IL PASTO TURCO. IL COLPO DI MOSCHETTI

PROFESSIONISTI | 22/02/2018 | 15:45
«Ero in sesta o settima posizione, alla ruota di un paio di Leopard. Ai 300 metri dall’arrivo c’è stato un attimo di esitazione. Mi sono detto che, se avessi voluto battere Kuba Mareczko, quello era il momento buono. Sono scattato. Ho guadagnato qualche metro. Non mi sono più voltato. Davanti, l’arrivo non arrivava mai. Dietro, non arrivavano neanche gli avversari. Ho vinto così».

Al suo sesto giorno di corsa tra i professionisti, Matteo Moschetti ha vinto così la sua prima corsa: la prima tappa del primo Tour of Antalya, entrando nella storia. «Chi lo avrebbe detto? Io no. Ma qualcun altro sì. Magari la mia famiglia, i miei amici, chi mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso».

Eccolo: 21 anni, di Robecco sul Naviglio (“Il paese di Andrea Noè, che mi segue fin da quando ero un ragazzino”), Francesco il papà e Cristina (Facchini) la mamma appassionati di ciclismo, la mamma ha corso anche un Giro d’Italia poi – forse felice così - ha smesso, Andrea il fratello di 16 anni che corre, Giorgia la sorella di sette che gli fa un regalino prima che lui, Matteo, se ne vada in giro per il mondo portandoselo nella valigia. Il diploma da ragioniere, l’aspirazione per l’università, la scelta del ciclismo. «I miei genitori mi hanno detto di fare quello in cui credevo, anche tutti e due, ciclismo e università, ma di farlo con il giusto impegno. Pensavo a Scienze motorie, ma tutti i laboratori erano il pomeriggio, dal nuoto al rugby, e con il ciclismo la mattina mi sembrava che l’impegno, più che giusto, fosse troppo».

Ciclismo, dunque. «La prima corsa a sette anni. Non mi ricordo se arrivai in fondo. Prima di capire, e prima di arrivare, fra cadute e altre disavventure, ce ne misi di tempo. E non mi ricordo neppure la mia prima vittoria. Però ricordo quella che mi ha cambiato la vita: un anno fa, campione italiano Under 23, una bella spinta per entrare nella squadra Polartec-Kometa, livello Continental, calendario diviso fra professionisti e under 23». La squadra diretta da Alberto Contador e Ivan Basso.

«Quando ero piccolo, e mi raddoppiavo fra calcio e ciclismo, il mio idolo era Javier Zanetti e il mio mito Gianni Bugno. Adesso apprezzo quello che ha fatto Manuel Quinziato: da corridore ha corso tanto e bene, da studente si è laureato in Giurisprudenza, e mi sembra anche una gran brava persona».

Moschetti non ha la faccia del corridore (ma se è per questo, non l’aveva neanche Quinziato): non proprio rotonda ma quasi, infatti 1,79 per 74-75 chili, «lo so che dovrei perderne almeno un paio, mi aiuterebbe in salita, ma non c’è fretta, e comunque a forza di correre li perderò. Già domani cercando di difendere la maglia di leader, e domenica tentando di vincere ancora la tappa. Poi a Rodi per una corsa di tre tappe, poi in Normandia per una di una settimana. Obiettivi: un bel Giro d’Italia Under 23 e, se possibile, il campionato italiano Under 23 e, sempre e comunque, imparare a correre».

E, come si è visto, anche imparare a vincere. «Ho fatto il ragioniere, ma in quel momento c’era poco da ragionare. C’era più da sentire, e subito da decidere. Sono un tipo tranquillo, ma in corsa non dico che mi trasformo, però tiro fuori la grinta».

Un bel colpo di Moschetti. Che ama molto i libri (“Qui mi sono portato due libri: uno ancora da aprire, ‘Il più grande venditore al mondo’, regalato con dedica da Giacomo Pedranzini, uno dei nostri sponsor, l’altro sempre da rileggere, ‘L’alchimista’ di Paulo Coelho”), che usa poco il computer (“Solo per compilare i moduli Adams per l’antidoping”), che studia le lingue (“Francese bene, inglese benino, adesso sto cercando di imparare lo spagnolo”), che la prima cosa che ha fatto dopo la vittoria non è stato attaccarsi al telefono (“Lo uso solo con il wifi dell’albergo, altrimenti mi costerebbe troppo”), che crede nelle coincidenze (“Mareczko e io siamo stati nella stessa squadra da dilettanti, la Viris di Vigevano, e con lo stesso direttore sportivo, Matteo Provini”) e forse anche nel destino (“La volata avrebbe dovuta farla Michele Gazzoli, io ero lì per aiutarlo, ma a un paio di chilometri dall’arrivo, conseguenza di una caduta di altri corridori, Michele ha avuto un problema al cambio, così ho avuto via libera per il mio finale”), che con Gazzoli divide la camera (“Ma lui russa”). Sì, proprio un bel colpo di Moschetti.

da Antalya, Marco Pastonesi
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Domani sabato 6 dicembre con inizio alle ore 11 si svolgerà presso via Enrico Berlinguer (angolo Piazzale del Museo a Prato) la cerimonia con intitolazione del tratto pratese della ciclovia Prato-Firenze a Giovanni Iannelli, il giovane ciclista pratese morto a...


La VF Group Bardiani-CSF Faizanè si prepara a dare il via ufficiale alla nuova stagione con il Training Camp Cetilar® Nutrition, in programma dal 7 al 12 dicembre a Viareggio, dove la squadra alloggerà per tutta la settimana....


La INEOS Grenadiers porta ufficialmente a 27 il numero di corridori sotto contratto per la prossima stagione annunciando, in una volta sola, il prolungamento di ben cinque suoi elementi: Michal Kwiatkowski, Brandon Rivera, Ben Swift, Kim Heiduk e Lucas...


L’Alpecin di Mathieu van der Poel e Jasper Philipsen e la Fenix di Puck Pieterse e Charlotte Kool si apprestano a cambiar nome: dal primo gennaio infatti, in virtù della partnership siglata con il marchio canadese Premier Tech, le...


Spesso siamo portati a pensare che il pedale sia un oggetto definito che non può cambiare, insomma, un elemento della bici che è arrivato a tutti gli effetti al suo massimo sviluppo, giusto?Le cose non vanno così, infatti, questo ragionamento...


Le squadre stanno iniziando ad arrivare in Sardegna: atleti e staff provenienti da 9 nazioni – Italia (la delegazione più numerosa), Paesi Bassi, Belgio, Francia, Germania, Albania, Lussemburgo, Canada e Stati Uniti d’America – sono pronte a dare spettacolo nella...


Nienke Vinke, 21enne olandese vincitrice della classifica giovani al Tour de France Femmes 2025, a fine anno lascerà il team Picnic PostNL per vestire la maglia della SD Worx Protime con cui ha raggiunto un accordo triennale. «Siamo convinti che...


Yoeri Havik e Iuri Leitao sono tornati al comando della Sei Giorni di Rotterdam al termine della terza notte di gara, con una classifica appassionante visto che ci sono quattro coppie a pari giri, impegnate a lottare per la vittoria.Ad...


Non c’è affezionato del ciclocross italiano che non conosca Borgo Barattin di Faè di Oderzo. Poche case, vigne a perdita d’occhio, ma soprattutto una enorme passione per il ciclocross. Come ogni anno questa piccola località della Marca Trevigiana ospiterà più...


Se il sapersi rialzare e andare avanti fosse una disciplina olimpica Elisa Balsamo avrebbe il primato assoluto. La fuoriclasse della Lidl Trek che ha già vinto tantissimo in carriera, spesso ha dovuto fare i conti con la sfortuna e degli...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024