INIZIATIVE | 17/02/2018 | 07:22 Se fosse stata una partita di calcio, avremmo scritto che s’è giocata davanti a spalti gremiti al limite della capienza. Clima di grande evento, all’interno della discoteca Piramidi di Boara Pisani, reso effervescente dai ragazzi dell’istituto comprensivo di Boara Pisani, Stanghella, Solesino e Vescovana che hanno iniziato la serata denominata «Lo sport è vita…Lo sport è speranza» intonando “Notti magiche”, l’inno di Gianna Nannini scritto in occasione dei mondiali italiani del ’90 che nel suo testo parla di sogni che si trasformano in realtà “quel sogno che comincia da bambino e che porta sempre più lontano… non è una favola e dagli spogliatoi escono i ragazzi e siamo noi”.
E poi i campioni, tanti e di grande caratura: Silvio Martinello e Moreno Argentin (ciclismo), Filippo Crepaldi (Baseball), Nevio Scala (ex giocatore ed allenatore), Mauro Bergamasco (Rugby), Stefano Tacconi e Vinicio Verza ex calciatori della Juventus, Nicole Orlando (atletica campionessa paraolimpica), Elena Lago (Pattinaggio artistico), Enrica Merlo (Pallavolo) e Maria Giulia Pegoraro (Basket). Tante discipline diverse raccolte sotto un'unica bandiera: raccontare e incentivare lo sport, fare solidarietà e raccogliere fondi a favore della fondazione Città della speranza clinica di Oncoematologia pediatrica di Padova. Missione compiuta grazie anche alle donazioni del comune boarese rappresentato dal sindaco Luca Pescarin.
Naturalmente il clou della serata è stato il momento in cui i “campioni” sono stati messi sotto il fuoco incrociato delle domande degli studenti ed allora sono state raccontate grandi imprese, ma anche storie di sconfitte, di gravi infortuni affrontati con ferree determinazioni, insomma storie di vita e di valori.
A proposito di quest’ultimi Stefano Tacconi, rispondendo ad una domanda sulla differenza tra gli atleti della sua generazione e gli attuali, ha affermato che ora il “dio danaro” sta prendendo il sopravento su tutto. Moreno Argentin si è soffermato sull’importanza della famiglia che deve essere abile ad assecondare il percorso di gioco del ragazzo e poi, crescendo, anche lo stile di vita deve essere consono alle fatiche che si devono affrontare per avere successo.
Silvio Martinello ha raccontato gustosi aneddoti citando Massimo Ghirotto, presente in sala, e gli allenamenti insieme di quei tempi quando «ci si dava appuntamento al castello del catajo e si andava a fare i colli».
Molto significativa la testimonianza di Vinicio Verza, quattro anni alla Juventus con Trapattoni: «La società imponeva regole rigide ma necessarie: bisognava avere un comportamento corretto verso il mondo esterno, lo facevamo trapelare attraverso le interviste giornalistiche che dovevano essere serie e coscienziose, lo stile di vita doveva essere austero, senza eccessi alimentari e comportamentali, in moto o in auto non bisognava superare certe velocità, la sera si andava dormire presto e la persona doveva essere sempre in ordine a cominciare dal taglio di capelli».
Storie già sentite e raccontate più volte, ma che per i giovani studenti sono inediti assoluti, lezioni che indicano la strada della gloria sportiva e uno stile di vita parsimonioso. Sta proprio in questo insegnamento l’enorme patrimonio di queste serate, insieme alla possibilità di essere solidali.
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