C'ERA UNA VUELTA. IL PICCOLO WALT

STORIA | 30/08/2017 | 07:11
C’era una Vuelta un genio, ma al principio fu una storia complicata. Isabel Zamora era una ragazza giovane e bella, e lavorava come lavandaia nella casa del medico condotto di Mojacar, incantevole borgo dell’Almeria, nel profondo sud della Spagna. Quando si accorse di essere rimasta incinta, Isabel prima si vergognò poi andò a parlare con il dottore. Lui aveva una moglie, e del bambino non volle saperne. Le diede un po’ di soldi per liberarsene, e Isabel invece li usò per imbarcarsi da Cartagena. Sarebbe diventata americana. A Chicago viveva già suo fratello Juan, avrebbe trovato un lavoro anche per lei. Il bambino lo chiamò José, José Guirao Zamora. Nessuno doveva sapere che suo padre era il dottor Carrillo.
 
Qualche mese dopo lo sbarco di Isabel, nel 1902, Elias e Flora Disney danno una festa per il battesimo del loro bambino, che chiamano Walter Elias. Elias è un agricoltore di origini irlandesi, sua moglie Flora Call viene da una famiglia tedesca e fa la maestra di scuola. Cinquanta metri più giù, nella stessa strada, abitano anche Juan Zamora e sua sorella, emigrati a Chicago dalla Spagna. Quattro anni più tardi, i Disney si trasferiscono in una fattoria nei dintorni di Marceline, Missouri. Chicago sta diventando troppo violenta, dicono ai vicini che li vedono caricare i mobili sul furgone. Da quel giorno Isabel non incontrerà mai più il suo bambino. Quando il piccolo Walt ha nove anni, i Disney vanno a vivere a Kansas City: Elias si è ammalato di tifo e non può più lavorare nei campi. Comincia a vendere giornali, e il suo bambino lo aiuta. Quando scoppia la prima guerra mondiale, il giovanissimo Walt va in Francia a guidare le ambulanze. Quando torna in patria, lo assumono in un’agenzia di pubblicità e lì si accorgono che ha un notevole talento per il disegno.

Quello di Walt Disney è il sogno americano, la storia classica dell’uomo che dal nulla crea un impero, una vita meravigliosa capace di far sognare tutti i bambini del mondo, cambiandolo per sempre. Cinquantanove volte candidato all’Oscar, ventidue volte vincitore, senza contare le quattro statuette alla carriera, Disney è stato troppo perché l’America potesse permettersi di perderlo. Negli anni Quaranta, quando la rivista spagnola rivelò al mondo la storia di Mojacar, Walt mandò tre uomini degli Studios in Almeria, a indagare. Si sa che richiesero lo stato di nascita di José Guirao Zamora, ma qualcuno disse che era andato perduto in un incendio, durante la guerra civile. Da quel momento in avanti, la Walt Disney ha sempre smentito la storia di Isabel Zamora e del suo bambino.

Soltanto Salvador Dalì, che aveva lavorato con Disney a un documentario, nel ‘46, un giorno disse che Walt gli aveva confessato di sentirsi andaluso. Dalì non lo smentì nessuno. Un genio è un genio, non serve altro.
   
Undicesima tappa, Lorca-Osservatorio astronomico di Calar Alto, km 187,5; al km 70 la corsa attraversa Mojacar.
Se siete lì, provate le migas, il piatto dei pastori andalusi: briciole di pane raffermo ammorbidite nell’acqua e poi saltate in padella con aglio e olio d’oliva.

Se non siete alla Vuelta, cliccate qui e tornate bambini.
https://www.youtube.com/watch?v=yrEp2ydBu6s
   
Alessandra Giardini
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