SIMION E LA NUOVA AVVENTURA “A CHIAMATA” IN CINA

INTERVISTA | 14/01/2020 | 08:00
di Giulia De Maio

Il contratto a tempo indeterminato nel mondo dello sport non c’è mai stato, quello determinato è sempre più ambito, quello “a chiamata” è una vera novità. Lo hanno firmato due ragazzi italiani che stanno cercando fortuna in Cina: Paolo Simion e Nicolas Marini, che disputeranno il Tour of Hainan con lo Tianyoude Hotel Cycling Team. Se per il primo si tratta di una prima volta dopo 5 anni in maglia Bardiani CSF, per il secondo si tratta del proseguo di un cammino iniziato già un anno fa. La formazione cinese li ha ingaggiati per il momento dal 23 febbraio al 1° marzo, con la speranza che le avviate trattative con gli sponsor vadano in porto e a questa prima convocazione possano seguirne altre.


«Grazie ai contatti di Nicolas siamo riusciti ad arrivare a questa soluzione, non perfetta ma che almeno ci permette di partire con le corse, che è l’unico modo per cercare di ottenere risultati e mettersi in mostra. In questi giorni siamo in ballo tra ambasciate e documenti per ottenere il visto» ci racconta Paolo Simion, che per l’Asia ha un vero e proprio debole.


«Ho scoperto solo ad ottobre che la squadra non avrebbe rinnovato il mio contratto, troppo tardi per trovare spazio in un team europeo. La tendenza negli ultimi due anni è di far passare i giovani direttamente dalla categoria juniores, ormai ci sono più corridori che entrano nel gruppo dei professionisti rispetto ai posti che effettivamente sono disponibili. Ad ogni modo, andare all’estero a correre era un’esperienza che già avevo in testa. Lavorare con compagni stranieri è una prova che mi stimola parecchio» prosegue il 27enne di Castelfranco Veneto che con o senza bici ha visitato Cambogia, Vietnam, Tailandia, Malesia, Indonesia, Hong Kong, Macao, Kazakistan, Cina, Nepal (questo inverno ci ha raccontato il suo trekking verso l’Everest, ndr) e che con l’amico Giorgio per il futuro ha in mente di visitare l’Asia Centrale partecipando a un rally dalla Repubblica Ceca alla Mongolia.

«Dell’Asia mi affascina la cultura, al di là della precarietà di questa avventura sono curioso di scoprire com’è lavorare in Cina. Da quando sono professionista non ho vinto quanto da dilettante (nel suo palmares una vittoria di tappa al Tour of Croatia 2018 oltre a svariati piazzamenti, ndr), qualche anno è andato bene, altri meno, ho voglia di rilanciarmi e trovare nuovi stimoli».

Intanto Paolo continua a studiare ed entro fine anno conseguirà la laurea in Scienze Motorie. «Mi aspettano due esami il 5 febbraio. Da gennaio a maggio sarò impegnato con il tirocinio che mi sta aprendo gli occhi sul mondo della palestra. Da corridore avevo i paraocchi su pressa e leg extension, ora avendo a che fare con persone normali che vogliono migliorarsi grazie al mio tutor sto imparando come si può aiutarle nella tonificazione, come si può calare di peso, come ci si può allenare con la kickboxing e non mi concentro più solo sulla forza delle gambe. In più ho fatto richiesta al Settore Studi della FCI per il “libretto Scarponi” e frequenterò i corsi per direttore sportivo. Non tanto per il titolo, ma per una qualifica personale. Comunque vada questa esperienza in Cina sarà formativa e penso mi aiuterà a restare nel mondo delle due ruote. Anche semplicemente collaborando con la squadra giovanile del mio paese, per trasmettere quanto appreso ai corridori di domani».

Chissà quale tipo di contratto avranno, tra sempre più cervelli e gambe in fuga…

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