MANFREDI. LA FAMIGLIA DI ANDREA FA CAUSA A BOEING

GIUSTIZIA | 02/11/2019 | 19:00
di Giulia De Maio

Il 29 ottobre 2018, a soli 26 anni, Andrea Manfredi ci lasciava a causa di un incidente aereo in Indonesia. A distanza di un anno la sua famiglia lo ricorda con il dolore nel cuore e si batte perchè sia fatta giustizia per lui e tutte le 189 vittime dell'inabissamento del Boeing 737 Max di Lion Air al largo di Giacarta.


Mamma Sonia, 46 anni, papà Maurizio, 50, e la sorella gemella Linda, dopo la pubblicazione del rapporto finale dell’inchiesta che ha accertato le responbilità di Boeing e Lion Air, assistiti dagli avvocati Filippo Marchino e Margherita Giubilei dello studio legale californiano The X-Law Group, hanno depositato al tribunale di Chicago una causa di 83 pagine contro Boeing. Su Il Corriere delle Sera Leonardo Berberi spiega che sarà l’unico contenzioso legale negli Usa: le altre vertenze, per un principio anglosassone, passeranno per i tribunali indonesiani data la nazionalità delle altre vittime. I legali accusano il colosso aerospaziale americano di aver venduto un aereo difettoso, di averlo consegnato alle compagnie senza far sapere che c’era il sistema anti-stallo, di non aver spiegato ai piloti come spegnerlo e di aver costruito un software che privilegiasse il computer nei «conflitti» con l’uomo.


I genitori di Andrea, professionista dal 2013 al 2016 e al termine della carriera agonistica fondatore di Sportek, sperano che il figlio possa diventare il paladino di tutti i morti di quel volo. «Vogliamo venga fatta chiarezza, il mondo deve sapere cos’è successo, l’incidente era evitabile».

«Ci andiamo tutti i giorni in camera sua» raccontano i genitori. «Guardo le sue foto sui social, rivedo i video su YouTube in cui ci ringrazia dopo aver vinto una gara — aggiunge il papà —. Sto male, poi sto bene». Decollato alle 6.20 del mattino dalla capitale indonesiana (le 00.20 in Italia) con destinazione Pangkal Pinang il Boeing 737 Max della low cost asiatica ha fatto perdere le sue tracce dopo tredici minuti. Per ventisei volte i piloti hanno lottato contro il sistema anti-stallo che portava erroneamente giù il muso del velivolo perché riceveva informazioni sballate da un sensore esterno. Il meccanismo, chiamato «Mcas», non era stato inserito nei manuali di volo. Comandante e primo ufficiale ne ignoravano l’esistenza.

Andrea «era il perno economico della famiglia». Aveva avviato una ditta edilizia che gestisce il papà e aperto un negozio di antiquariato affidandolo alla mamma. Nell’ottobre di un anno fa era andato a Hong Kong e in Indonesia per lavoro. «Doveva tornare il 1° novembre». L’ultima volta si sono sentiti prima del decollo. «Appena atterro vi avverto», le ultime parole. Poi il silenzio. Nessuna telefonata alle 8 del mattino al papà, come faceva sempre. Nessun accesso a Messenger nelle ultime dieci ore. Il cellulare irraggiungibile. «Poi sono andata su Facebook e ho letto di questo incidente», aggiunge la mamma. Non lo collega alla sorte di suo figlio, «ma avevo questa sensazione per nulla positiva». Fino a quando, tornando a casa, si ritrova all’ingresso i carabinieri, i funzionari della Farnesina, un’ambulanza. Sullo sfondo, mentre ai genitori viene spiegato quel che si sa, i quattro cani abbaiano: tra loro c’è anche Cocò, «il preferito di Andrea». «Penso agli ultimi minuti di mio figlio su quel volo, a quello che può aver provato e pensato — si dispera la donna —. È morto da solo, senza nessuno che conoscesse al suo fianco. Mi perseguita, non riesco a darmi pace».

Il 10 marzo 2019 un Boeing 737 Max di Ethiopian Airlines si schianta dopo il decollo vicino ad Addis Abeba. Perdono la vita in 157, di cui 8 italiani. Nei tre giorni successivi le autorità di tutto il mondo mettono a terra l’aereo. Oltre sette mesi dopo i 737 Max sono ancora fermi.

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Al Giro d’Italia le sale-stampa – primi anni Duemila – erano scuole elementari e medie, municipi e misericordie, palazzetti dello sport evacuati dalle abituali attività e trasformati in accampamenti per giornalisti e bivacchi per fotografi, attrezzati con stampanti e fotocopie,...


I tre anni nell’incubatore della VF Bardiani hanno dato i loro frutti. Matteo Scalco ha ventun anni e un bel bagaglio di esperienza in corse di spessore, ora è il momento di spiccare il volo. Passato direttamente dagli juniores a...


Dopo il notiziario di Paolo Broggi, non perdetevi il quarto d'ora di chiacchierata tra il nostro Federico Guido e il campione italiano Filippo Conca: metà intervista sul momento vissuto dal lariano della Jayco AlUla, la seconda metà sull'evoluzione del ciclismo...


Il 2025 di Alessandro Romele non è andato come il corridore dela XDS Astana sperava. Non per colpa sua ma per quella maledetta caduta durante il campionato italiano su strada a Gorizia in Friuli in cui Romele riportò escoriazioni e...


Dopo 10 anni il Giro d’Italia ritorna a Cassano d’Adda (Milano). Lo anticipa Alessandro Brambilla su Tuttosport in edicola oggi: nell’edizione 2026 del Giro la tappa del 27 maggio partirà da Cassano d’Adda. Il castello di Cassano farà da sfondo ai...


Il nuovo Codice della Strada interviene sull’utilizzo delle piste ciclabili, ma lo fa in modo discutibile, introducendo nuove regole che finiscono, paradossalmente, per peggiorare la tutela dei ciclisti. La “riga bianca” che dovrebbe proteggerli non è più un confine sicuro:...


Circa un mese fa in terra africana assistevamo ad una delle più grandi sorprese del ciclismo femminile degli ultimi anni. La canadese Magdeleine Vallieres vinceva il titolo mondiale in linea da totale outsider battendo non solo le atlete favorite, ma...


Il mondo del ciclismo bergamasco è in lutto per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi, di Fausto Carrara. Primogenito di Gianni e Tonina Carrara, Fausto aveva ereditato dal padre la grande passione per il ciclismo, impegnandosi dapprima nella S.C.Leffe e, soprattutto,...


Il mondo del ciclocross è preoccupato: uno dei suoi personaggi principali, Eli Iserbyt, potrebbe non correre in questa stagione a causa di ulteriori problemi all’arteria femorale della gamba sinistra. Il belga, che difende i colori della Pauwels Sauzen - Altez...


Elia Viviani il Profeta, il Capitano:  chiamatelo come volete. Il campione veronese vanta dei trascorsi fondamentali per la sua carriera ciclistica, guarda caso, nella provincia di Treviso, dove sono passati diversi atleti nelle squadre dilettanti che poi sono diventati campioni...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024