GIRO D'ITALIA U23 2021. LA DOPPIA SCALATA DEL NEVEGAL

DILETTANTI | 11/06/2021 | 07:45
di Giuseppe Figini

Nona e penultima tappa del Giro d’Italia U23 Giovani che unisce il Trentino-Alto Adige al contiguo Veneto, dalla provincia autonoma di Trento a quella di Belluno. La configurazione altimetrica propone un profilo assai arcigno subito dopo la partenza, parte centrale mossa, vallonata e con un finale che si propone come impegnativo con due GPM di 1a categoria, in successione, con il secondo che è pure il traguardo d’arrivo.


Il ritrovo e il via avvengono a Cavalese, il noto comune, primario riferimento, per storia, posizione e iniziative della bella Val di Fiemme, a quota mille metri. Vi scorre il torrente Avisio e il panorama circostante l’amena conca dove sorge propone i boschi della catena del Lagorai e, più lontane, le Pale di San Martino. Il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme con facciata affrescata con vari soggetti, sede dalla metà del 1800 della Magnifica Comunità Generale di Fiemme, storica e peculiare istituzione con tutti i comuni della valle che vigila e preserva i beni ambientali del suo territorio. All’interno il Museo Pinacoteca conserva un’articolata documentazione e dipinti di valore. Vari sono i motivi architettonici di buon interesse, religiosi e civili. Esi propone come meta turistica di lunga tradizione, sia in versione estiva, sia invernale e sede d’arrivo della classicissima dello sci nordico, la Marcialonga, nata nel 1971, con partenza da Moena, in Val di Fassa. È stata pure sede di tre campionati mondiali di sci nordico e luogo di nascita di sciatori e hockeisti.


Il Giro d’Italia prof ha proposto arrivi di tappa nel 1969 con il successo del trentino Claudio Michelotto, e un altro trentino, Francesco Moser, primo nella cronometro Mazzin di Fassa-Cavalese mentre nel 197, sempre in una cronometro, il successo fu dell’ucraino Serhij Gonchar o Honchar.

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Il tracciato si indirizza subito in salita, dopo il tratto iniziale in sfilata in Val di Fiemme, con il km. 0 posto nel territorio di Predazzo, affrontando l’ascesa verso il GPM di 1a cat. ai m. 2031 di Passo Valles, passando per Bellamonte, comune di Predazzo, con splendido panorama sul gruppo delle Pale di San Martino e Paneveggio, dove nell’omonimo parco naturale c’è la foresta dove sorgono i famosi “abeti di risonanza”utilizzati nella fabbricazione di violini e simili strumenti musicali, un patrimonio naturale duramente colpito dal maltempo del Triveneto che imperversò nella zona a fine ottobre 2018. La salita è lunga ma con pendenza costante attorno al 5/6%.

Lo scollinamento segna il passaggio in Veneto, in provincia di Belluno, proponendo la veloce discesa su Falcade, nella valle del torrente Biois, località turistica in piacevole posizione, nel comprensorio Dolomiti Superski, con moderni impianti e confortevoli strutture d’accoglienza. Qui nel Giro d’Italia prof è terminata la Lienz-Falcade, vinta dal compianto Felice Gimondi e dove lo svedese Gosta Pettersson, guidato dal d.s. Alfredo Martini, strappò a Claudi Michelotto la maglia rosa che porterà fino alla conclusione di Milano del suo Giro vittorioso. Segue Canale d’Agordo, fra notevoli e suggestive cime dolomitiche, paese natale di Papa Giovanni Paolo I^, al secolo Albino Luciani (1912-1978), 263° papa con il suo pontificato durato solo 33 giorni, fra i più brevi della storia della Chiesa.

Sempre in discesa si passa Cencenighe Agordino, alla confluenza dei torrenti Biois e Cordevole, con la chiesa di S. Antonio Abate, Listolade, frazione di Taibon Agordino, per raggiungere, praticamente a termine discesa, Agordo, centro di riferimento dell’Agordino, nella valle del Cordevole, con antica tradizione mineraria ricordata nel museo Mineralogico e Paleontologico. Dal secondo dopoguerra l’industria dell’occhialeria, con valenze mondiali, è l’attività economica preminente della zona. Di rilievo è la chiesa abbaziale di Santa Maria Nascente con due campanili identici, così come la piazza centrale, con edifici d’interesse e, alzando lo sguardo, ammirare il suggestivo scenario naturale di varie vette delle Dolomiti Bellunesi e Valli Feltrine. Nativo di qui è Tito Livio Burattini (1617-Varsavia 1680 circa), matematico, scienziato, cartografo e pure egittologo. L’hockey su ghiaccio è lo sport praticato e molto seguito nella zona. Rappresenta una sorta di “punto obbligato” di passaggio delle tappe di corse che transitano in zona e nel 2007 ha ospitato la partenza della Agordo-Lienz del Giro d’Italia prof vinta da Stefano Garzelli. Si passa per La Stanga, località appartenente al  comune di Sedico, quindi entrare nel territorio del capoluogo di provincia, dopo il passaggio  nella località Mas.

Belluno, traguardo volante. sorge su uno sperone della valle percorsa dal Piave, lungo la riva destra, in posizione strategica e presenta il centro storico, con il Duomo, il Palazzo dei Rettori con la Torre dell’Orologio, la caratteristica Via Mezzaterra e numerosi altri motivi architettonici che rimandano con piacevole evidenza alle caratteristiche di stile riferibili all’influenza veneziana che permea il centro cittadino, in un quadro d’insieme che ha come suggestivo sfondo, il profilo  delle Dolomiti Bellunesi che, dal 2009, rientrano nel patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Nativo di qui è Dino Buzzati (1906-Milano 1972), giornalista, scrittore e pittore, con vari interessi del quale si ricordano anche  i suoi servizi al seguito del Giro d’Italia.

La corsa rosa ha proposto qui arrivi di tappa nel 1938 e successo di Olimpio Bizzi, 1960 l’irlandese Seamus Elliot, Guido Carlesi nel 1962, Arnaldo Pambianco 1963, Felice Gimondi 1966 e, nel 2011, vittoria di Alberto Contador nella Belluno-Nevegal, cronometro individuale.

La corsa prosegue toccando la sua frazione di Levego, per poi passare nell’ambito di Ponte nelle Alpi, comune sparso, interessando le sue frazioni di Rione Santa Caterina, Cadola – sede comunale – e Arsiè, quest’ultimo già lungo la salita che conduce al GPM di 3a cat., m. 667 di Pieve d’Alpago. Si scende nel comune di Alpago, toccando le sue località di Puos d’Alpago, quindi Farra d’Alpago, prima di raggiungere Santa Croce del Lago, sul lago naturale formatosi da una frana che ha bloccatolo scorrere del fiume Piave, creando la Sella di Fadalto, il più esteso della provincia di Belluno e il secondo del Veneto, nella zona dell’Alpago che riflette nelle sue acque i profili dei monti circostanti dell’Alpago e il Nevegal. I paesi che lo circondano conservano ancora esempi delle tipiche case a gradoni con coperture in lastre di pietra, paglia e cannette palustri. Il lago offre differenti possibilità d’attività sportive quali windsurf, kitesurf e vela, oltre a itinerari podistici e ciclistici per mtb. Soprattutto d’estate sono frequentate le sue spiagge.

Si ritorna nel comune di Ponte nelle Alpi passando per la sua frazione di Lizzona e poi ancora Cadola, per affrontare una prima volta l’ascesa, toccando il bivio Vich e Losego, al GPM di 1a cat., quota m. 958, di Nevegal, situato nel comune di Belluno. Non è finita qui in quanto il tracciato prevede ancora circa km. 30 di corsa con la discesa su Castion, ripassare per Levego, e Rione Santa Caterina, bivio Vich e Losego, nell’ambito territoriale di Ponte nella Alpi, per rientrare nel comune di Belluno e ritrovare, anche questa volta,  ancora il GPM di Nevegal, 1a cat. e arrivo in salita.

Qui termina la tappa e la sequenza delle salite più lunghe e “pendenti” di quest’edizione del Giro d’Italia Giovani U23 con la classifica generale che troverà qui, al termine della tappa, una sua configurazione molto probabilmente definitiva.

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