VINGEGAARD. «TUTTI HANNO DIRITTO DI PROTESTARE, MA A NOI HANNO TOLTO QUALCOSA DI UNICO»

VUELTA | 15/09/2025 | 08:28
di Francesca Monzone

Le squadre erano state preventivamente allertate dagli organizzatori della Vuelta su possibili disordini ed erano tutti pronti a portare via i corridori in caso di problemi legati ai manifestanti filopalestinesi. Ogni team aveva due ammiraglie in più al seguito della corsa, così come era stato richiesto dall’organizzazione, per portare in salvo i corridori se la situazione fosse degenerata. Purtroppo ieri alle porte di Madrid la corsa è stata fermata dai manifestanti e, seguendo un piano di fuga ben preciso, i corridori sono stati riportati velocemente in albergo. Non ci sono state premiazioni e neanche il discorso del vincitore: l’unica cosa possibile da fare era tornare in hotel e allontanarsi rapidamente dal percorso di gara. Jonas Vingegaard e i suoi compagni di squadra sono stati evacuati subito e mentre si allontanavano, cercavano di mettersi in contatto con le famiglie che invece erano nella zona del traguardo.


«Sono estremamente orgoglioso di questa vittoria, questa è la mia prima vittoria alla Vuelta e il terzo Grande Giro della mia carriera  - ha dichiarato Jonas Vingegaard dopo la l’ultima tappa – Sono state tre settimane difficili. La mia vittoria di tappa alla Bola del Mundo mi ha dato grande soddisfazione. È stato un ottimo modo per concludere questa Vuelta».


Nonostante la gioia per la vittoria appena ottenuta, il danese è rimasto amareggiato per non aver potuto correre l’ultima tappa e per non aver festeggiato la sua vittoria a Madrid con i compagni. «La tradizione della Vuelta è di arrivare a Madrid dove questa città offre scenari iconici di festa per i corridori. Le foto di gruppo e il brindisi con champagne ci sono stati, ma a causa delle proteste, ci siamo dovuti fermare e  non ci è stato permesso di entrare nel circuito cittadino».

Le ultime immagini felici di questa Vuelta, sono state quelle delle foto di rito, prima con le maglie delle varie classifiche  e poi dei primi tre classificati, Vingegaard, Almeida e Pidcock, con un calice di champagne in mano mentre pedalano verso Madrid. Poi tutto è stato interrotto bruscamente a causa dei manifestanti che hanno invaso il percorso di gara. «È un peccato che ci sia stato rubato un momento di gioia e delle immagini che sarebbero potute rimanere in eterno. Sono davvero deluso. Non vedevo l'ora di festeggiare questa vittoria finale con la mia squadra e i tifosi. Tutti hanno il diritto di protestare, ma non in un modo che influenzi o comprometta la nostra corsa».

Nei giorni scorsi Vingegaard aveva detto di comprendere perfettamente le motivazioni dei partecipanti, sottolineando che cercavano solo di avere visibilità per la loro protesta. Ieri però la situazione è stata diversa, perché erano tantissimi i manifestanti filopalestinesi e dalla parte opposta della città in strada erano scesi i sostenitori di Israele. I corridori hanno detto che si respirava un’aria molto tesa e per alcuni aspetti tetra e la maggior parte temeva per le famiglie che erano al traguardo.

«Lo ripeto: tutti hanno il diritto di protestare, ma non in un modo che influenzi o comprometta la nostra corsa e purtroppo ieri è quello che è accaduto».


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COMMENTI
serve,
15 settembre 2025 08:38 geom54
commentare!?

Proteste
15 settembre 2025 11:25 Stef83
Protestare in quel modo (creando parecchi danni) la vedo veramente una scusa per certi elementi, per creare casino e basta!

Vingegaard
15 settembre 2025 13:58 Gnikke
Sacrosante parole!

Vingegaard
15 settembre 2025 14:34 berna74
Premetto, niente contro Vingegaard, grande campione, persona umile e di poche parole. Credo che abbia scelto il tema meno opportuno su cui esternare e forse era meglio che fosse rimasto in silenzio, perché è andato ad ingineprarsi in un terreno minato assai scivoloso. Caro Jonas cosa ti hanno tolto in fondo? Solo il pubblico festeggiamento ed una passarella finale fine a se se stessa, niente se conforntato a quello che viente tolto a centinaia di migliaia di persone in quella parte del mondo. Poi certo, si può aprire il dibattito sull'utilità effettiva di queste proteste, ma la gente non se ne sta sempre zitta e buona difronte alle porcherie che ci propinano gli autocrati che in quest'epoca stanno cercando di ridurre il mondo ad una loro proprietà. Qui per sradicare il terrorismo si sta sterminando un'intera popolazione, e come al solito poi si finirà per ottenere l'effetto contrario.

@berna74
15 settembre 2025 16:51 Emilio
Quindi adesso tutti quelli che hanno impedito un finale degno di questo nome da oggi continueranno a boicottare autostrade, ferrovie, aeroporti ecc ecc? Qualche dubbio lo nutro

Ma per favore...
15 settembre 2025 18:58 Ottavo Pianeta
Che a livello di comunicazione Vingegaard abbia ancora ampissimi margini di miglioramento non è un mistero. E qualche volta potrebbe cogliere l'occasione di tacere.
In Palestina hanno tolto le case, l'energia elettrica, i farmaci, i medici, il cibo, l'acqua e anche la vita.
Come ho già detto non condivido le proteste violente. Però è innegabile che per la situazione Palestinese e non solo dovremmo essere in piazza sempre. "Piangere" per una passerella negata e un palco negato mi sembra grottesco.

Doveva pure ringraziare...
16 settembre 2025 00:02 pickett
Mi auguro che Vingegaard,e tutti gli altri corridori reduci da questo tormento durato 3 settimane,ci pensino 10 volte prima di tornare a correre in Spagna.

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