ADDIO A GIUSEPPE CASTELNOVI, L'AMMIRAGLIO CON IL CICLISMO E COPPI NEL CUORE

LUTTO | 24/11/2023 | 16:29
di Marco Pastonesi

Lo chiamavamo l’Ammiraglio. Perché sapeva come guidare, dirigere, condurre, sapeva come gestire, organizzare, allestire, sapeva come dare e tenere una rotta, sapeva anche come cambiarla, che fosse un galeone o una nave, nel suo caso una redazione. E’ vero che Franca, la moglie, lo chiamava Pepi. Ma era un nomignolo troppo intimo, troppo familiare. Piuttosto lo chiamavamo, più semplicemente, Castel.


Stamattina presto è morto Giuseppe Castelnovi. La famiglia del ciclismo e la grande famiglia del giornalismo sportivo non lo hanno conosciuto, o forse lo hanno dimenticato, e certamente lo hanno trascurato. Perché l’Ammiraglio era un caporedattore vecchia maniera, di quelli che abitano le redazioni, presidiano le pagine, controllano le tipografie, di quelli che disegnano gli spazi e designano gli autori e dettano i tempi, di quelli che non firmano mai però è come se li firmassero tutti, di quelli cui affideresti anche tuo figlio o tua nipote da portare all’asilo.


Aveva 91 anni, l’Ammiraglio, e aveva navigato per tanti anni alla “Gazzetta dello Sport” di Candido Cannavò. E di SuperCandido era l’uomo di fiducia assoluta. Numeri unici, pagine speciali, piccole enciclopedie, allegati e supplementi: ogni volta che c’era da approfondire, allargare, allungare, e anche incuriosire, divertire, svariare, diversificare, giocare, Cannavò incaricava Castelnovi. Lo fece anche per qualche suo libro. E preciso, e meticoloso, e puntuale, l’Ammiraglio aveva il diritto di richiamare il nostro vulcanico direttore a una correzione, a un perfezionamento, a una limatina. E davanti alla innata parsimonia verbale dell’Ammiraglio, perfino Cannavò si adeguava. Fra loro bastava uno sguardo.

Genovese (quasi, di Rossiglione) e genoano (da giovane, per anni, tutti i santi giorni, anche il lunedì quando erano di norma bagni e massaggi, aveva seguito il Grifone), umile e modesto in un mondo di primedonne, novecentesco nel suo artigianato e nel suo mestiere, l’Ammiraglio amava soprattutto il ciclismo. Durante il Giro d’Italia era il capo della redazione interna. Un giorno – avevamo ormai raggiunto lo zenith dell’amicizia – mi confidò che quando il capo del ciclismo inviato al Giro d’Italia, l’esuberante e spavaldo stakanovista Angelo Zomegnan, aveva dimostrato di voler dirigere le pagine anche da fuori, lui entrò sparato da Cannavò (facile: la porta era sempre aperta) e gli comunicò che, stando così le cose, avrebbe subito rinunciato. Cannavò intervenne immediatamente a gamba tesa e l’Ammiraglio riprese il comando delle operazioni.

In quelle tre-quattro settimane di Giro d’Italia, l’Ammiraglio si trasferiva dalla sala dei capiredattori (lui lo chiamava l’acquario) alla redazione del ciclismo con quei redattori (uno ereditato dal calcio, uno dai motori, uno dalle varie, uno dalle redazioni fuori Milano… più la grafica, di solito Simona Voghi: lui la chiamava affettuosamente Armata Brancaleone), e campava dalla riunione del mattino alla chiusura serale impostando e impastando, ordinando e programmando, curando e arricchendo, correggendo e titolando. L’unica concessione era il pranzo verso le due di pomeriggio, in mensa (lui la chiamava affettuosamente mangiatoia). E l’unico vezzo, si fa per dire, era un mezzo foglio di carta rosa piegato sotto il colletto della camicia, un po’ con funzione antisudore e un po’ come rituale taumaturgico.

All’Ammiraglio piacevano le storie prima che i quotidiani si aggrappassero alle storie per non naufragare, e piacevano le vignette prima che “la Repubblica” e il “Corriere della sera” le issassero in prima pagina, e piacevano i numeri prima che tutti gli altri li spacciassero come loro invenzione o intuizione o genialata, e piacevano i trafiletti e i boxini, i pallini e le rubriche prima che gli art director venissero considerati le archistar dell’impaginazione. E lo faceva da competente. Sapeva quello che gli altri scrivevano. E dove non arrivava la sua memoria storica, c’era il centrodocumentazione (lui lo chiamava l’archivio), di cui era uno dei massimi esploratori ed esperti, tant’è vero che prima lassù (in una soffitta) e poi laggiù (in uno scantinato) era venerato per la sua sapienza e la sua educazione.

Da pensionato, l’Ammiraglio si è finalmente dedicato a Fausto Coppi, di cui era cultore ed evangelista. Libri, almanacchi, calendari, agende, dizionari. Del Campionissimo conosceva strade e traiettorie, avversari e gregari, storie ed episodi, famigliari e amici, partiva da una ricorrenza e arrivava a un nuovo punto di vista calibrato anche su eventuali confronti. Conservava il gusto dell’almanacco. Sulla “Cuneo-Pinerolo” (editVallardi) del Giro d’Italia 1949 ha composto un esemplare libro-mosaico di contributi e collaborazioni, da fonti e angolazioni. Per “Una vita da gregario” (Sep) ha sublimato borracce e fontane come se fossero Alpi e Pirenei. Per “Ghisallo – cuore del ciclismo” (Sep) ha smosso il cuore perfino di un duro come Fiorenzo Magni.

Lucido, curioso, aggiornato, informato, e sempre appassionato senza mai mostrarlo, solo negli ultimi due mesi l’Ammiraglio ha mollato mappe e timoni. L’altro giorno, confinato in un letto al Fatebenefratelli, sembrava un passerotto. Se glielo avessimo detto, ci avrebbe subito invitato a scrivere un pezzo di 40 righe sui soprannomi ornitologici dai corridori. A cominciare dal suo Coppi l’Airone, poi Bahamontes l’Aquila di Toledo e Scarponi l’Aquila di Filottrano, Savoldelli il Falco, Chaves il Colibrì… e Castel il Passerotto. No, dai, lui era l’Ammiraglio.

Il funerale si terrà lunedì 27 alle 14.45, a Milano, nella chiesa di San Gioachimo, in via Fara 2,

Copyright © TBW
COMMENTI
Non era
24 novembre 2023 19:22 canepari
difficile fare amicizia con l’Ammiraglio. anche se non avevi mai frequentato una redazione e non avevi mai pubblicato niente. Lui fiutava il vento come i vecchi lupi di mare, il vento della passione sportiva e capiva al volo chi è falso e chi è vero in questo mondo di funanboli.
Castel è un uomo modesto. E’ un uomo che sa ascoltare. Un uomo che parla in maniera consona a ogni situazione. Schivo, riservato, ma anche concreto e deciso, sulla sua coerenza ha costruito una pregevole carriera, un’intera vita, comunicando i propri ideali e veicolando una rappresentazione di sport dai contorni a volte un po’ romantici e nostalgici. Lui sempre e comunque in lotta con una deriva mercantile mal tollerata.
Ha sempre scritto con la precisione di cui sono fatti i portolani, riportando fatti, episodi, aneddoti e riferimenti per il buon marinaio che naviga per passione nel nostro “globo terracqueo” sportivo e che un esploratore conosce bene e ama.
Autorevole più che autoritario. Mai assurge a maestro perché quel suo basso profilo e la sua educazione gli impediscono di impartire lezioni. Dicesi professionalità, elevata alla massima potenza. Giuseppe Castelnovi, anche senza l’astrolabio, ci detta la rotta, diventa il nostro punto nave.
Seconda stella… a dritta…c’è il tuo sorriso, Ammiraglio, nella volta celeste.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Dopo essere giunta terza nella classifica assoluta del campionato italiano su strada di Darfo Boario Terme e aver indossato la maglia tricolore destinata alla campionessa nazionale U23, Eleonora Ciabocco si appresta a partecipare al Giro d’Italia Women che domenica inizierà...


C'è ancora qualcosa da scoprire su Fausto Coppi? La risposta - ovviamente un sì - è contenuta in un libro di ormai imminente uscita: Fausto, il mio Coppi. Storia di un amore in salita nel diario della moglie Bruna,  ...


Saranno 11 i corridori italiani al Tour de France, tre in più rispetto allo scorso anno e correranno per 8 diverse squadre del World Tour. Il corridore che tutti aspettano è Jonathan Milan, che con la Lidl-Trek cercherà di vincere...


Sono tanti i corridori italiani che hanno scritto pagine eroiche del ciclismo e tra questi è impossibile non ricordare Claudio Chiappucci, che con le sue fughe e i suoi attacchi in salita incollava davanti alla televisione tutto il pubblico del...


Nel 2024, in Italia, sono stati pubblicati più di 85mila titoli di libri. Significa quasi 240 titoli nuovi ogni giorno, compresi Capodanno e Ferragosto. Una enormità di libri per una minoranza di lettori. Eppure ci sono almeno cinque buone ragioni...


Un tornante dopo l’altro fino alla cima brulla e arida del Mont Ventoux, la “bestia della Provenza”. Quasi 21 chilometri di salita con pendenze fino al 20%, sotto il sole d’estate e sopra un paesaggio lunare. È qui, nella tappa...


Dal 4 al 6 luglio un’opera artistica dedicata ad Ottavio Bottecchia, primo italiano a vincere il Tour de France nato a San Martino di Colle Umberto (TV), sarà tra le protagoniste della World Model Expo che si terrà a Versailles....


Il cuore che batte, trepidante, alle prime luci dell’alba, mentre il sole sorge e l’attesa in griglia si fa vibrante, al cospetto delle Dolomiti: è uno dei momenti più emozionanti che tutti i ciclisti che partecipano ad un evento unico...


C’è una grande estate sportiva da vivere su Eurosport - visibile su discovery+, DAZN, TimVision e Prime Video Channels - a partire dal Tour de France, l’evento più atteso del ciclismo in diretta integrale dalla partenza di sabato 5 luglio a Lille, all’ultimo...


Il team MBH Bank Ballan CSB Colpack, di Antonio Bevilacqua, Gabor Deak, delle famiglie Ballan, D’Aprile e Colleoni, ha stretto un accordo di massima con il team Veleka, la formazione Juniores di Claudio Terenzi, in merito al futuro del corridore australiano Tom...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024