C'ERA UNA VUELTA. IL GEMELLO SBAGLIATO

STORIA | 25/08/2017 | 07:07
C’era una Vuelta una lettera che per disgrazia arrivò al gemello sbagliato. Successe nella struggente Cuenca, la città cara agli astrattisti e famosa per le sue case sospese, primo esempio di grattacieli nell’architettura mondiale. I due fratelli gemelli erano identici nell’aspetto: la stessa eleganza nel vestire, la stessa abilità a cavallo, lo stesso coraggio nel battersi con la spada.

Ma la loro somiglianza finiva qui: tanto Nicolas era dolce, pacifico e timorato di Dio, quanto Juan era impulsivo, maligno e con il vizio di sciupare fanciulle. Un giorno una di queste, attraversando la strada, si innamorò fulmineamente di Nicolas, e cominciò a scrivergli lunghe lettere d’amore. L’ultima, dove gli chiedeva di poterlo finalmente incontrare, finì per errore fra le mani di Juan, che ne rimase stupito ma non dubitò per un attimo che l’invito non fosse per lui. Cominciò a frequentare la casa della donna, e si approfittò di lei, così dice la favola che raccontano le nonne di Cuenca, nella Mancha.

Quando Nicolas, il gemello dolce, venne a sapere quello che era successo, andò a cercare Juan e lo uccise in un impeto di rabbia. Resosi conto del crimine orrendo che aveva commesso, si diede alla fuga. Mentre stava attraversando il torrente Jùcar, l’acqua travolse lui e il suo cavallo e li mandò a sbattere contro una roccia. Di loro non si seppe più niente. Forse morirono annegati, o magari riuscirono a rifarsi una vita.

Nella Vuelta che arriva oggi a Cuenca, corrono i gemelli Adam e Simon Yates, inglesi della Orica. Adam ha vinto la Clasica di San Sebastian lo scorso anno, e sempre l’anno scorso Simon ha vinto una tappa alla Vuelta.

Non è il primo caso in gruppo. Tragica fu la storia dei gemelli Otxoa Palacios, baschi della Kelme, travolti a ventisette anni da una macchina mentre si stavano allenando - come sempre insieme - sulle strade di Càrtama, non lontano da Malaga. Era il 15 febbario 2001. Fu la fidanzata di Javier l’unica a riconoscerli: Ricardo era morto sul colpo, Javier rimase in coma più di due mesi e poi si risvegliò. Si era rotto tibia, perone e i due omeri ma soprattutto cinque vertebre. Non ha più camminato, ma in bici ci va ancora. Suo padre, Ricardo senior, lo segue in macchina con le luci di emergenza in funzione, soltanto così Javier vince la paura. Ha vinto due medaglie d’oro alle Paralimpiadi di Atene e di Pechino. Ma quella era la sua seconda vita, quella da figlio unico.

Settima tappa, Llìria-Cuenca, km 207.
Se siete in zona
e non siete vegani, ordinate le sublimi (così dicono) manitas de cordero e orejas a la plancha, zampe di agnello e orecchie ai ferri.

Se seguite la Vuelta a distanza, ascoltate Rino Gaetano che canta «Mio fratello è figlio unico».
https://www.youtube.com/watch?v=ZgaGPuLDBG4

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