ACKERMANN. «VOGLIO CONQUISTARE IL MONDO»

INTERVISTA | 26/01/2020 | 07:42
di Carlo Malvestio

180 centimetri e 78 chili di pu­ra po­ten­za. Pa­scal Acker­­mann è uno dei velocisti del mo­­mento e può tran­­­quillamente essere inserito nella Top 5 dei corridori più veloci al mon­do. E pensare che fino a circa un anno e mezzo fa in pochi lo conoscevano, se non chi ne aveva osservato la crescita sin da quando indossava la maglia della Rad-Net Rose, con la quale si era mes­so in mostra in corse di seconda fascia e centrato un secondo posto al mondiale U23 di Doha nel 2016.
Ma è il 29 aprile del 2018 che il suo nome irrompe prepotentemente nella scena del grande ciclismo internazionale. Nella quinta tappa del Giro di Ro­mandia, Ackermann brucia allo sprint Morkov e Ferrari, portandosi a casa la prima vittoria da professionista. Da quel giorno il ragazzo tedesco, nato nel 1994 a Kandel, nella Renania-Pala­ti­nato, molto vicino al confine francese, non si è più fermato, inanellando 22 vittorie in 19 mesi. Non si può dire fosse un predestinato e tantomeno un talento precoce, perché se il primo successo tra i grandi arriva quando ha 24 anni, vuol dire che ha dovuto passare  molte stagioni di gavetta. Il duro lavoro ha però pagato, eccome, e dopo una lunga rincorsa Pascal ha raggiunto un livello di eccellenza assoluta.


«Ho iniziato prestissimo ad andare in bicicletta, avevo appena 6 anni. Mio fratello correva, mia sorella correva e perfino mio nonno aveva corso. Di­ciamo che non avevo scelta, ero circondato da ciclisti - ci spiega -. La Ger­mania, poi, ha una grande tradizione di velocisti. Sono cresciuto guardando Erik Zabel, un vero idolo, ma negli ul­timi anni ho ammirato molto anche Marcel Kittel e André Greipel, che poi mi sono ritrovato in gruppo e guardandoli da vicino ho cercato di imparare qualche trucco del mestiere».


Nel 2017 la Bora-Hansgrohe aveva intuito il suo potenziale, ma probabilmente neanche i tecnici del team tedesco si aspettavano una tale esplosione da parte di Ackermann, tanto che presto si sono trovati a gestire tre prime donne dello sprint, visto che oltre a lui c’erano anche Sam Bennett (che difatti se n’è andato scegliendo la De­ceu­ninck) e Peter Sagan. Tedesco in una squadra tedesca, però, Ackermann è stato subito coccolato e fatto passare avanti nelle gerarchie rispetto a Ben­nett: «Dopo lo splendido 2018 ero un po’ ansioso in vista della nuova stagione, perché confermarsi è sempre la parte più difficile e si ha paura di aver vissuto solamente un’annata fortunata. Ma con la squadra ci siamo posti grandi obiettivi, volevamo alzare l’asticella e provare a crescere ulteriormente: alla fine penso che ci siamo riusciti. E adesso voglio migliorare ancora, credo di ave­re ancora dei buoni margini di crescita».

Ma come si fa a fare un ulteriore passo in avanti, quando si è già raggiunto un livello altissimo?
«Credo di poter perdere ancora un po’ di massa grassa, una piccola percentuale, mi sento ancora grasso (ride, ndr), e se dovessi riuscirci penso di poterne sfruttare i benefici in volata. Poi ovviamente si può sempre migliorare la coordinazione con il proprio treno. Insomma, ci sono ancora degli elementi su cui poter lavorare. Voglio tornare ancora più for­te in questo 2020».

Al Giro d’Italia abbiamo imparato a conoscerlo per il suo sorriso, tanto che qualche addetto ai lavori lo ha soprannominato “Smile Acker­mann”. Anche nella tappa di Modena, quando arrivò al traguardo completamente sbriciolato da una caduta, non mancò di sorridere davanti alle telecamere. Eppure, possiamo assicurare di averlo visto infuriato in Cina, al Tour of Guang­xi, dopo aver chiuso secondo nelle prime due tappe e aver saltato le interviste di rito: «Come molti velocisti, odio perdere, soprattutto se so di poter vincere una vlata e magari mi accorgo che qualcosa va storto e non riesco a far la volata come avrei voluto. Se invece trovo qualcuno più forte di me, non posso fare altro che fargli i complimenti».
Nella stagione scorsa, in fin dei conti, ha perso poche volte: «È stata ovviamente la stagione migliore della mia carriera, ho vinto dall’inizio alla fine - ha continuato -. Non sono stato il più vincente dell’anno, Groenewegen è riuscito a fare meglio di me con 15 vittorie, ma direi che non mi posso lamentare, è stato un anno grandioso, 13 successi sono davvero tanti. Adesso riparto con la consapevolezza di essere uno dei migliori al mondo, in fin dei conti è solo il secondo anno che sono a questi livelli».

Tra le tredici vittorie spiccano i due successi di tappa al Giro d’Italia, che tra le altre cose era anche il primo Grande Giro della sua carriera. Insom­ma, Pascal è un vincente: «Da un pun­to di vista affettivo, il successo al Giro di Francoforte è stato importante, ma la prima vittoria al Giro d’Italia, a Fu­cec­­chio, è sicuramente quella più prestigiosa della stagione e, per ora, della mia carriera».

Se gli si chiede di indicare lo sprinter secondo lui più forte al mondo va in difficoltà, non sa cosa rispondere, anche se probabilmente spera presto di poter indicare se stesso: «In questo pe­riodo è difficile fare una gerarchia di velocisti o individuare il più forte. Pen­so a Groenewegen, a Ewan, a Gaviria e a Viviani, una volta vince uno e una volta vince un altro. C’è grande livellamento, naturalmente ad alto livello».

Quel che è certo è che quest’anno po­tremo avere qualche risposta in più a questo quesito, perché con l’addio alla Bora di Bennett e con Sagan al Giro d’Italia, Ackermann avrà la possibilità di esordire al Tour de France e sfidare a viso aperto il gotha delle ruote veloci. Vestire la maglia gialla oppure sfrecciare sui Campi Elisi sarebbe bello, certo, ma il sogno nel cassetto del ragazzo di Kandel è un altro: «Vorrei diventare campione del mondo, ma al momento è un traguardo che vedo molto lontano, anche perché, per ora, non sembrano esserci percorsi iridati pensati per velocisti. Però poter indossare per un anno la maglia arcobaleno per me sarebbe veramente il coronamento di una carriera».

da tuttoBICI di gennaio

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La prima grande rivelazioniedi questo Giro d’Italia è l’olandese Casper van Uden che oggi ha conquistato la quarta tappa della corsa rosa. Per lui questa è la vittoria più importante in carriera e il suo intento è quello di continuare...


Casper VAN UDEN. 10 e lode. Volata di testa, per restare in testa. Dalla centrifuga di Lecce il 23enne della Picnic esce bello come pochi dopo aver strizzato tutti per benino, con sicurezza e apparente semplicità. Vince bene il Picnic,...


Ci sono argomenti sommersi e striscianti, per loro natura noiosi e contorti, che vengono regolarmente ignorati. Errore madornale. Perchè più di tante chiacchiere spiegano come stia cambiando, o come sia già inesorabilmente cambiato, il ciclismo moderno. Non c'è come la...


«Cambia la direzione del percorso, cambia anche la direzione del vento». (Giada Borgato, motocronaca Rai, rivela di non avere le qualità per lavorare nell’ufficio meteo).  La direzione del Giro E precisa che Mattera è il nome...


La prima tappa italiana,  la Alberobello-Lecce di 189 km, del Giro d’Italia 2025 sorride a Casper van Uden. L'olandese della Picnic PostNL si è imposto allo sprint sul traguardo di Lecce battendo, grazie a una volata lunghissima, i...


La Classique Dunkerque, disputata tra Dunkerque e Lens sulla distanza complessiva di 193 km, si è conclusa con una volata serratissima tra Pascal Ackermann, Biniam Girmay e Alberto Dainese. A spuntarla è stato il tedesco della Israel - Premier Tech che ha anticipato l'eritreo...


Se n’è andato in silenzio, con la stessa discrezione con cui ha spesso affrontato la vita. Adriano Mei non ce l’ha fatta: la malattia, subdola e impietosa, ce l’ha portato via. E con lui - che era nato a Carbonia...


Ieri sera, nella suggestiva cornice dell’Hotel Stella Maris a Marina di Ginosa, si è tenuto l’evento “Storie a pedali – Il ciclismo come scuola di vita”, un incontro pubblico dedicato al valore formativo, sociale e culturale dello sport, con particolare...


Giulio Ciccone si è goduto l'abbraccio dei tifosi prima della partenza da Alberobello e ci ha regalato qualche battuta: «Avere la maglia rosa in squadra è davvero molto bello, continuiamo a lavorare in attesa che arrivi qualche tappa adatta a...


Domani, mercoledì 14 maggio, partirà da Ceglie Messapica (Brindisi) per arrivare a Matera, la seconda tappa italiana del Giro d’Italia 108. Anche quest’anno, per il 23° anno consecutivo, Banca Mediolanum è sponsor ufficiale del Gran Premio della Montagna, riconfermando il...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024