PACIONI. «Tappa incerta, ma la fuga è andata». AUDIO
PROFESSIONISTI | 10/09/2017 | 09:43 Una vittoria costruita con intelligenza tattica quella di Luca Pacioni nella prima tappa del Tour of China I 2017: il 24enne della Androni Giocattoli Sidermec è infatti entrato nella fuga giusta e ha battuto i compagni d’avventura in una volata impeccabile, al termine di una frazione velocissima.
Sotto il podio della premiazione a Weichang, abbiamo raccolto le impressioni a caldo, pochi minuti dopo aver trionfato.
Una preziosa vittoria per la squadra e una bella soddisfazione per te oggi
«Oggi eravamo partiti con l’idea di un arrivo in volata di gruppo, ma eravamo consapevoli che ci fosse una piccola possibilità che potesse arrivare un piccolo gruppetto. A quaranta km dall’arrivo ho visto che si stava formando una fuga di cinque corridori così sono partito tutto solo dal gruppo e sono rientrato. Se ne sono aggiunti altri e siamo rimasti lì con massimo 30 secondi, ma è andata bene. Ho cercato di risparmiare un po’ mentre ero in fuga, perché sapevo che ero uno dei più veloci e ho vinto».
Oggi avete completato la tappa a circa 48km/h di media
«Si sapeva che sarebbe stato molto alto, le prime tappe sono quelle più incerte e tutti vogliono andare in fuga, quindi è sempre difficile che il gruppo la lasci andare. Ma oggi la fuga è andata e sono riuscito a vincere, sono molto contento».
Un piccolo pensiero alla classifica generale ora che vesti la maglia gialla?
«Vediamo. Domani e dopodomani le tappe iniziano a essere più impegnative. Io non sono un velocista puro e sulle piccole salite mi difendo abbastanza bene, cercheremo di tenerla il più a lungo possibile poi conquistare anche la classifica finale».
Il secondo classificato, Liam Bertazzo, non nasconde la delusione per la mancata vittoria:
«Sono molto dispiaciuto, ci tenevo alla vittoria, ci ho creduto fino alla fine, poi negli ultimi 30 metri mi si sono spente le gambe e mi ha passato. Ci riproverò. Oggi è stata una giornata molto provante, è solo il terzo giorno che siamo qui e il jet-lag si sente, in più il ritmo è stato davvero alto sin dalla partenza».
Qui sotto, il file audio con le interviste da ascoltare.
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