PILLOLE DI GIRO. LUIGI ZAIMBRO E QUELLA MALEDETTA NOTTE MARE VERSO LA SARDEGNA

STORIA | 23/05/2021 | 08:25
di Massimo Lagomarsino

Sembra ieri, eppure sono passati sessant'anni. Luigi Zaimbro, nato a Genova, 85 anni il 21 giugno prossimo, ha tutt'ora gli occhi vispi di un tempo. Il 1961 è una stagione importante, l'anno prima da dilettante è riuscito persino a conquistare la maglia azzurra partecipando, seppur come riserva, ai mondiali di Sachsenring a Lipsia in Germania.


Arriva così il primo contratto tra i professionisti con la Fides, una consociata della Ignis, lo squadrone del patron Giovanni Borghi che poteva contare su campioni del calibro di Miguel Poblet e Ercole Baldini. Anche nella Fides ci sono dei buoni corridori: Pierino Baffi, Waldemaro Bartolozzi, due pistard di valore quali Mino De Rossi e Leandro Faggin e quel  Arnaldo Pambianco che vincerà il Giro d'Italia.


Zaimbro non vede l'ora di mettere in mostra le doti di scalatore, ma gli ordini di scuderia sono ferrei, bisogna aiutare i capitani e, quando serve, dare una mano anche ai "cugini" della Ignis. Il 44° Giro d'Italia parte il 20 maggio da Torino, è il Giro del Centenario dell'Unita d'Italia, nella terza tappa l'arrivo è previsto a Genova. Poblet ha vinto la prima e la seconda tappa, indossa la maglia rosa e spera di fare il tris. La tappa, da Sanremo a Genova non presenta asperità. Nella Faema di Rick Van Looy, milita il belga Willy Schroeders che sul traguardo di via Adua a pochi passi dalla Stazione Marittima riuscirà a beffare il gruppo compatto. La scelta del traguardo non è casuale, appena finita la tappa, giusto il tempo per salutare i parenti e riposarsi. 

Bisogna imbarcarsi sul transatlantico  "Cabo San Roque" per la Sardegna in quanto il giorno dopo, il 23 maggio, è in programma la Cagliari - Cagliari di 118 chilometri, frazione breve, ma insidiosa a causa del vento.

"Un viaggio terribile - racconta Zaimbro - ho patito il mal di mare sono arrivato a Cagliari che ero uno straccio, non stavo bene, ma bisognava partire". Il forte vento favorisce i tentativi di fuga e relativi ventagli, il fisico da scalatore non aiuta Zaimbro che ben presto resta solo e vede il gruppo allontanarsi, decide allora di ritirarsi. Scelta che finirà per pesare sul proseguo della carriera. A fine stagione non arriva il rinnovo del contratto.

L'anno seguente corre da "indipendente", nel 1963 firma con la Cite di Santa Margherita Ligure, riesce a concludere il Giro d'Italia, ma a fine stagione decide di smettere. Sono passati sessant'anni, ma Zaimbro ricorda ancora quella cocente delusione in Sardegna: "Pambianco riuscì a vincere il Giro, se fossi arrivato alla fine avrei guadagnato anche parecchi soldi partecipando alla spartizione dei premi, svaniti a causa del ritiro". Tempi lontani, ma la nostalgia rimane, meglio pensare ai festeggiamenti per l'85° compleanno, non ci sono dubbi, a Genova il 24 giugno, in via XX  Settembre in occasione dell'arrivo del Giro dell'Appennino: "Ricordo la fuga con Martin Bahamontes", ma questa è tutt'altra storia.

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