FESTA CARRERA. 30 ANNI FA UN DUE TRE ROCHE! GALLERY
La splendida location della festa
Claudio Chiappucci
La carrellata delle maglie conquistate dalla Carrera
Guido Bontempi, Giuseppe Archetti e Umberto Inselvini
Tito Tacchella e Gianluigi Stanga
Giuseppe Martinelli con il direttore di Sky Sport Giovanni Bruno
Davide Boifava con Beppe Conti
Nicola Miceli, Sandro Quintarelli e Filippo Simeoni
Giovanni Battaglin con Renato Di Rocco
Urs Zimmermann
Una bici Carrera ad accogliere gli ospiti
Bruno Leali
Stepen Roche
La torta celebrativa
Carrera è... jeans
Ed ecco il taglio della torta
Il momento della foto di gruppo
STORIA | 30/09/2017 | 14:25 È poi li chiamano sponsor, anche dopo trent’anni, dopo una vita trascorsa in bicicletta e tra le biciclette, e altrettanti passati a ricordare quei giorni indimenticabili carichi di pathos.
Li chiamano sponsor, ma i fratelli Tacchella (Tito, Imerio e Domenico, ndr), i signori della Carrera Jeans, che con Davide Boifava hanno saputo costruire un sodalizio vincente durato dieci anni e arricchito da successi infiniti sono parte integrante della famiglia e della storia del ciclismo. Silenziosamente sono sempre stati qui, vicino a questi ragazzi, che oggi nella sede di Caldiero alle porte di Verona si sono dati appuntamento per ritrovarsi tutti assieme, come dei vecchi compagni di scuola o commilitoni. Eterni ragazzi di squadra, che da ragazzi hanno saputo fare cose eccezionali, come vincere un Giro, un Tour e un Mondiale con Stephen Roche nello stesso anno. «È stata un’annata pazzesca – ha raccontato l’irlandese applauditissimo come nessuno -, che mi ha reso immortale».
Tanti i campioni presenti, tante le pagine di storie scritte in questi 30 anni, che molti di loro hanno rievocato e amano raccontare con quei toni e quell’enfasi da romanzo d’appendice. Trent’anni fa, un due tre: Roche Un’annata da leggenda. «Ho avuto la fortuna di fare cose eccezionali con una squadra eccezionale – ha detto l’irlandese in un italiano più che buono -. Se mi chiedono di più di Sappada o di quel fantastico tris? Uguale, sono episodi che non si cancellano, sono cose che fanno parte della storia».
Chiappucci in maglia rosa, Roche lo fulmina con una battuta: «Era l’unico modo che avevi per vestirla». El Diablo incassa e con dolcezza ribatte: «L’ho fatto per te. Tu ormai sei un signore troppo serio, tutto giacca e cravatta. Sapevo che non l’avresti messa, e all’ora l’ho messa io».
Davide Boifava, come sua abitudine, fa il padrone di casa nell’ombra. Saluta, stringe mani e ricorda. Presenta anche con un pizzico di pudore e di timidezza la sua nuova creatura, un gioiello di nome AR01. E anche la grande famiglia Carrera ha presentato l’ultimo nato, il “passport”.
Poi filmati, ricordi, brindisi e torte. Un pomeriggio insieme, a raccontarsi storie, con la semplicità propria del ciclismo, che unisce e non dimentica. C’erano tanti corridori, tanti davvero. C’erano Roche e Chiappucci, non c’era Roberto Visentini. Mancavano Marco Pantani e Samuele Schiavina: ma c’erano. Eccome che c’erano.
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