TISTA70. BARONCHELLI: «SULLE TRE CIME SBAGLIAI, OGGI AMMIRO MOSER E MI DIVERTO COI NIPOTINI E L'APECAR»

COMPLEANNO | 06/09/2023 | 08:00
di Pier Augusto Stagi

Perse un Giro per soli 12 secondi, lo stesso tempo che dedicava alle interviste, tanto era timido e schivo. Oggi Giovanbattista Baronchelli pedala sereno e senza timori sul traguardo dei 70 anni, per il piacere di raccontarsi e fare un bilancio di una vita che lui non ha timore a definire «fantastica».


Oggi sono 70, un traguardo che merita di essere festeggiato.


«Io non festeggio mai, ma quest’anno lo farò, me lo sento. Chiaramente lo farò con la mia famiglia, dopo aver fatto un giretto in bicicletta. Un brindisi con mia moglie Stefania, i miei figli Arianna (mamma di Gioele e Isaia), Ilaria (mamma di Tommaso) e Davide».

A 70 anni si fanno i bilanci, quale è il suo?

«La mia vita è stata in equilibrio, in sella ad una bicicletta che mi ha portato ad essere al centro dell’attenzione, cosa che io ho sofferto moltissimo, perché ero molto timido. Poi smesso con l’agonismo mi sono dedicato al mio negozio di biciclette, chiuso quasi quattro anni fa, che mi ha portato ad essere costantemente a contatto con le persone e li mi sono un po’ tirato fuori. In ogni caso io sono felice».

Cosa fa oggi Tista Baronchelli?

«Ho chiuso l’attività che gestivo con mio fratello Gaetano, ma vado ancora a giocare in officina, mi piace troppo sporcarmi le mani attorno alla bicicletta. E poi tanta campagna. In questo ultimo periodo mi piace andare a raccogliere le pannocchie che i contadini lasciano nei campi; è un modo per stare nella natura, muoversi, fare ginnastica e fare contenti un po’ di amici. Sa quante me le chiedono? Vorrebbero anche pagarmele, ma io le regalo, anche se poi loro vogliono sempre sdebitarsi con un pollo, un coniglio o qualche uovo. Tra l’officina e i campi, c’è però anche tanto tempo per Gioele, Isaia e Tommaso, i miei nipotini, che tra non molto saranno quattro. Mi piace troppo fare il nonno… La sa una cosa?».

Quale?

«Avevo un sogno: comprarmi l’apecar. Adesso che ce l’ho scorrazzo per i campi con i miei tre cuccioli d’uomo, non so se sono più felice io o loro».

 Quest’anno sono 70, ma ci sono anche i cinquant’anni dell’accoppiata Giro dilettanti e Tour de l’Avenir, ottenuta nel 1973.

«Sono l’unico corridore dilettante della storia ad aver centrato questa accoppiata, vincere Giro e Tour nel breve lasso di tempo di quaranta gironi. Quell’anno, mi sono sentito quasi come il Cannibale».

 A proposito del Cannibale: quei 12” che l’hanno separata da Eddy Merckx pesano ancora?

«Al Giro del 1974 ho commesso degli errori gravi. Non conoscevo la salita delle Tre Cime di Lavaredo, ho dato tutto nel primo tratto duro, pedalando da solo controvento, mentre dietro giravano Merckx, Gimondi, Battaglin e altri. Quando mi hanno ripreso ho attaccato di nuovo, ma avevo sprecato energie importanti e così Merckx si è difeso ed è riuscito a vincere quel Giro per soli 12”. È chiaro che se fossi andato a vedere quella salita, come si usa fare oggi, avrei chiaramente affrontato con più acume tattico quella tappa difficilissima».


Ha corso in sella alla bicicletta che è stata di Fausto Coppi e ha dovuto vedersela con Eddy Merckx e Bernard Hinault: insomma, ha accarezzato e forse anche qualcosa di più, la storia del ciclismo. Difatti l’ha scritta.

«Con un amico (Giancarlo Iannella, ndr) ho scritto anche libro, chiaramente intitolato “12 secondi”, anche se dietro a quella sconfitta ci sono la bellezza di 94 corse vinte da professionista (45 da dilettante, ndr), con 6 Giri dell’Appennino consecutivi (record assoluto), due Lombardia, un Giro del Piemonte, cinque tappe al Giro d’Italia (due secondi, un terzo, ndr) e quel secondo posto al mondiale di Sallanches, alle spalle di un certo Bernard Hinault».

Gianbattista Baronchelli viene ricordato ancora oggi come un talento a metà, un corridore inespresso, che è arrivato lì lì per diventare il nuovo Coppi o il nuovo Gimondi.

«Forse è proprio così e con il carattere che ho oggi, probabilmente avrei vinto di più, o forse non sarei nemmeno mai salito in bicicletta».

Uno con il quale non ha mai legato?

«Moser. La convivenza sotto lo stesso tetto alla Supermercati Brianzoli non è stata semplice. Al Giro’86 ero 3° in classifica generale e ad un certo punto me ne sono tornato a casa. Non mi è mai piaciuto il suo modo di fare: lui era il sole e io la luna. Lui prepotente, io riconoscente. Lui spietato, io accomodante. Finché mi sono svegliato e ho tolto il disturbo. L’errore? Accettare di correre nella stessa squadra. Per quel ritiro fui criticato anche da Gimondi. Disse che fu un errore. Aveva ragione».

Oggi le cose con Moser vanno meglio?

«Certo. Io non porto rancore per nessuno e le posso dire che oggi mi piace come Francesco sta gestendo la sua vita. In certe cose devo imparare da lui».

Il rimpianto più grande?

«Giro del ’78. Lo persi nella terza tappa, su una salita in Versilia. De Muynck andò via sull’ultimo tratto, l’arrivo era a Cascina e dietro eravamo in cinque della Scic, purtroppo mancava Saronni e avemmo l’ordine di aspettare che rientrasse. Nel frattempo De Muynck arrivò con 52” su Saronni, secondo, un vantaggio che poi determinò la classifica finale perché quel Giro lo vinse per 59”. E poi De Muynck aveva in squadra Gimondi. Era all’ultimo anno di carriera ma per i consigli, il modo di muoversi in corsa, fu importante per farlo vincere. Poi la mia storia è cambiata, anche psicologicamente: era il quinto Giro che perdevo, nonostante due secondi posti, un terzo, un quinto».

Il momento più bello?

«Il secondo Giro di Lombardia vinto all’ombra del Duomo di Milano, quando molti mi consideravano non solo finito, ma un fallito».

Il collega con il quale è rimasto più legato?

«Silvano Contini».

Poi c’è stata la svolta.

«La mia è avvenuta il 4 aprile 2011, quando è morta mia madre. Vivevo in un periodo buio. Ero deluso della mia carriera e della vita. Da quel momento sono rinato. Sono tornato a ciò che in Occidente stiamo dimenticando: le nostre radici. Ho riscoperto la fede. Lì è nato un altro Tista. Io sono un uomo fortunato, che dal Signore ha avuto un dono grandissimo: la vita e la capacità di andare forte in sella ad una bicicletta. Oggi ho la salute e una famiglia fantastica. E mi basta poco per essere felice: tre nipotini e un’apecar».

Nella foto, da sinistra Pietro Rosino Santini, Gianbattista Baronchelli, Gualtiero Marchesi, con il trofeo Vincenzo Torriani

 

Copyright © TBW
COMMENTI
complimenti
6 settembre 2023 08:47 VERGOGNA
è bello sentire persone così appagate dalla vita, di certo di questi tempi è sempre più raro. Buona vita!

Grandi corridori e uomini
6 settembre 2023 11:37 Bullet
Quando dietro ai campioni c'erano anche questi uomini con questa umiltà si capisce perché le strade erano sempre piene per vedere i corridori...mi immagino oggi cosa possa pensare l'uomo comune che vede un'ape in un campo e un signore che raccoglie le pannocchie da terra...sapessero che è stato uno dei più grandi corridori del nostro ciclismo forse potrebbero iniziare a pensare a molte cose e non fermarsi solo alle apparenze.

Grande Tista
6 settembre 2023 14:23 pagnonce
Alla Rho Levo da allievo eravamo in fuga assieme ,io non tiravo e lui il Tista mi incitava- mola mia. Arrivati alla salita finale lui ci ha staccati vincendo ,io ripreso dal gruppo non arrivavo piu' all'arrivo.Mi rimane tuttora il ricordo dell'incitamento di un grande umile campione.Gianbattista Baronchelli.Grazie

Un grande
6 settembre 2023 17:49 frakie
Un grande ciclista un grande uomo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo in tre occasioni, ed è stato impressionante come ti metto a tuo agio, con una naturalezza, un'umanità disarmante. Ha vinto tanto, poteva vincere di più, ma cosa importa. Sfido chiunque a criticare la sua carriera. Bello da vedere in bici, possente ed allo stesso tempo agile come un camoscio. Buona vita Gibì. E grazie per le emozioni che ci hai regalato.

uomo vero
6 settembre 2023 21:09 rufus
Uomo d'altri tempi, con valori che oggi stiamo perdendo sempre piu'. Ha certamente vinto meno di quanto meritasse, ma rimane uno dei fari del ciclismo di quegli anni. Buona vita Tista!

Un campione
3 maggio 2024 19:42 Vigo1957
Un vero campione in bicicletta e nella vita, fa piacere sentire che sei appagato , ho seguito le tue gesta dal 1973 al 1989. Grazie per le emozioni che ci hai regalato.

Un campione
3 maggio 2024 20:00 Vigo1957
Un grande campione e un grande uomo dentro e fuori dal ciclismo. Ti abbiamo seguito e ammirato dal 1973 al 1989, potevi vincere molto di più, ma ci hai regalato tante emozioni , fa piacere leggere che sei appagato dalla vita, non è da tutti .Grazie

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Per il secondo anno consecutivo,  FSA (Full Speed Ahead) sarà al fianco di Red Bull Cerro Abajo nell’unica tappa europea che si terrà a Genova,  in qualità di partner tecnico, rinnovando il proprio sostegno a uno degli eventi più spettacolari...


Elisa Longo Borghini maltrattata da Jacopo Mosca, Filippo Ganna in ospedale con Marta Cavalli al suo capezzale, Pauline Ferrand Prevot che si commuove per la lettera ricevuta dal suo idolo Vincenzo Nibali, Tadej Pogacar che vuole lasciare la EAU Emirates...


Dopo aver conquistato la vittoria nella splendida tappa degli Champs-Élysées di quest'anno, Wout Van Aert guiderà il Team Visma | Lease a Bike al Lidl Deutschland Tour. Con i suoi versatili punti di forza, van Aert è un possibile vincitore...


Suscita emozione l’entusiasmo con il quale Pauline Ferrand Prevot ha postato su Instagram la foto che la ritrae in allenamento con Tadej Pogacar. Suscita emozione perché la regina del Tour de France Femmes scrive: «Ho avuto molti motivi per sorridere...


Jonathan Milan continua la sua corsa in testa alla classifica dell'Oscar tuttoBICI Gran Premio Fondazione Molteni riservato ai Professionisti ma deve guardarsi da due avversari molto insidiosi che si preparano ad andare a caccia di punti pesanti nelle prossime settimane:...


È ancora il Tour de Guadalupe a fare notizia, e purtroppo non per il risultato sportivo ma per ciò che ha visto protagonista Benjamin Le Ny, 26enne dilettante francese. Negli ultimi chilometri della quinta tappa - la Baie-Mahault -  Gourbeyre di 158,...


Pillole anticoncezionali e spirali  vengono utilizzati sempre più spesso nello sport femminile ad alto livello non solo per migliorare gli effetti negativi del ciclo, ma anche per sfruttare quei picchi ormonali che possono migliorare la prestazione fisica. Non si tratta...


Regolarmente, nella sua natura irregolare, si torna a parlare di doping. Ematico e genetico. Meccanico e amministrativo. Individuale e di squadra se non addirittura di stato. Scientifico e tecnologico. Studiato e inconsapevole. Microdosi e maxitangenti. Le nuove frontiere, un passo...


Si chiude col botto l’edizione 2025 dei Gran Premi Internazionali di Fiorenzuola – Sei Giorni delle Rose Bianche, con la serata finale che ha fatto calare il sipario sulla settimana di grande ciclismo su pista al velodromo “Attilio Pavesi”. Una...


Per Guerciotti, il gravel non è mai stato una tendenza passeggera. È la naturale evoluzione di una vocazione nata nel ciclocross, che grazie all’esperienza maturata in condizioni estreme, tra fango, sabbia e rilanci violenti, ha saputo interpretare con anticipo e precisione...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024