PROFESSIONISTI | 01/08/2016 | 14:16 È un oro davvero prestigioso e per sincerarsene basta scorrere l'elenco dei ciclisti al via e che sabato 6 agosto assegnerà la prima medaglia dell'Olimpiade di Rio. Da Vincenzo Nibali ad Alejandro Valverde, da Purito Rodriguez a Romain Bardet, da Richie Porte a Steven Kruijswijk, fino ad Alberto Rui Costa e a Fabio Aru. Con l'incognita Froome che è iscritto ma al momento sembra intenzionato a fare solo la crono.
L'elenco degli iscritti alla prova su strada è davvero notevole e non ha nulla da invidiare alle grandi classiche del ciclismo. La gara che parte e arriva a Copacabana sarà ovviamente quella più attesa ma ai Giochi olimpici il programma prevede altre 18 gare di ciclismo, delle quali nove maschili e altrettante femminili, distribuite su quattro specialità: strada, pista, mountain biking e Bmx.
L'Italia del ciclismo a Rio ci riproverà: nella strada l'appuntamento con l'oro manca da 12 anni, da Atene, dove Paolo Bettini mise la prima pietra di uno storico tris con i due ori mondiali.
La serie d'oro per i colori azzurri si aprì con Attilio Pavesi che, su un tracciato di 100 km, a Los Angeles nel 1932, precedette Guglielmo Segato. L'ultimo oro su strada, quello di Londra 2012, andò ad Alexandre Vinokourov, attuale dg dell'Astana.
Guardando indietro nel tempo, nel 1956, a Melbourne Ercole Baldini vinse l'oro e Livio Trapè quattro anni dopo, a Roma dovette 'accontentarsì dell'argento. Mario Zanin fu primo a Tokyo, nel 1964 e Pierfranco Vianelli a Città del Messico 1968. Giuseppe Martinelli si fermò al secondo posto a Montreal nel 1976, e il compianto Fabio Casartelli a Barcellona, nel 1992, fu oro.
E così Bettini nel 2004 ad Atene. Il ciclismo fa parte del programma dei Giochi olimpici fin dalla prima edizione dell'era moderna, quella disputata ad Atene, nel 1896.
Sempre su strada, oltre alla corsa in linea, è prevista pure una crono individuale introdotta a partire dai Giochi di Atlanta 1996, nella quale l'Italia non ha mai ottenuto medaglie. È stata invece abolita la cronometro a squadre, dove l'Italia vinse due ori (1960 e 1984). Nella gara femminile su strada l'Italia vanta due medaglie: Imelda Chiappa (argento 1996) e Tatiana Guderzo (bronzo 2008). Due ori di Paola Pezzo nella cross-country (1996 e 2000), svariati i trionfi nella pista, tant'è che il medagliere azzurro è a quota 32, solo dietro la Francia a 41. A Rio toccherà a Nibali, Aru, Viviani e compagni il compito di rimpinguarlo.
GLI ISCRITTI Algeria: Abderrahmane Mansouri, Youcef Reguigui Argentina: Daniel Diaz, Maximiliano Richeze, Eduardo Sepulveda Australia: Simon Clarke, Rohan Dennis, Richie Porte Austria: Stefan Denifl, Georg Preidler Azerbaijan: Maksym Averin Belgio: Laurens De Plus, Philippe Gilbert, Serge Pauwels, Greg Van Avermaet, Tim Wellens Bielorussia: Vasil Kiryienka, Kanstantsin Siutsou Brasile: Murilo Fischer, Kleber Ramos Bulgaria: Stefan Hristov Canada: Antoine Duchesne, Hugo Houle, Michael Woods Cile: Jose Rodriguez Colombia: Esteban Chaves, Sergio Henao, Miguel Angel Lopez, Jarlinson Pantano, Rigoberto Uran Costa Rica: Andrey Amador Croazia: Kristijan Durasek, Matija Kvasina Danimarca: Jakob Fuglsang, Christopher Juul Jensen, Chris Anker Sorensen Ecuador: Byron Guama Emirati Arabi Uniti: Yousef Mohamed Mirza Eritrea: Daniel Teklehaimanot Estonia: Tanel Kangert, Rein Taaramae Etiopia: Tsgabo Grmay Francia: Julian Alaphilippe, Warren Barguil, Romain Bardet, Alexis Vuillermoz Germania: Emanuel Buchmann, Simon Geschke, Maximilian Levy, Tony Martin Giappone: Yukiya Arashiro, Kohei Uchima Gran Breatagna: Steve Cummings, Chris Froome, Ian Stannard, Geraint Thomas, Adam Yates Grecia: Ioannis Tamouridis Guatemala: Manuel Rodas Hong Kong: King Lok Cheung Iran: Ghader Mizbani, Arvin Moazemi, Mirsamad Pourseyedi Irlanda: Daniel Martin, Nicolas Roche Italia: Fabio Aru, Damiano Caruso, Alessandro De Marchi, Vincenzo Nibali, Diego Rosa Kazakhstan: Bakhtiyar Kozhatayev, Andrey Zeits Korea: Ok Cheol Kim, Joon Yong Seo Lettonia: Aleksejs Saramotins, Toms Skujins Lituania: Ignatas Konovalovas, Ramunas Navardauskas Lussemburgo: Frank Schleck Marocco: Anass Ait El Abdia, Soufiane Haddi, Mouhssine Lahsaini Messico: Luis Lemus Namibia: Dan Craven Norvegia: Edvald Boasson Hagen, Sven Erik Bystrom, Vegard Stake Laengen, Lars Petter Nordhaug Nuova Zelanda: George Bennett Olanda: Tom Dumoulin, Steven Kruijswijk, Wout Poels, Bauke Mollema Polonia: Maciej Bodnar, Michal Golas, Michal Kwiatkowski, Rafal Majka Portogallo: Andre Cardoso, Rui Costa, Jose Mendes, Nelson Oliveria Porto Rico: Brian Babilonia Repubblica Ceca: Jan Barta, Leopold Konig, Zdenek Stybar, Petr Vakoc Repubblica Dominicana: Diego Milan Romania: Serghei Tvetcov Russia: Sergei Chernetckii, Pavel Kochetkov Rwanda: Adrien Niyonshuti Serbia: Ivan Stevic Slovacchia: Patrik Tybor Slovenia: Matej Mohoric, Jan Polanc, Primoz Roglic, Simon Spilak Spagna: Jonathan Castroviejo, Imanol Erviti, Jon Izagirre, Joaquim Rodriguez, Alejandro Valverde Stati Uniti: Brent Bookwalter, Taylor Phinney Sudafrica: Daryl Impey, Louis Meintjes Svizzera: Michael Albasini, Fabian Cancellara, Steve Morabito, Sebastian Reichenbach Tunisia: Ali Nouisri Turchia: Onur Balkan, Ahmet Orken Ucraina: Andrei Grivko, Denys Kostyuk, Mark Padun Venezuela: Yonathan Monsalve, Miguel Ubeto
Che lá corsa si decida sulle salite finali. COn squadre ridotte, pavê e strappi nei primi due terzi di corsa, e gente come Van avermaet, Cancellara, Martin, Thomas e Cummings... Gli scalatori potrebbero avere amare sorprese
lupin3
2 agosto 2016 14:44foxmulder
Hai detto tutti bei nomi. Che ci potrebbero benissimo stare, specialmente Cummings e Van Avermaet per quello che hanno fatto vedere al Tour. Thomas lo vedo un po' legato dalla strategia di Froome, mentre per Cancellara secondo me c'è troppa salita. Martin non saprei. Per scollinare l'ultima salita dovrebbe rimanere da solo molto molto presto...
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