STORIA | 09/11/2017 | 07:11 Ritrovarsi e rivedersi dopo parecchi anni e provare, entrambi, visibile e non nascosta commozione. E’ successo domenica 5 novembre a Jesolo, al 43^ ritrovo Glorie Ciclismo Triveneto, dove due veneti d’origine, il trevigiano Guido De Rosso e il padovano Alcide Cerato si sono ritrovati. Erano stati compagni di squadra nei primi anni ’60 alla Molteni e Cerato ha salutato De Rosso con uno squillante “Ciao capitano” che, al momento, ha sorpreso un po’ lo schivo trevigiano di Farra di Soligo che ha sempre privilegiato, dopo la carriera, vivere e lavorare fra i suoi pregiati vigneti di prosecco. Ora, ripresosi al meglio da un pesante investimento stradale, in compagnia del suo amico, collega corridore e vicino di casa, Tommaso “Tom” De Prà, talvolta frequenta, sempre comunque con la consueta riservatezza, l’ambiente degli ex. Hanno ripercorso un tratto della loro storia e della loro vita il vincitore della prima edizione del Tour e l’Avenir nel 1961, Guido De Rosso, che fra i professionisti è stato anche campione d’Italia e vincitore di varie corse di rilievo, corridore di fondo, un regolarista dal rendimento costante e Alcide Cerato, che nella massima categoria ha pedalato tre stagioni cogliendo fra l'altro il tero posto al Lombardia del 1962. A completare il quadro c’era anche il milanese Marino Vigna, dapprima collega corridore di De Rosso e poi suo d.s. nel finale di carriera alla Faema.
Altra “accoppiata vincente” nel mezzofondo con vari titoli iridati e tricolori che si è ritrovata, anche se per loro la frequentazione è assai assidua, è quella composta da Domenico De Lillo, non veneto in verità, e Bruno Vicino, trevigiano di Villorba, vincitore di tre titoli iridati al rullo della moto condotta da De Lillo, titolare di un lungo palmarés ella specialità anche come corridore, che ha guidato alla vittoria iridata fra i “puri” anche il comasco Roberto Dotti.
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