Bob JUNGELS. 10. È il più forte in Lussemburgo, ed è uno dei più belli del gruppo. Bob è il Matt Damon del ciclismo mondiale. Volto da copertina, gambe tutte da scoprire. Ha poco più di 25 anni e al proprio attivo con quella di oggi sono 14 vittorie nella massima serie, ma questa Liegi è tanta roba. Non la ruba, la prende per spianare la strada a Alaphilippe, ma poi già che c’è spiana le ultime due cotes e la strada che conduce sul colle di Ans, che per lui è il cielo, il paradiso. Bob è il Matt Damon del ciclismo, ma oggi non ha né fatto da comparsa, né tantomeno ha recitato: ha fatto maledettamente sul serio.
Michael WOODS. 8. Il signor Boschi è un vero boscaiolo canadese, che non teme di farsi venire i calli alle mani e nemmeno l’acido lattico alle gambe. Anzi, assorbe la fatica come pochi, con la costanza di uno che è nato per stare in bicicletta fino allo sfinimento. Non è un campione, ha però l’età (a ottobre saranno 32) per raccogliere qualcosa e bersi una bella birra, come questa sera, dopo un secondo che vale tanto: per lui e la sua EF. Uff.
Romain BARDET. 7. Non è esplosivo, pimpante, brillante e brioso, ma attento e concreto. Coglie l’attimo e si porta a casa un podio che fa curriculum. E morale.
Julian ALAPHILIPPE. 7. È vero che deve proteggere l’azione del compagno di squadra Jungels, ma quando nel finale, a gara già in cassaforte, partono Bardet e Woods, lui resta a guardare. È sicuramente meno forte e brillante di mercoledì. Perché la Freccia è la Freccia, la Liegi è la Liegi.
Domenico POZZOVIVO. 7,5. Podio al Trentino, quasi podio alla Liegi. Un quinto posto di grande peso per questo peso leggero della Bahrain Merida. Un piazzamento che dà lustro alla sua carriera e addolcisce la giornata storta di Nibali.
Enrico GASPAROTTO. 7,5. Lavora sodo per il team, per la causa di Nibali e del Bahrain, al pari di Visconti (voto 7), che prepara il terreno prima della Côte de la Roche-aux-Faucons. Lavora a porta a casa un buonissimo 6° posto, tanta roba per il team di Brent Copeland.
Philippe GILBERT. 6. Parte sulla Côte de la Roche-aux-Faucons e apparecchia la tavola per i suoi compagni di squadra: e che squadra. Ha solo l’imbarazzo della scelta, perché alla Quick-Step hanno tutti piuttosto fame.
Vincenzo NIBALI. 4. Non vive una buona giornata. Non cerca scuse, come è solito fare, perché Enzo è il primo a non raccontarsela. Vive una giornata no, di quelle che speri di non vivere mai. Soffre il caldo e soprattutto le variazioni di ritmo. Soffre. E noi con lui.
Davide FORMOLO. 7. È una roccia, in una corsa da duri, da gente granitica, di marmo. Nel finale un po’ si sbriciola, ma perde solo qualche frammento, la sostanza è tanta: 7° è un buon segnale per il futuro.
Roman KREUZIGER. 6,5. Ha tanta classe, anche se da sempre l’impressione di correre con il freno a mano tirato. Ma è solo un’impressione.
Sergio HENAO. 6,5. Ci prova, ma il ritmo è sempre molto alto, ed è difficile per tutti andare via. Come in una partita di calcio molto ben giocata, e con le squadre ben disposte in campo, sono gli episodi a fare la differenza.
Jakob FUGLSANG. 6.Villella (voto 7,5), fa un lavoro di grande sostanza per la punta designata dell’Astana, ma il freddo Jakob soffre probabilmente il gran caldo. Ma Fuglsang è poi questo.
Jelle VANENDERT. 6,5. Si inventa nel finale una buonissima azione, prova a rientrare su Bob Jungels, ma il campione lussemburghese è un abile cronoman, e non è facile ricucire. Alla fine, strappa.
Daniel MARTIN. 6. Fora a meno di 10 km dal traguardo, quando è lì, con tutti i migliori, e si muove con la sicurezza di chi sembra stare meglio. Non gira, ma girerà.
Tim WELLENS. 5,5. E un lottatore, ma con il sole, il gran caldo e in corse così lunghe e dure, Tim diventa quasi un corridore normale.
Alejandro VALVERDE. 5. Anche lui non vive una giornata felicissima. Già alla Freccia ha dato l’impressione di essere molto, troppo vulnerabile. Oggi troppo, molto lontano dalla condizione migliore. Arriva alle sue corse troppo stanco. Troppo vincente per vincere ancora.
Tom DUMOULIN. 6,5. Sornione, ma tosto come pochi. Lui alla Liegi non ci pensa, ma con i migliori c’è. Il Giro è prossimo, i conti si faranno anche con lui.
Anthony PEREZ e Antoine WARNIER. 6,5. Il corridore della Cofidis ha tagliato oggi il traguardo dei 27 anni e assieme all’alfiere della WB Aqua Protect si è messo nuovamente in mostra come già mercoledì alla Freccia Vallone. Corsa di fatica, in una giornata di grande caldo. Con loro Loïc Vliegen (BMC), Mark Christian e Casper Pedersen (Aqua Blue Sport), Florian Vachon (Fortuneo-Samsic), Jérôme Baugnies (Wanty-Groupe Gobert), Paul Ourselin (Direct Énergie) e Mathias Van Gompel (Sport Vlaanderen-Baloise). W tutti.
Jérôme BAUGNIES. 7. In fuga fin dal mattino, il portacolori della Wanty è l’ultimo ad arrendersi. A poco meno di 23 km dal traguardo. Dopo aver mandato fuori giri il proprio motore, per quasi cinque ore e mezza.
ha sconvolto anche il piano B della Bahrain_Merida. Chi ne ha sofferto di più è stato Pozzovivo.
Complimenti a Mike Woods!
23 aprile 2018 11:36Libertas
Ottimo risultato per questo talento canadese che aveva già fatto vedere ottime cose anche in passato sia alla Liegi che alla Freccia Vallone ma soprattutto alla Vuelta di Spagna. Vorrei ricordare che Woods ha cominciato a correre tardissimo. Prima faceva parte della nazionale canadese di atletica leggera e avrebbe dovuto disputare perfino le Olimpiadi di Londra 2012 nella disciplina dei 3.000 metri. Un grave infortunio però mise fine alla sua carriera nell’atletica e lo avvicinò alla bicicletta. Fu poi subito notato da Cristian Fanini in una corsa in Canada nel 2013 ed è stato portato in Italia nel 2014, anno in cui con la maglia di Amore & Vita – Selle SMP fece vedere ottime cose al Coppi e Bartali e ottenne un 2° posto in Canada al Tour de Beauce. Fanini fu molto bravo a lanciarlo e oggi Woods è senza dubbio un corridore tra i più forti in salita. Secondo me potrà fare un ottima prova anche al prossimo campionato del mondo. Forza Mike!!
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