JAKOBSEN. «CENTO VOLTE HO PENSATO: STO PER MORIRE»

PROFESSIONISTI | 24/12/2020 | 16:19
di Francesca Monzone

Alla vigilia di Natale Fabio Jakobsen ha deciso di raccontare per la prima volta il suo dramma. Il corridore della Deceuninck-Quick Step ha voluto ripercorrere quella corsa al giro di Polonia, teatro del suo terribile incidente, quando per la manovra scorretta di Groenewegen si schiantò contro le transenne. La paura di morire e non tornare più lo stesso è stata tanta e solo adesso riesce a vedere la luce.


«Cento volte ho pensato: ecco, sto per morire». Questo è stato il pensiero che ossessivamente ha attraversato la mente dell’olandese, che il 5 agosto si era schiantato a 85 km/h sul traguardo di Katowice. «Groenewegen ha chiesto di incontrarmi, ma non sono ancora pronto. Non è facile affrontare tutto questo ancora una volta».


All'Algemeen Dagblad, Jakobsen ha fatto l’elenco dei danni riportati: una contusione cerebrale, fratture al cranio, naso rotto, palato rotto e lacerato, dieci denti rotti. E ancora parte della mascella superiore e inferiore distrutte, tagli sul volto, un pollice rotto, spalla e polmoni contusi e per finire il nervo che comanda le corde vocali lesionato. Jakobsen ha davvero sfiorato la morte quel 5 agosto in Polonia e il racconto fatto da chi lo ha visto in quegli attimi, appeso tra la vita e la morte, è straziante. E’ sopravvissuto l’olandese, che sul traguardo di quella tappa stava soffocando a causa del suo stesso sangue: non ricorda più nulla del grave incidente, sa solo di essere quasi morto tra le transenne al traguardo.

«C'era sangue ovunque. Mi hanno detto che le persone intorno non riuscivano a fare nulla: erano paralizzate nel vedermi in quello stato. Il mio compagno di squadra Florian Sénéchal ha visto che stavo soffocando nel mio stesso sangue. Non riuscivo a muovermi, ha visto il panico nei miei occhi. Istintivamente mi ha preso la testa sollevandola leggermente, facendo uscire il sangue che mi ostruiva la gola. Quando lo ha fatto, ha detto che era come se mi fossi calmato».

La reazione istintiva di Florian Sénéchal è stata un salvavita per Fabio, come risulterà anche dai verbali. Jakobsen è stato in coma artificiale per due giorni. Il terzo giorno è stato in grado di comunicare un po’ con la sua fidanzata Lore per la prima volta. In un’altra intervista aveva raccontato che della sua bocca non era rimasto più nulla, come quasi nulla era rimasto della sua mascella. Nei giorni seguenti, Jakobsen era terrorizzato nel suo letto d'ospedale e, a causa dei dosaggi elevati di farmaci ha avuto un crollo emotivo.

«Ogni volta pensavo: eccomi qui. Questa è la fine, sto morendo. Non lo era veramente, ma io mi sentivo così. È successo circa cinquanta volte, forse anche cento».

Dylan Groenevegen, autore di quell’azione che ha causato l’incidente, sta vivendo un dramma in un modo diverso, perché i sensi di colpa sono tanti. Jakobsen però non si sente ancora di incontrarlo, un giorno forse i due corridori parleranno e si chiariranno, ma quel momento ancora non è arrivato.

«Non sono ancora pronto ad incontrare Groenewegen. Lo incolpo ancora in qualche modo: non sono così illuminato da dire che non poteva farci niente. Avrebbe dovuto pensare prima alle conseguenze della sua azione. Siamo umani, non animali. Questo è sport, non una guerra dove tutto è permesso. Non molto tempo fa Groenwegen mi ha chiesto se potevamo vederci. Capisco che pesa anche sulla sua anima tutto questo, che anche lui deve lasciarsi alle spalle quell’episodio. Ma non sono ancora pronto, per prima cosa voglio avere maggiori sicurezze sulle mie condizioni».

Il volto di Jacobsen è stato gradualmente ricostruito, almeno esternamente, ma ci sono ancora molti danni interni su cui lavorare: una nuova operazione è programmata per febbraio e l'olandese non avrà tutti i denti fino al prossimo autunno. Fabio ha deciso di combattere con tutte le sue forze, vuole tornare a correre e dimenticare quanto è successo. Jakobsen è di nuovo salito sulla sua bici, sta seguendo un programma di riabilitazione che richiede del tempo. Spera di poter tornare a correre nel gruppo a marzo. Ma è più probabile, per sua stessa ammissione, che questo accada in agosto.

Copyright © TBW
COMMENTI
Basta
24 dicembre 2020 17:10 Miguelon
Ancora la raffigurazione del buono contro il cattivo.
Chi ha corso sa che quanto fatto da Groenewengen è facile a succedersi in volata. Il problema sono state le transenne, non il ciclismo. Che purtroppo è fatto anche di quelle cose fatte per ultimo da Groenewengen

miguelon
24 dicembre 2020 18:03 alerossi
se groenewegen fosse andato dritto, jakobsen lo avrebbe sorpassato e avrebbe vinto. la colpa è 100% di groenewegen.

Per Alerossi
24 dicembre 2020 18:19 Miguelon
Certo Groenewegen ha sbagliato. Ma dagli allievi in su quelle cose succedono con regolarità. Non giustifico nessuno, ma se le transenne avessero tenuto, il povero Jakobsen avrebbero avuto conseguenze meno gravi. Non è solo lo schema hollywoodiano del buono contro il cattivo, anche gli organizzatori ci hanno messo del loro.

bici
24 dicembre 2020 23:38 colore
FORZA Fabio ti vogliamo ancora in bici piu' Forte di Prima Auguri Di Buone Feste

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
E' ancora una volta Olav Kooij a dettare legge in volata. L'alfiere della Visma Lease a Bike, vincitore ieri e leader della classifica generale del Tour of Britain, si è imposto facilmente a Stowmarket dove si è appena conclusa la seconda tappa della...


Intervistato da Eurosport durante la tappa in corso della Vuelta, il team manager della UAE Joxean Matxin ha così commentato la vicenda Ayuso e in particolare le dichiarazioni al vetriolo rilasciate ieri mattina dal corridore in seguito al comunicato della...


Dopo due stagioni in cui ha vestito la maglia Laboral Kutxa - Fundación Euskadi ottenendo una vittoria e diversi piazzamenti, Laura Tomasi è pronta a scrivere una nuova pagina della sua carriera ciclistica. La 26enne trevigiana di Miane dal prossimo...


L'associazione mondiale dei ciclisti professionisti esprime profonda inquietudine e ferma condanna per le azioni che stanno mettendo in pericolo i corridori durante la Vuelta a España: è inaccettabile che dei gruppi di persone, di qualsiasi tipologia e a prescindere dalla...


Lo sfogo di Simone Petilli arriva direttamente dalla Spagna, poco prima della partenza della tappa numero 11 della Vuelta. Il corridore lecchese della Intermarché – Wanty ha sul corpo i segni di una caduta occorsagli ieri, quando un gruppo di...


Filippo Baroncini ha prolungato il contratto che lo lega al Team UAE Team Emirates – XRG fino alla fine del 2027: la notizia è arrivata poco fa direttamente dal team emiratino. Il corridore ravennate, che proprio ieri ha lasciato l’ospedale...


Dalla prossima stagione Andrea Vendrame sarà un corridore del Team Jayco AlUla: il ciclista veneto ha firmato un contratto biennale con la squadra australiana. l'atleta trentunenne è un corridore completo, vincitore di due tappe al Giro d’Italia, e può vantare successi...


Il marchio di abbigliamento ciclistico premium Pas Normal Studios è orgoglioso di annunciare il lancio ufficiale della sua esclusiva collaborazione con il leggendario produttore italiano di biciclette Colnago: Pas Normal Studios x Colnago C68. Creata per celebrare il decimo anniversario di Pas Normal...


Prendete le strade mai pianeggianti dei Paesi Baschi, infarcitele di salite più o meno dure, condite tutto con un chilometraggio ridotto, shakerate il tutto e avrete il piatto della tappa numero undici della Vuelta. per seguire il racconto in diretta...


La seconda settimana della Vuelta di Spagna, si è aperta sotto una buona stella per la Visma – Lease a bike, con Jonas Vingegaard che è tornato a indossare la maglia rossa di leader della corsa. Il danese ora ha...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024