CASO ORKEN, UNA SCONFITTA PER TUTTI

PROFESSIONISTI | 22/12/2017 | 09:05
Un sogno durato un mese o poco più, poi una lettera amara per annunciare l'addio: «Ringrazio molto la Israel Academy per l'opportunità che ho avuto, sin dall'inizio sono stato accolto come in una famiglia. Ma sfortunatamente i recenti avvenimenti mi hanno portato a questa decisione. La mia famiglia a Konya - e specialmente mia madre e mio fratello - si è trovata in una situazione terribile. Sono un corridore, ma in primo luogo un figlio devoto e un fratello. È stata un'esperienza unica e continuerò a sperare che questo programma vada avanti».

Chi scrive è Ahmet Orken, il campione di Turchia, che nel 2018 avrebbe dovuto correre per la Israel Cycling Academy, primo tassello di un progetto interculturale e interreligioso presentato con tutti gli onori del caso.

Non è questo, chiaramente, il luogo per l'analisi socio-cultural-politica né quello per stabilire se le colpe siano da attribuire a Trump, Erdogan, Netanhyau, Abbas o chi per essi. È semplicemente il luogo in cui registrare una nuova, amara sconfitta dello sport.

a cura della redazione di tuttobiciweb
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