimi tempi c’è stata una maggiore spinta federale che si è rivelata nella scel­ta di un grande tecnico come Ivan Qua­ranta, e allo stesso tem­po sono arrivati dei ragazzi giovani che hanno scelto di puntare su questa disciplina. A ciò si sono uniti an­che dei nuovi materiali, più performanti rispetto a quelli che avevamo in precedenza. Bi­sogna an­cora lavorare ma dei passi avanti sono stati fatti».

Avverti un maggiore interesse generale per le discipline veloci?
«Resta molto difficile riuscire a reclutare ragazzi, anche perché ora come ora il velodromo di Montichiari è aperto solo a noi della Nazionale e il tecnico deve studiarsi risultati e prestazioni non recentissimi, pescando anche dalla strada. Riuscire a centrare risultati di altissimo livello come stiamo facendo potrebbe invogliare qualche ragazzino a testarsi, ma è un qualcosa che abbiamo cominciato a fare da poco e ci vorrà del tempo. La Velocità ha sempre fatto fatica da questo punto di vista, stiamo crescendo ma il percorso per creare un bacino importante di atleti è ancora lungo».

Certo, è un peccato che il KM da fermo non sia disciplina olimpica…
«Eh sì, purtroppo è così. Se lo fosse non staremo qui a parlare di qualifica olimpica da conquistare, perché sarei già ampiamente qualificato. Per questo stiamo spingendo molto sul Team Sprint, perché è l’unica disciplina che potrebbe mandarci alle Olimpiadi. In un anno e mez­zo siamo passati da un tempo di 44 e mezzo ad un 43 basso, a conferma che i pas­si in avanti sono sta­ti importanti (ad Apeldoorn hanno fatto segnare il re­cord itali­ano in 43”497, ndr). E non bi­sogna dimenticare che siamo un grup­po giovanissimo, io sono classe 2001 e sono il più vecchio. Abbiamo i dati delle nostre prestazioni degli ultimi anni e il trend è costantemente in crescita. Non so quanto ci metteremo a raggiungere il nostro massimo livello, dipenderà dal­la progressione fisica di ognuno, ma sono sicuro che abbiamo tutte le carte in regola per entrare nella Top 4 del Team Sprint europeo».

A proposito di Olimpiadi, che possibilità di sono di vedervi a Parigi 2024?
«Dipenderà tutto dalle ultime tre prove di Nations Cup. L’Europeo purtroppo non dà molto in termini di punteggio quindi affrontiamo queste prossime tre gare e poi tireremo le somme».

Quindi cosa prevede il menù della tua stagione?
«Il primo appuntamento di Nations Cup sarà ad inizio febbraio, ad Ade­laide, in Australia, dopodiché ci sarà la rassegna di Hong Kong a metà marzo e poi Milton, in Canada, a metà aprile. Sa­ranno 3 mesi molto dispendiosi dal punto di vista fisico e mentale, ma ab­biamo uno staff che ci permetterà di alleggerire quanto più possibile la pressione e non farci pesare le lunghe trasferte. A quel punto faremo il punto sul discorso Parigi 2024 per capire se a luglio potremo competere anche noi. Nel caso andasse male, l’obiettivo si sposterà ad ottobre, quando ci sarà il Mondiale in Dani­mar­ca, che verrà probabilmente anticipato da qualche ap­puntamento internazionale di minor prestigio ma utile soprattutto per costruire la condizione».

Insomma, c’è ancora tanta carne al fuo­co…
«Navigo a vista, vorrei riuscire a tirare fuori il massimo da me stesso e dalla squadra in tutti i prossimi appuntamenti, a cominciare dalla Nations Cup. Intanto questa maglia mi ha dato un buon feedback sul lavoro che sto facendo e quindi consapevolezza nei miei mezzi. Il KM da fer­mo è spesso una sfida tra i terzi frazionisti dei vari Team Sprint e averla vinta mi dà grande carica. Riparto da qui».

da tuttoBICI di febbraio

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Sono passate poco più di ventiquattro ore dalla caduta di Elisa Balsamo e Sofia Bertizzolo sul rettilineo finale della prima tappa della Vuelta a Burgos Feminas e le terribili immagini – che non chiariscono totalmente la dinamica di ciò che...


Per Jonathan Milan sul traguardo di Cento è arrivata la terza vittoria al Giro d’Italia e il friulano, ancora una volta, ha condiviso la vittoria con i suoi compagni di squadra, che in modo impeccabile lo hanno pilotato verso il...


Jonathan MILAN. 10 e lode. Una volata alla Cipollini, un treno che ci riporta al futuro, ai quei tempi di SuperMario e Ale-Jet. Una vittoria netta e senza appello, ma giù il cappello davanti a questo Milan. Un Milan che...


Niente da segnalare sul fronte maglia rosa, se non che Teddy confessa candidamente quanto tutti – a parte i duri di cervice – avevano capito: corro poche crono, sfrutterò quella di domani per allenarmi nell'esercizio, in vista di quest'estate. Torno...


«Se io fossi un direttore sportivo o il team manager di Soudal e Alpecin stasera sarei incazzato come una bestia perché i loro corridori hanno fatto cose che non stanno né in cielo, né in terra». Oplà, Re Leone non...


  Gli atleti dell’ORLEN Nations Grand Prix sono partiti da Tvrdošín sotto un’incessante pioggia per arrivare in riva al Lago di Štrbské Pleso, dopo aver affrontato oltre 40 chilometri di salita. La volontà di tutte le squadre di piazzare un...


Imperioso, implacabile, potentissimo Jonathan Milan. Il gigante di Buja firma la sua tripletta personale al Giro d'Italia dominando la volata di Cento, sede d'arrivo della tredicesima tappa del Giro d'Italia. Sfruttando al meglio il perfetto il lavoro dei suoi compagni...


Il Team Felt-Felbermayr domina la quarta tappa del Tour of Hellas, la Karditsa - Karpenisi di 158 km. Ad imporsi è stato Riccardo Zoidl che ha staccato tutti gli avversari, precedendo di 34 secondi il compagno di squadra Herman Pernsteiner...


Ha avuto coraggio, non si è mai arreso e il fotofinish gli ha dato ragione: Warre Vangheluwe, (Soudal Quick-Step) ha vinto la quarta tappa della Quattro Giorni di Dunkerque anticipando di “un’unghia” il leader della corsa Sam Bennett (Decathlon AG2R...


Avevamo lasciato Riejanne Markus sul secondo gradino del podio della Vuelta Espana al fianco di Demi Vollering, la ritroviamo oggi a braccia alzate sul traguardo della Veenendaal Classic. La 29enne atleta olandese della Visma Lease a Bike si è imposta...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi