STEFANO CECINI E IL BAMBINO DI 30 ANNI FA

STORIA | 26/12/2017 | 07:20
Ci sono storie che non vengono mai raccontate o vengono volutamente dimenticate: per pudore, per modestia, perché è giusto così.

Accadde trent'anni fa: subito dopo Chernobyl arriva in Valtellina un bambino affetto da una grave malformazione e da gravi problemi cardiaci destinato, secondo i medici, a non raggiungere la maggiore età. Lo ospita a casa sua l'ex professionista Stefano Cecini, insieme ad Antonio Clivati, un suo amico ed ex direttore sportivo della società ciclistica nella quale militava.

I due si danno da fare per far sì che Anatolij possa essere operato a Bergamo per cercare di porre rimedio ai danni (soprattutto a quelli cardiaci). "I medici gli avevano dato poche chance di sopravvivere oltre i 18 anni", racconta Cecini, oggi impegnato con il progetto paraciclistico Mortirolo-Lanzarote. "Con l’interessamento degli ospedali di Sondalo e Bergamo, all’aiuto di alcune organizzazioni e alle donazioni degli abitanti di Livigno, siamo riusciti a far sì che Anatolij si sottoponesse ad una delicata operazione a Bergamo. Un mese il ragazzo ritornò nel suo Paese natale".

Da allora, ricordiamo che parliamo di trent'anni fa, le strade di Stefano e Anatolij si dividono. «Ho pensato spesso a quel bambino, ho provato anche a far ricerche su Facebook, ma ricordavo solo il nome del battesimo e quindi non ho avuto successo» racconta Cecini.

La svolta della storia, che merita di essere raccontata, arriva poco più di un mese fa, quando Cecini ha ricevuto la telefonata di un'addetta della tv russa, redattrice di una trasmissione che ricorda "Carramba che sorpresa". Stefano e Antonio volano in Russia e in diretta tv riabbracciano Anatolij. "Mi sono messo a piangere come un bambino. Lui sta bene, ha 35 anni, è sposato e ha una bellissima bimba. C’erano lui e la mamma che ci ha ringraziato per quello che abbiamo fatto. È stato veramente un momento di gioia indescrivibile, uno splendido regalo di Natale".
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