Amore&Vita McDonald's lancia il "Giro nel Giro d'Italia"

| 24/01/2009 | 15:09
E’ ufficiale: Amore & Vita McDonald’s correrà il “Giro nel Giro d’Italia”, ovvero ogni giorno il team percorrerà il percorso identico a quello ufficiale della corsa rosa. La notizia è stata resa nota dopo l’incontro tra Ivano Fanini, Enrico Polo e lo sponsor Andrea Rigoni, titolare della Rigoni di Asiago, azienda leader in Europa nella produzione di prodotti biologici come marmellate, miele, ecc. e che da oltre 20 anni sponsorizza varie iniziative e manifestazioni nel ciclismo. Nella passata stagione, la Rigoni è stata sponsor della 1^ tappa del Giro d’Italia Ciclocross svoltasi ad Asiago. Perfino negli USA, dove ha molti interessi commerciali, l’azienda veneta ha avuto l’anno scorso una squadra professionistica continental con la sola denominazione Fior di Frutta cycling team. In base all’accordo appena concluso, i logo Rigoni di Asiago e Fior di Frutta saranno ben evidenti sulla divisa da gara di Amore & Vita McDonald’s, quest’anno affiliata negli Stati Uniti. Per Fanini si tratta di un ritorno in America dopo l’esperienza risalente agli anni ottanta con il team Fanini Pepsi Cola capitanato da Giovan Battista Baronchelli e Roberto Gaggioli. Oltre alla sponsorizzazione del team e all’organizzazione logistica curata dal responsabile Marketing Ciclismo della Rigoni, Enrico Polo, l’accordo prevede il finanziamento totale di tutte le spese per effettuare il Giro dentro il Giro d’Italia. «Di sicuro si sa solo che sarà la dimostrazione delle enormi difficoltà che incontreranno atleti che corrono “a pane e acqua” nell’affrontare 21 tappe massacranti - spiega patron Fanini e continua -: avranno a loro disposizione solo un’alimentazione curata e sana soprattutto grazie ai prodotti biologici messi a disposizione dalla Rigoni di Asiago. Verranno monitorati e pubblicati i valori ematici e le differenze di prestazioni dalla prima tappa all’ultima, pur sapendo che la media oraria dei 16 corridori di Fanini non è paragonabile a quella dell’intera carovana, essendo gruppi troppo diversi per quantità, motivazioni ed evoluzione della corsa. Chiunque, dai Nas alle federazioni, all’UCI potrà intervenire quando vuole per qualsiasi controllo». «Le mie squadre - aggiunge Fanini - vantano la più lunga tradizione professionistica in campo mondiale. Ho fatto 15 Giri d’Italia consecutivi vincendo una quindicina di tappe, classifiche individuali e a squadre, maglie di leader e quindi ci siamo tolti molte soddisfazioni in campo agonistico. Purtroppo però dopo alcuni anni ci siamo resi conto che molte di quelle vittorie erano macchiate dal doping e quindi oltre dieci anni fa abbiamo deciso di dare una svolta alla nostra squadra cambiando radicalmente le proprie scelte. Ho scoperto tutto il male che c’era dietro il ciclismo, ho saputo cose da far rabbrividire, ho visto troppi morti, imbrogli anche di corridori passati nelle mie squadre. Da allora abbiamo detto basta ed ecco perchè oggi mi trovo isolato da questo ambiente che non vuol proprio cambiare. Mi auguro che mettere la mia squadra a disposizione per questa prova, che non ha precedenti, dia un’efficace spallata al sistema doping. Dopo dieci anni di assenza dalla corsa rosa, speriamo di poter rifare il nostro Giro, durante quello vero, proprio in occasione della Centesima edizione della gara. Ci sarà al nostro seguito anche l’emittente americana A&E che riprenderà l’intero Giro. Questa esperienza da un lato mi esalta e mi rende orgoglioso ma dall’altro so di dover affrontare numerose difficoltà. Mi sento comunque tranquillo perché l’ideatore e l’organizzatore di tutto questo progetto è un uomo di grande esperienza nel ciclismo come Enrico Polo che spera di riuscire nell'intento già in questa edizione del Centenario. Ormai sono un uomo navigato e abituato ad affrontare qualsiasi “intemperie”, pertanto sono, come sempre, sereno perché sicuro di valorizzare i principi veri dello sport e di sensibilizzare tutto il mondo del ciclismo. Quindi sono fiducioso che vada tutto in porto nel migliore dei modi. Non se ne può più di vedere vittorie ed imprese da parte di campioni in odore di doping com’è avvenuto anche lo scorso anno a Riccò, Sella e Piepoli (tanto per citarne tre) o assistere al dominio troppo evidente di alcune squadre che poi ai controlli al Giro erano risultati tutti puliti. Quando mi è venuto a trovare Ivan Basso mi è piaciuto molto. L’ho trovato in grande forma e gli ho detto che sembrava un uomo di acciaio inossidabile. Gli ho chiesto se avesse depositato all’UCI dei certificati che giustifichino l’uso di sostanze proibite, come fanno in tantissimi, ma mi ha risposto di no. Mi sembrava sincero è questa è una bella cosa. Ha ammesso di aver sbagliato ma mi ha confermato che non gli succederà più. In testa ha un solo obbiettivo: vincere il Giro. Gli ho detto che ce la potrebbe anche fare ma deve pensare a correre con lo spirito di lottare solo in questa corsa mentre alle altre gare deve correre poco e solo per trovare la pedalata giusta, senza pressioni e pensare ad altri risultati. D’altra parte dovrà lottare con Armstrong che è 20 anni avanti a tutto il gruppo in ogni campo, anche se sarà il corridore più controllato di tutti i tempi. Se poi al Giro i controlli non funzioneranno come l’anno scorso, figuriamoci anche tutti gli altri». «Tornando a noi - conclude Fanini -, voglio solo dimostrare all’UCI alle federazioni, gli organizzatori, i corridori, i team manager, dottori e preparatori che si può fare ciclismo anche senza doping, basta volerlo. Devono tutti pensare meno al business e più alla salute, così da ritrovare il vero ciclismo, quello della fatica del sudore e delle cotte. Tutto questo è scomparso già da molti anni. Oggi i corridori hanno dei programmi gare con carichi di lavoro disumani, magari con la partecipazione a tutti e tre i grandi giri e quindi sono costretti a ‘recuperi’ troppo veloci. Noi vogliamo dimostrare che non si può finire un grande Giro con gli stessi valori ematici di quando si è cominciato, a meno che non si sia fatto ricorso a qualche aiuto ‘esterno’».
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COMMENTI
Senza parole
24 gennaio 2009 15:26 lgtoscano
Bè se Armstrong è avanti a tutti gli altri atleti di venti anni, Fanini lo è come dirigente in questo mondo, non finisce mai di dare dimostrazioni importanti , vere, trasparenti a tutti.
Fanini forza e avanti, prima o poi ti verrà riconosciuto ciò che meriti e fai per questo sport.

ECCO QUEL CHE .................
24 gennaio 2009 16:37 ilpostino
Mi piace di FANINI, che e un uomo che non ha paura di esporsi nonostante lotti contro un muro di gomma. Prosegue per la sua strada e continua a lottare perche il ciclismo diventi pulito! Senza ipocrisia senza paura facendo la sua battaglia contro tutto cio che crede immondo e a viso aperto giocandosi la sua credibilita pur di dimostrare che si puo fare un ciclismo pulito! Come ho gia avuto occasione di scrivere su queste pagine di blog , bisognerebbe dargli piu credito e ragionare con lui sui mali pittosto che nasconderli....... Credo che anche questa avventura gli tirera addosso un'infinita di critiche e che metterranno tutti i veti possibili alla realizzazione del suo programma ma comunque sara e lui che vince.

Un Fanini estroso ed eclettico
24 gennaio 2009 16:49 renzobarde
Il solito Fanini alla ribalta con inventiva creativirà, nonostane le amarezze che gli suscitano le "guerre" che gli organizzatori, pilotati dai soliti noti gli fanno, escludendo le sue formazioni dalle gare a cui Amore e Vita Mc Donalds tiene, soprattutto in Toscana. Fanini non demorde e dalla sua Lunata apre un altro fronte intriso di passionee provocazione, genialità e paradosso : Il Giro privato e solitario della sua formazione prima del "Giro" ufficiale, un'estensione di quanto ha fatto Guillaume Prebois. Il che è come dire : vogliamo fare sport, i miei corridori hanno il diritto di correre ovvero di lavorare, di essere occupati, di tentare ogni soluzione possibile per mettersi in evidenza. Di fronte ad un uomo così, il sottoscrito rimane "fulmiato" e bene augura, stupito di tante volitività. Renzo Bardelli( www.renzobardelli,it)

24 gennaio 2009 21:25 adriano
Con quali uomini affronterebbe il giro?Per essere professionisti bisognerebbe aver superato con merito il dilettantismo.Quali sono i curriculum dei suoi corridori?

Un solo commento per questo blog!
24 gennaio 2009 21:36 Bartoli64
Voglio fare un solo commento per questo blog: ZOMEGNAN VERGOGNATI!!!!
Ed adesso voglio vedere la Rai quanto spazio darà all'inziativa di questa squadra!

Ci saranno altre emittenti...
25 gennaio 2009 07:37 wtutti
...che manderanno in onda questo giro nel giro? O sarà solo la A&E in America? Mi piacerebbe vederlo anche in Europoa. Se sapete chi lo compra e lo trasmette potreste informarmi? Grazie tante!

Bravo Fanini
25 gennaio 2009 13:44 wanna
ma altre squadre non invitate al Giro non potrebbero aderire a questo "Giro nel Giro d'Italia" ? precisare però: solo per squadre pulite. Speriamo che trovino una TV che trasmetti , sarà sicuramente il Giro più seguito perchè Pulito e Leale.
Tutti i miei auguri Fanini.

Risposta ad Adriano.....
26 gennaio 2009 11:22 serbis69
Da quello che scrivi mi sa che di ciclismo ne sai ben poco (per non dire niente). La prossima volta che fai un commento ti consiglio di andarti a documentare un po’, per questa volta ti aiuto io. Ti chiedi con quali atleti Amore e Vita potrà fare questo “giro” perché per essere professionisti bisognerebbe aver superato con merito il dilettantismo. Alla domanda su quali siano i curriculum dei suoi corridori, ti dico che basta tu vada a vedere il sito ufficiale del team per conoscerli, comunque tanto per essere corretti Metlushenko nell’ultimo anno da dilettante ha vinto 16 corse internazionali in Italia, alla sua 1° corsa da professionista, il G.P. Donoratico, ha esordito vincendo e si è poi ripetuto 2 anni dopo. In carriera ha vinto più di 30 corse, ben sette nel 2008. Graziano Gasparre da dilettante è stato campione europeo su strada, ha vinto la classifica mondiale UCI per under 23, è arrivato 7° al Mondiale, ha vinto il Giro delle Regioni ecc. Da prof invece ha vinto una tappa al Tour de l’Avenir, due alla Settimana Lombarda ed una al Coppi e Bartali. Si è classificato 15° alla Milano – San Remo e più volte nei primi 10 a tappe del Giro d’Italia. Fabio Gilioli da dilettante ha vinto il Giro della Valle d’Aosta e l’anno scorso è arrivato 4° al Trofeo Matteotti. Christian Mueller da dilettante è stato campione tedesco a crono, è passato professionista alla CSC al fianco di Cancellara e ha vinto (da prof) 4 corse, tra cui una tappa al Tour de l’Avenir. Vladislav Borisov, è stato campione russo su strada prof. nel 2007, in carriera ha poi vinto tra l’altro una tappa al Tour de Polonie e la Paris – Correze. L’anno scorso è arrivato 3° alla Coppa Bernocchi. Philipp Mamos è stato più volte in nazionale da under 23 e nel 2007 ha vinto 4 corse tra cui il campionato nazionale tedesco per scalatori. Alexei Bauer è uno dei più promettenti pistard al mondo in varie discipline e basta andare a vedere il ranking mondiale nel sito dell’UCI per trovarlo tra i primi. Richard England l’anno scorso ha vinto la 5° tappa (245 km) del Tour de Georgia che è categoria HC, battendo un campione come George Hincapie. Per il resto vai a vedere da solo……….non saranno dei campioni, ma da qui a dire che non hanno superato con merito il dilettantismo mi sembra un tantino sbagliato………

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