Addio a Gelfi, l'incredulità del mondo del ciclismo

| 03/01/2009 | 22:13
Scosso e incredulo il mondo del ciclismo di fronte alla scomparsa di Luca Gelfi. «E' una morte che non ha niente a che fare con il ciclismo. E' assurdo accostare questa morte a quella di Pantani». È incredulo Franco Ballerini, che di Luca Gelfi fu compagno di squadra ai tempi della Del Tongo. «Sono sconcertato - ha detto il ct del ciclismo - ero molto suo amico, ma negli ultimi tempi ci eravamo un po' persi di vista». Ballerini racconta di un Gelfi «introverso, che non riusciva a esprimere cosa poteva avere dentro. Era un ragazzo dal carattere molto forte, con una grande autostima in se stesso e che credeva nei suoi mezzi. Io e Luca abbiamo corso insieme due anni. Furono per lui i primi anni da professionista, da dilettante era un big. All'inizio fatico' parecchio ad ambientarsi». Poi pero' arrivarono le prime vittorie, di cui due nel '90 al Giro d'Italia. «Ricordo la tappa a cronometro che vinse a Cuneo, una grande crono». prosegue Ballerini. Quali i motivi che hanno scatenato la depressione all'origine del suicidio? «Difficile dirlo - conclude Ballerini - forse problemi personali o di lavoro. Ma certo per uno forte come lui ci deve essere voluta una grande motivazione». «Luca Gelfi me lo ricordo in gruppo. Aveva un carattere un po' particolare, era un tipo un po' diverso dagli altri. Ma erano tempi differenti, eravamo in tanti, tutti con storie diverse». Francesco Moser, campione trentino ed ex presidente del sindacato corridori, apprende con stupore la notizia del suicidio di Luca Gelfi. «La depressione non e' un fenomeno solo attuale - prosegue - probabilmente c'era anche prima anche se non si parlava esplicitamente di questa malattia. Il problema e' che quando smetti di gareggiare ci puo' essere anche un trauma se non si e' capaci di trovare una nuova giusta collocazione. Ci possono essere problemi familiari, altre motivazioni. Dopo lo sport si deve cambiare e il cambiamento non e' facile per tutti. Ma non credo che sia un problema che riguarda in particolare il ciclismo, mi sembra piu' un malessere trasversale a tutta la società». «Provo profonda costernazione, ma in questa vicenda certo bisogna capire di piu', soprattutto per la famiglia». Cosi' il presidente della Federazione italiana di ciclismo, commenta la notizia della tragica morte di Luca Gelfi, lasciando capire che ci sono ancora troppi lati oscuri sul suicidio dell'ex corridore. Giuseppe Saronni da parte sua aggiunge: «Un ragazzo gioioso, molto contento di quello che faceva, scherzoso, insomma un bravo ragazzo. Questa notizia ci lascia veramente male. È una cosa stranissima e mi dispiace molto, ora bisognera' capire le motivazioni».
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COMMENTI
perché Luca, perché..
4 gennaio 2009 01:43 FabioRoscioli (Spagna)
Un amico come altri, compagno di squadra assai allegro,
un pó estroverso a volte si, peró..
anche pronto allo scherzo ogni qualvolta l'occasione si presentava.
Quante scemenze fatte insieme, quante idiozie dette per..
rompere quella monotonia degli allenamenti e delle gare.
Perché l'hai fatto Luca, perché ??
Ancora non ci credo, stento a crederlo.
Ciao Luca, ti mando un bacio da quaggiú
tuo amico.

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