STORIA | 04/01/2018 | 07:43 Fausto Coppi, il Campionissimo del ciclismo e dello sport italiano, è stato ricordato anche a Caserta, nella ricorrenza del 58 anniversario della sua scomparsa, avvenuta appunto il 2 gennaio 1960, a soli quaranta anni e poco più.
Con una Messa in memoria, officiata nella suggestiva cappella della famiglia Michitto dedicata alla Madonna della Libera, al margine di quella sua Ercole, un grumo di case, la piccola frazione di Caserta dove Coppi, al rientro dalla prigionia in Africa, a guerra conclusa, nell' inverno del '45, svolse le mansioni di attendente del tenente inglese della RAF Towel.
E dove, quasi adottato dall'affetto e poi spronato dalla complicità di tutti, dal cortile del palazzo Antonucci in via San Vito 14, riprese gradualmente la confidenza con la bici e con il mondo luminoso dello sport, nel periodo dal febbraio fino all'aprile del '45. Dopo aver dovuto percorrere sino al fondo la buia tragedia della guerra, lui che pure era il campione del mondo dell' ora in carica e che un Giro di Italia lo aveva già vinto...
E ad Ercole, Coppi veniva celebrato, in quel quadrivio di rispetto solidale fra via San Vito e la tenuta Michitto, lì dove sarebbe iniziato nel '45 quel secondo tempo della sua gloria, certo con lo stesso affetto parallelo con cui lo si sarà ricordato in contemporanea a Castellanìa, il paesino della provincia di Alessandria, un centinaio di anime ed un campione, dove era nato nel settembre 1919.
Con un dono di grazia particolare, dal momento che ad officiare la cerimonia c'era ad Ercole don Salvatore Gravina, il novantaseienne sacerdote del luogo, una memoria lucidissima ed un garbo prezioso, che Coppi stesso aveva conosciuto in quegli anni, e che ne avrebbe dettato, in una omelia speciale, un ricordo dolcissimo. «Il nostro Coppi era come Bartali, d'altronde. Due avversari in corsa, due amici al di fuori, ma una mano ad aiutare sempre chi è in difficoltà, perchè il ciclista resta più dell'uomo nella vita il miglior modello di samaritano...».
All' evento, organizzato da Amedeo Marzaioli e Pasquale Ventriglia, erano presenti fra gli altri Alessandro Pontillo, assessore allo Sport di Caserta, Michele De Simone, delegato provinciale del CONI, Gianpaolo Iaselli, sindaco di Caserta dal 1979 al '83, Franco e Nicola D' Avino, figli del falegname Giuseppe D' Avino di Somma Vesuviana che a Coppi donò nel febbraio 1945 la sua 'bici' perchè tornasse ad allenarsi, Raffaele Salzillo, consigliere regionale della FCI, la famiglia Antonucci ed un folto gruppo di ciclisti casertani e campani del passato. Da Antonio Cardinali a Giovanni Di Giacomo, da Andrea e Giuseppe Della Peruta a Vincenzo e Luigi Marzaioli, da Giovanni Auriemma ad Antonio Terracciano, da Luigi Giordano a Giuseppe Coppola, da Pietro Delli Paoli a Franco Bruno, Angelo Letizia, Sossio Bencivenga....
In quel villaggio universale del ciclismo, sotto le stelle lontane di Coppi, che sembra pure guardare, da Castellanìa a Caserta, sempre al futuro.
Gian Paolo Porreca da Il Mattino, ed. Caserta, 3/1/18
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