COSTRUIRE UN GRATTACIELO

TUTTOBICI | 23/06/2025 | 08:15
di Pier Augusto Stagi

Pensieri sparsi e raccolti in tre settimane di Giro. Pensieri in libertà, nella corsa che più di ogni altra libera la nostra passione bambina. Quattro campioncini quattro che vivono tutti a San Marino e tutti nello stesso stabile all’ombra del Titano: Isaac Del Toro, Antonio Tiberi, Giulio Pellizzari e Davide Piganzoli. Quattro ragazzi finiti là in cima alla classifica rosa, che per loro è diventata casa, pianerottolo e cortile: probabilmente per diversi anni, da quelle parti e a quelle latitudini, abiteranno stabilmente. Condominio di campioni, da talento misurato in watt ma anche in metri quadrati. Finiamola di pensare a creare una squadra di World Tour, la soluzione è forse costruire un grattacielo.


LE SCONFITTE INSEGNANO. I grandi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Per Simon Yates l’amore assoluto era il Giro, che ha inseguito per anni, ma dal quale fu respinto in malo modo sette anni fa. Un dolore immenso, che ha lasciato cicatrici indelebili, che l’hanno aiutato a crescere, ad inseguire una maturazione che lo ha condotto da un’età ragazzina a quella adulta. La baldanza sfacciata persa sul Colle delle Finestre, l’incredula magìa di scoprirsi vincente su quella stessa striscia di terra e polvere che stavolta aveva il sapore dell’incenso, in una liturgia sacra, che ti conduce in una dimensione dove non pensavi più di poter albergare. Dalle Finestre è uscito, dalla porta principale è tornato a rivedere Roma e le stelle. Simon dai suoi errori ha imparato, così come la Visma che un tempo fu di Kruijswijk e che fu trafitta dalla sapiente tattica di Beppe Martinelli, con la sua Astana, con i suoi Michele Scarponi e Vincenzo Nibali. È proprio vero che le sconfitte fanno male, ma insegnano. Come ebbe modo di dire Nelson Mandela: «Io non perdo mai. O vinco o imparo». Simon ha imparato tanto.


CORSI E RICORSI. La storia si ripete e spesso si prende gioco di noi. Si è presa gioco anche di Richard Carapaz, certo di fare un sol boccone del bimbo messicano. Tutti ne erano convinti: gli basta la tappa di Champoluc per sistemare ogni cosa, dicevano in quei giorni. Sì, come no. La cosa buffa è che su di lui è ricaduto ciò che si era preso nel 2019 con un colpo di mano. Vi ricordate le discussioni tra Nibali e Roglic? Il furbetto ecuadoriano li mise nel sacco entrambi. Questa volta si è trovato lui in quella posizione: far baruffa con Del Toro, con l’aggravante che il messicano è un ragazzino inesperto e lui un navigato professionista, scaltro e pratico, che però alla fine ha fatto ricorso più alla lingua che alle gambe. Carapaz perde un Giro che pensava di aver già vinto, dopo averne vinto uno che forse spettava ad altri.

TERZA FORZA. Del Toro scornato, ma felice. Chiaro che per il pupo della UAE sarebbe stato più bello finire sul gradino più alto, ma forse va meglio così. Ogni tanto fa bene perdere. Meglio prendersi qualche vaffa, piuttosto che ricoprirsi di sospetti: ma come, vanno tutti forte? Certo, se i più forti li prendono loro, può accadere che poi vadano anche forte, ma in questo caso c’è chi è andato ancor più forte, quindi benissimo così. Tutti felici. Forse più gli UAE, che hanno delle gemme ancora grezze da tagliare. C’è anche quell’Ayuso che di testa si sente leader, ma dovrebbe imparare dalla storia. Si faccia spiegare, o mostrare, le immagini del Tour 2012, quando Chris Froome andava il doppio di Bradley Wiggins e lo fece vedere al mondo intero. Si mise al servizio, dimostrando a più riprese di essere di gran lunga superiore al proprio capitano, facendogli il passo, ma anche staccandolo, aspettandolo, dichiarando a reti unificate che era lui il più forte e per obblighi di squadra si metteva al servizio, rallentava, per far vincere il baronetto. Ayuso, se è tanto forte, faccia così. Le leggi del ciclismo sono molto più elementari e semplici di quanto si possa immaginare. Basta andare forte per prendersi la strada. Ma da questo Giro lo spagnolo esce perlomeno dimezzato. Lui si muove da leader, rivendicando un pensiero che non è dichiarato, ma è manifestato dalla postura: non sono secondo a nessuno. Vero, da questo punto in poi, è il terzo.

Editoriale da tuttoBICI di giugno


Copyright © TBW
COMMENTI
Veramente
23 giugno 2025 09:20 Angliru
Veramente Carapaz non credeva proprio di aver vinto. Caro Stagi,la realta' e' che tanti giornalisti pro Uae, se la erano cantata e suonata ogni giorno. L'esito e' inutile ricordalo. Come e' inutile cercare di dare colpe a Carapaz....visto che se Del Toro non ci arrivava, in ammiraglia hanno dormito. E questa sconfitta, é amara da digerire,ma amara. Altro che la storiella di Van Aert nella corsa prima delle Fiandre

Aggiungo
23 giugno 2025 09:22 Angliru
Comunque, la sconfitta e' di chi aveva la maglia rosa. Senza se e senza ma.

Ancora ?
23 giugno 2025 12:48 Greg1981
A casa mia,Del Toro ha corso male. Ma essendo Uae, va giustificato.Ottimo

Kruijswijk
23 giugno 2025 17:58 Arrivo1991
La piccola differenza e' che Kruijswijk cadde, mentre Del Toro e i suoi geniali DS, hanno fatto la catastrofe da soli. Quindi, non vedo il paragone. Mal comune,mezzo gaudio a volte non vale.

Kruijswijk
23 giugno 2025 20:43 Cicorececconi
Kruijswijk correva alla Jumbo.E non capisco cosa serva ora, a dare addosso ad Ayuso, che lo stesso gioco lo fece al Tour 2024, ritirandosi piuttosto che aiutare Pogacar. Proprio su questo sito, ho letto solo lodi alla Uae, sino alla tappa della Caporetto. Inutile fare ricorsi ad altre squadre e altri atleti. La figuraccia mondiale e' marchiata Uae. Nemmeno in una granfondo, ho visto simili figuracce.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Come di consueto, una volta conclusi gli impegni ufficiali e messe a tutti gli effetti alle spalle le fatiche di un’annata lunga e dispendiosa, a novembre arriva il momento, oltre che dei primi ritiri conoscitivi in seno alle varie...


Non si conosce ancora la data della presentazione ufficiale, ma si susseguono le indiscrezioni sul percorso del prossimo Giro d’Italia. E ad affascinare, come è naturale che sia, sono soprattutto le tappe di montagna. Una delle frazioni più attese sarà...


Tutti dal “toro di Scandicci”, per una piccola grande rimpatriata. Un'improvvisata così tanto per fare e la promessa di ritrovarsi, magari tra un po', con tutti gli ex Saeco, con tutti quei fantastici ragazzi che hanno attraversato il mondo in...


La Cofidis annovera per le prossime due stagioni il ventiduenne scalatore italiano Edoardo Zamperini. Campione italiano Under 23 nel 2024, Zamperini ha militato in questa stagione nella formnazione Devo della Arkea B&B Hotels disputando anche diverse corse con il team...


Le 36 corse World Tour disputate in stagione hanno prodotto, complessivamente, 175 vittorie individuali, considerando gli ordini d’arrivo delle prove in linea (21), i risultati delle singole frazioni (139) e le classifiche finali delle gare a tappe (15). Sono stati...


Dopo aver annunciato 8 ingaggi nelle scorse settimane e 5 rinnovi l’altroieri,  il Team Polti VisitMalta comunica oggi il prolungamento contrattuale di 4 esperti corridori italiani: si completa così un roster da 24 atleti. Firma fino al 2027 per Mirco Maestri, che festeggia i...


Quest’anno ha segnato il ritorno alle corse su strada di Pauline Ferrand-Prévot e, conclusa la stagione, la regina del ciclismo francese ha tracciato il bilancio del suo 2025 concedendo un’intervista ai colleghi di Marca. Qui di seguito i temi principali...


Dopo qualche anno di pausa, Colnago è pronta tornare in pista. Al Lee Valley Velodrome di Londra l’azienda milanese ha presentato la sua nuova creatura, la T1Rs, in configurazione Endurance/Sprint oppure da Inseguimento-TT, pronta a sfrecciare in ogni velodromo, a...


Un vero e proprio restyling, per affrontare nuove sfide, sempre più stimolanti, come da DNA di Federico Zecchetto, uomo schietto e diretto, poco incline a parlare, ma a fare. Quindi, si continua a fare, ma con una squadra nuova, profondamente...


"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito che gli standard di allenamento erano di dominio di tutti...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024