LA SENTENZA DI DE VLAEMINCK. «NESSUN PARAGONE TRA MERCKX E POGACAR, IL NOSTRO ERA CICLISMO PER CORAGGIOSI»

NEWS | 12/11/2025 | 08:30
di Francesca Monzone

Roger De Vlaeminck è considerato uno dei migliori ciclisti di sempre per quanto riguarda le corse di un giorno. Corridore potente e acuto, è stato capace di vincere sia su strada che nel ciclocross ed è stato il pioniere del ciclismo in Africa, perché proprio lui, negli anni Novanta, è andato in Zimbabwe per insegnare ad un gruppo di ragazzi del posto a correre sulla terra del ciclocross e poi sul fango dei circuiti del Belgio. 


Roger De Vlaeminck, nella sua carriera, ha vinto undici Classiche Monumento ed è uno dei pochissimi, che può vantare di averle vinte tutte e cinque: il fiammingo ha conquistato infatti, tre Milano-Sanremo e un Giro delle Fiandre e poi quattro Parigi-Roubaix, una Liegi-Bastogne-Liegi e due Giri di Lombardia. 


Il belga nato nelle Fiandre Occidentali nel 1947, è sceso dalla bici nel 1987 ed è poi diventato dirigente sportivo. Il suo occhio critico lo ha portato a diventare anche conduttore televisivo in Belgio e commentatore tecnico delle principali corse, ma tra i suoi ruoli c’è stato anche quello di talent scout, per cui ha viaggiato per tutti i continenti cercando nuovi atleti da portare nelle squadre europee.

De Vlaeminck il ciclismo lo conosce bene e segue con attenzione anche quello che accade oggi e per questo ha un'opinione chiara sul paragone tra la generazione di ciclisti di oggi e quella del suo tempo. Il belga era un amico e uno dei principali rivali di Eddy Merckx, soprattutto nelle corse di un giorno. Ha seguito anche i paragoni in cui Tadej Pogacar viene paragonato a Eddy Merckx e al riguardo ha una sua opinione ben precisa, anche se la sua critica non risparmia neanche Evenepeol e van der Poel.

De Vlaeminck non ama parlare del confronto Merckx-Pogacar, perché a suo avviso è fuori luogo, ma in una recente intervista è tornato sull'argomento e ancora una volta ha voluto ribadire la sua idea.

«Pogacar non si avvicina nemmeno lontanamente alle dita dei piedi di Merckx - ha dichiarato De Vlaeminck a Het Laatste Nieuws - I giornalisti che fanno questo paragone non hanno la minima idea di cosa sia il ciclismo. Se avessi di nuovo 22 anni, Pogacar non sarebbe in grado di superarmi».

Si è tornato a parlare del Giro di Lombardia, dove De Vlaeminck ha vinto due volte, così come Eddy Merckx, mentre lo sloveno a ottobre ha portato a casa il quinto successo in questa corsa, raggiungendo il record detenuto da Fausto Coppi. «Quando è stata l'ultima volta che Pogacar ha staccato Remco Evenepoel? Al Giro di Lombardia ma lo ha fatto su una salita nemmeno  tanto dura. Se Pogacar sia meglio di Merckx... dai!».

Alcuni mesi fa, Merckx e De Vlaeminck avevano criticato congiuntamente l'attuale generazione e la mancanza di concorrenza per lo sloveno, in particolare da parte di corridori come Jonas Vingegaard (Visma – Lease a Bike) e Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck). Il quattro volte vincitore della Parigi-Roubaix ha continuato a criticare il ciclismo moderno: «Van der Poel è un grande corridore, ma non sa scalare, non sa sprintare, quindi non gli resta molto da fare. Evenepoel poi non è proprio il mio tipo di corridore».

Pogacar ha ancora bisogno di un'altra vittoria in una Classica Monumento per raggiungere il record di De Vlaeminck. In un duello diretto, De Vlaeminck probabilmente non si schiererebbe con Remco Evenepoel, che non vede come un corridore capace di fare quello che in tanti continuano a dire. «Come ho detto non è il mio tipo di corridore. È un buon corridore, un eccellente cronometrista. Ma a volte lo trovo un po' arrogante. Sollevare la bici dopo il traguardo è davvero necessario? Basta tagliare il traguardo e vincere».

De Vlaeminck, si considera un corridore fuori dal tempo, sottolineando che il ciclismo, quello duro, è stato quello della sua epoca, ricordando che i corridori gareggiavano in qualunque condizione e con equipaggiamenti e strade ben lontani da quelli di oggi. De Vlaeminck vuole lasciare divise le due epoche, ma ci tiene a dire che oggi la differenza viene fatta da tanti piccoli fattori, mentre ai suoi tempi la facevano gambe, cuore e polmoni e che per fare il ciclismo che si correva in quegli anni bisognava avere anche una buona dose di coraggio. Il fiammingo nella sua intervista probabilmente mirava a difendere principalmente la posizione di spicco di Merckx, che per lui è stato molto di più di un semplice avversario e per il quale oggi nutre ancora un rispetto straordinario.  

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COMMENTI
non so
12 novembre 2025 10:10 Eli2001
Il paragone tra epoche così distanti non ha senso in nessuno sport. Però se non ha senso non si fa. Che vuol dire "io ero migliore"? Allora si sta paragonando e si mette sopra. A me quando questi mostri del passato fanno questi discorsi quando qualcuno sta per superarli... Ricorda un po' le nostre glorie del tennis ora che c'è uno che indiscutibilmente ha fatto meglio di tutti...

Gigante
12 novembre 2025 10:31 frankie56
Uno dei miei corridori preferiti dei bei tempi. Mi piaceva un sacco in bici. Attaccante nato, passista con una posizione alla Bartoli, fortissimo in volata, così come nel ciclocross. Praticamente completo ad esclusione delle grandi salite. Ma sempre entusiasmante da vedere. Poi sulla definizione "coraggiosi" difficile smentirlo. Era un ciclismo goliardico, pieno di campioni e carneadi che rendevano le gare più difficili da interpretare. Poi è vero che ogni tempo è fine a se stesso, ma sicuramente mi divertivo e sognavo di più allora. Grande Roger. Grazie a te ed a tutti quelli del tuo tempo.

Consideriamo l'età
12 novembre 2025 10:54 pickett
Pogacar ha staccato Evenepoel in salita un centinaio di volte,ogni volta che ha voluto.Per dolorosa esperienza familiare,penso comune a tanti,so che le parole e i pensieri di chi ha superato una certa età vanno prese col beneficio d'inventario,e con una certa comprensione e benevolenza.

La tocca piano... ahah
12 novembre 2025 11:36 VanDerPogi
Ma sì, da un lato ha ragione, il ciclismo degli anni 70 aveva mezzi più basilari e strade più accidentate, quindi fare paragoni prima/dopo diventa quasi fare paragoni tra due sport diversi, uno più eroico da e uno più tecnologico e spinto al limite della fisiologia.
Ma in tante delle altre cose che ha detto sembra di leggere le dichiarazioni di Pietrangeli su Sinner quando vedeva i suoi record scivolargli di mano.
Van der Poel rischia di raggiungerr il record di 4 Roubaix di "monsieur Roubaix" e ha già raggiunto quello di mondiali di ciclocross di suo fratello. A voler ribattere a De Vlaeminck uno potrebbe dire che Van Der Poel presto varrà quanto i due fratelli de Vlaeminck messi assieme in ciò che li ha resi leggendari (appunto Roubaix e Ciclocross).
Pogacar lo avrebbe staccato in salita eccome, a uno che non ha mai vinto nemmeno un Giro o un Tour. Da quando una salita al 9%-10% non è abbastanza dura per staccare De Vlaeminck?
Il paragone con Merckx è sempre ostico, da tifoso di Tadej io stesso ammetto che sia ancora prematuro, ma non è che se uno nomina Merckx e Pogačar nella stessa frase commette blasfemia, con reazioni da "non è nemmeno degno di allacciargli le scarpe". Al 27esimo compleanno di Merckx e Pogacar, i due hanno lo stesso palmares di grandi giri/mondiali/monumento, quindi non è proprio un paragone da folli.
Merckx stesso nelle interviste è molto più signore di De Vlaeminck e ha ampiamente lodato Pogačar dicendo che fa cose che a lui non era mai stato in grado di fare, come attaccare ai -100km ai mondiali o staccare tutti di ruota da seduto alla Freccia Vallone.

Impossibile
12 novembre 2025 17:50 rufus
Impossibile fare paragoni. E' stato piu' grande Merckx o Coppi? Nuvolari o Schumacher? Pele' o Maradona? Nello sport le condizioni non sono mai uguali, la tecnologia corre veloce e per questo dico che, salomonicamente, ognuno e' stato il piu' grande nella propria epoca.

Il ciclismo è lottare sempre per la vittoria.
12 novembre 2025 19:20 ghorio
Sui paragoni in qualsiasi sport bisognerebbe andare con i piedi di piombo. De Vlaeminck parla di ciclismo dei coraggiosi e ribadisce il concetto di andare all'attacco.All'epoca del ciclista belga non mi pare che ci fossero le squadre che si mettevano in testa per fare l'andatura con le altre che stavano dietro. Si cercava sempre di spezzare queste tattiche, adesso invece non mi pare davvero che succeda.Si parte con una corsa, si danno i favoriti e tutti quasi dietro a guardare il favorito, che poi vince in carrozza.

Se la cantano
12 novembre 2025 19:21 ghisallo34
Interessante che sono gli stessi per mesi a fare inutili paragoni, per poi confutarselo da soli. Che bello. Quello che scrive poi " Pogačar" chissa' da dove ha copiato ed incollato, visto l'accento particolare sulla c che normalmente in Italia, non esiste. Una volta scrive Pogacar, l'altra Pogačar.

Ghisallo34
12 novembre 2025 23:39 Eli2001
Anche oggi giornalismo di inchiesta del nostro Ghisa. Una volta criticavi chi commentava altro utenti senza aggiungere contenuti. Ormai non fai altro. A parte la dotta disquisizione sull'accento del cognome Pogacar. C'è un modo proibito di scriverlo?

@ghisallo34
13 novembre 2025 00:35 VanDerPogi
Ti svelo un segreto: se scrivi dal cellulare basta tenere premuta la C per avere çćĉčč̣.
Semplicemente parlo un po' di croato e di polacco, quindi di tanto in tanto mi sento pignolo metto la č, perché senza quella la pronuncia sarebbe qualcosa tipo PogaTSAr invece di PogaCIAr ma se scrivo di fretta è troppo sbatti mettere i caratteri speciali in continuazione...
Peccato che non vedi cosa commento sul tennis perché lì mi sbizzarrisco con Novak Ðoković e Iga Swiątek

Constatazione
13 novembre 2025 06:41 Gnikke
Va beh... probabilmente il buon Roger non era completamente lucido quando ha rilasciato questa intervista! Ma ho motivo di credere che anche altri non lo fossero ieri sera alle 19 e 20!

Tutti quegli
14 novembre 2025 11:45 Bicio2702
atleti che vedono i loro record in pericolo, criticano e sminuiscono sempre "l'avversario" che potenzialmente lì può superare a palmares...

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