TUTTOBICI | 28/07/2016 | 07:49 Da un po’ di anni passo tanti giorni del mese di luglio in Francia e mi telegodo ore e ore di Tour, sempre belle cose nonostante la prolissità enfatica di tanti commentatori francesi, a proposito dei quali penso a cosa di pomposo, solenne, da grandeur iperpraticata, farebbero direbbero proclamerebbero in caso di ciclismo francese dominante. A ottanta anni compiuti, passati, magari in tanti sensi suonati, mi piace emettere alcune considerazioni sul mio giornalismo molto francofono e persino francomane, sia per ringiovanirmi sia per scrivere qualcosa che forse interessa. Sì, perché io ho cominciato col giornalismo vero grazie anche se non soprattutto alla Francia, e ciclismo, e al Tour.
Anno1960 dunque: l’ho cominciato da giornalista abusivo, l’ho finito da praticante cioè ormai giornalista professionista (l’esame allora non c’era). Primo grosso servizio dal 1° di gennaio, il reportage sul ricovero in ospedale e morte e funerali di Fausto Coppi, che avevo fatto in tempo a conoscere nel 1959, l’anno del mio primo ciclismo da scrivano sin lì tuttofare. Piango il mio amatisismo Coppi, i miei servizi piacciono, tutta Italia legge e piange, al giornale si accorgono di me (ero stato mandato a Tortona semplicemente perché i vecchi della redazione erano tutti stanchi dopo la veglia di capodanno). In quello stesso inverno vengo inviato, una sorta di premio, ai Giochi olimpici invernali di Squaw Valley, California, Usa, per la prima delle mie ventiquattro Olimpiadi giornalistiche. Mia America ok e allora la grande idea del direttore. Visto che io parlo bene francese, visto che affermo di sapere anche di calcio, mi mandano a Parigi per un paio di mesi, maggio e giugno, però alberguccio con stanza senza bagno e pasti leggeri convenzionati.
Si gioca a pallone per la Coppa delle Città delle Fiere (embrione della Coppa Uefa ora Europa Cup), ci sono tante squadre italiane che vanno in Francia e squadre francesi che vanno in Italia, poche partite hanno inviati al seguito, d’accordo con L’Equipe, quotidiano sportivo transalpino e vangelo mondiale, io sto nella redazione centrale di Parigi nelle sere delle partite in Francia e leggo le copie degli articoli su di esse (carta carbone dei dattiloscritti degli stenografi che allora “traducevano” le telefonate dei loro inviati e corrispondenti). Traduco mentalmente perché non c’è il tempo di scrivere e detto agli stenografi del mio giornale. Il tutto in una ridda spaventosa di chiamate avventurose, di telefoni precari, di bordelli assortiti. Sempre lavorando sul tempo che stringe, ascolto i testi che dal mio giornale mi leggono sugli incontri delle squadre francesi in Italia e al volo li riassumo a parole ai colleghi parigini, i quali prendono appunti e poi estendono gli articoli veri e propri. Molti infernali ed eccitanti giorni così, intanto che scrivo dello sport francese, allora ancora “patito” da noi, che si prepara ai Giochi olimpici di Roma prossimi venturi.
Grazie al francese studiacchiato a scuola, perfezionato per conto mio da amante di Edith Piaf e affinato nei miei vagabondaggi giovanilissimi sulla Costa Azzurra e persino con pretesti assortiti a Parigi, dove per prima cosa andavo a vedere “les danseuses nues” del Concert Mayol, teatrino osé, io italianuccio del paese della tetta coperta, faccio un buon lavoro. Mi premiano lasciandomi in Francia, a seguire il Tour (nel 1959 avevo seguito il mio primo Giro, in quel 1960 il lavoro presso L’Equipe si era sovrapposto alla corsa rosa). Vince Gastone Nencini nel nome di Fausto Coppi, Defilippis e Battistini e Pambianco sono bravissimi pure loro, produco una montagna di articoli che piacciono anche perché vengono letti da gente bene predisposta dai successi italiani nella corsa gialla. E mi mandano, ancora una sorta di premio al posto dello stipendio sempre smilzo, ai Giochi di Roma, dove il nostro ciclismo vince tantissimo e dove il mio Livio Berruti, amico fraterno e pure compagno di scuola, conquista l’oro dei 200 metri: e ovviamente io con lui ho vita giornalistica facile.
A Roma mi permetto persino di “vilmente” tifare perché la Francia dello sport sostenuto dallo stato non faccia buone cose: e infatti vince soltanto un oro nell’equitazione, l’ultimo giorno, dopo che per due settimane mi sono goduto le facce deluse dei colleghi francesi. Mi spiace per il paese che amo, la patria dei lumi e della grande rivoluzione e di tante intelligenze e di tanta libertà, oltre che di Jacques Anquetil e Edith Piaf e di grandi cibi e vini, ma sono contento per i francesi tronfi, anche giornalisti.
Tempo di Tour, amo sempre più la Francia ma non riesco a trovare simpatici i francesi, almeno quelli della grandeur permanente, goduta e sofferta (“sono, siamo italiani di cattivo umore”: lo disse Jean Cocteau, uno di loro). Però devo a loro oltre che alla Francia questo articolo.
Quale sarà il futuro di Julian Alaphilippe, Kasper Asgreen e Casper Pedersen? I tre fanno parte tutti della Soudal-Quick Step e per Patrick Lefevere, se le richieste saranno ragionevoli, potranno restare tutti nella sua squadra: le trattative dovrebbero iniziare la...
Il mondo del ciclismo, con le sue immagini e le sue emozioni, è protagonista di una splendida mostra al Forte di Bard, la fortezza che è la vera e propria porta della Valle d'Aosta. Il ciclismo che emoziona milioni di...
Era il 7 maggio del 2023 quando Gaia Realini salì sul podio finale della Vuelta Femenina assieme alla vincitrice Annemiek Van Vleuten e alla seconda classificata Demi Vollering. A meno di un anno da quello storico terzo posto, la 22enne...
E allora mai dire mai, pure a fine mese, pure quando un mondo esangue di ciclismo nel tuo mondo ti consegna al passato. E allora, mai dire mai, quando stai per anticiparti ad aprile la rubrica di maggio, con tanto...
Mancano meno di 100 giorni alle Olimpiadi di Parigi e i padroni di casa non si sentono i favoriti per una medaglia nel ciclismo su strada. Le gare di ciclismo si svolgeranno dal 27 luglio al 4 agosto e quella...
Briko®, azienda impegnata a 360° nel ciclismo, ha appena avviato una lodevole campagna di rottamazione e recupero dei caschi da bici chiamata “UpCycling”. L’iniziativa, già attiva dal 15 aprile, permette ai clienti Briko® di ricevere un bonus fino a 30 euro valido per l’acquisto...
Scocca l’ora del primo Grande Giro della stagione per UAE Team ADQ che da oggi fino a domenica 5 maggio sarà impegnata a La Vuelta Femenina. Si comincerà con la cronometro a squadre a Valencia. Il menù della corsa propone...
La data del 25 aprile 2024 sarà ricordata a lungo dai sostenitori e dai dirigenti del Gruppo Sportivo Cintellese 1987 di Cintello di Teglio Veneto per aver ricevuto giovedì il prestigioso Premio San Marco nel corso di una cerimonia ufficiale...
Il Gran Premio della Liberazione, organizzato per il quarto anno dal team di Claudio Terenzi, ha vissuto oggi il suo epilogo in grande stile con le tre corse giovanili. Non prima, però, di aver popolato ieri il circuito di Caracalla di cicloamatori e...
La UAE Team Emirates detta legge anche nella Ribera de Arriba / Ribadesella, seconda tappa della Vuelta Asturias. Alla conclusione dei 200 chilometri in programma António Morgado, vincitore settimana scorsa del Giro di Romagna, ha anticipato Albert Torres, spagnolo della...
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.