GATTI&MISFATTI. PRIMOZ E SUPERBRAVO

GIRO D'ITALIA | 14/05/2019 | 18:52
di Cristiano Gatti

 


Quando la maglia rosa guadagna su tutti gli avversari di classifica grazie a una caduta assassina in mezzo al gruppo, io mi pongo sempre una domanda: bravo o fortunato? Per Roglic ho questa riposta: dieci per cento fortuna, novanta bravura. Fortunato a non uscirne devastato come Dumoulin, ma superbravo a correre comunque nel posto giusto, con gli occhi ben aperti, sveglio e prontissimo poi a cogliere l’occasione d’oro (parere personale: avesse fatto lo sprint sul serio, avrebbe pure vinto la tappa).


Chi segua attentamente lo sloveno nelle fasi tesissime del finale non può non notare la facilità con cui il leader sfrutta la situazione. Spettacolo. Talmente agile da sembrare senza catena. E alla fine, la mietitura: secondi di vantaggio su tutti.

Certo dire così di Roglic può sembrare una vera cattiveria contro Dumoulin, agli antipodi del ragionamento, con ferite profonde e Giro compromesso. Cosa significa, che lui è più tordo di Roglic? Ovviamente no: per l’olandese invertirei semplicemente la proporzione, dieci per cento errore di posizione e novanta per cento sfortuna.

Risultato complessivo: vale più una caduta per leggerezza di Puccio in un tratto liscio come l’olio (anche se poi al Processo vanno avanti mezz’ora con pistolotti sull’idiozia del pubblico), che quattro tapponi alpini. Però piano con la sorpresa e l’indignazione: le cadute, anche le più stupide, sono parte essenziale del Giro. Di qualunque grande corsa. Tanto per ricordare solo l’ultimo esempio: Nibali si gioca il Tour dell’anno scorso per un tifoso mentecatto che l’aggancia con la fotocamera.

E’ in fondo per questo che ogni pronostico diventa sempre un po’ ridicolo. Alla fine delle tre settimane, il più forte deve risultare anche fortunato. Basta il dieci per cento, giusto il minimo sindacale per evitare raffreddori e cadute letali. Proprio la percentuale di Roglic a Frascati. Più di un indizio. Una vera minaccia.

Ps: nota di servizio per la Rai. Apprezzabile, ma non risolutivo, l’intervento dell’arredatore sul palco del Processo, dove all’inizio gli opinionisti sembravano inquilini in attesa dei mobili. Adesso, messi a file, sembrano in aereo: Garzelli e Conti davanti in Business, Giggggetto Sgarbozza e lo scrittore Genovesi dietro in Economy. Comunque non si decolla mai.

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COMMENTI
Franzelli stonato
14 maggio 2019 19:14 marcodlda
Più che l'arredamento lo stonato è il povero Franzelli: è fuori dal contesto del ciclismo come un piguino nel Sahara. Ma chi ce l'ha messo? La Zia non la rimpiango, ma almeno sapeva distinguere una bici da un paracarro... Rai specialista nel farsi del male.... (la mancanza di Martinello è veramente di un autolesionismo colossale!)

Solo Franzelli?
14 maggio 2019 22:40 a01500
D'accordo su Franzelli: non capisce mai di cosa si stia parlando. Ma anche riesumare Sgarbozza è un atto autolesionistico. Le cadute negli ultimi km stanno diventando un grosso problema: 6 squadre per gli uomini di classifica e 6 squadre x quelli di tappa che menano in testa al gruppo fisicamente non ci stanno. Secondo me va studiata in alcune tappe una neutralizzazione parziale a 10 km dall'arrivo x gli uomini di classifica.

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