NEL MONDO DI KIM LE COURT. «VENGO IN ITALIA PER PREPARARE IL TOUR E SOGNO IL RUANDA: AI MONDIALI POSSO DIRE LA MIA»

DONNE | 21/06/2025 | 08:23
di Luca Galimberti

Kim Le Court si è confermata campionessa mauriziana a cronometro e domani affronterà il campionato nazionale in linea. La 29enne atleta della AG Insurance - Soudal Team è  certamente la ciclista più rappresentativa dell’Ile Maurice, con sua vittoria di tappa al Giro d’Italia 2024 e alla Liegi – Bastone – Liegi ha fatto appassionare i suoi connazionali al ciclismo e al tempo stesso ha fatto conoscere la piccola isola dell’Oceano Indiano. Qui di seguito vi proponiamo i punti salienti di una intervista che Kim ha concesso a Loic Gangaram, giornalista di Teleplus Defimedia.


 


LE EMOZIONI DEL RITORNO A L’ILE MAURICE. «Purtroppo non torno molto spesso a casa, credo che l’ultima volta sia stata lo scorso novembre ma per una settimana soltanto. Quando torno è sempre una emozione, rivedo i miei cari, tutta la famiglia. Sono felice di essere nuovamente sull’isola per i campionati nazionali, è una opportunità per incontrare i tifosi: quando sono all’estero, in Europa o in Sudafrica (è sposata con il sudafricano Ian Pienaar,ndr)  sento tutto il supporto della gente dell’Ile Maurice. E poi essere a casa mi permette di rilassarmi un po’ prima di iniziare la seconda parte della stagione».

I TIFOSI E L’ORGOGLIO DI RAPPRESENTARE UNA NAZIONE «Sono molto fiera di rappresentare l’Ile Maurice, siamo un piccolo Paese. Lo scorso anno ho dovuto spiegare più di una volta a chi mi chiedeva informazioni che per trovare l’isola dovevano “zoomare” su google maps. Purtroppo non abbiamo molte opportunità qui, e anche il sostegno economico allo sport è limitato. I Paesi più grandi hanno maggiori opportunità. Ma vedere il sostegno della gente e poter rappresentare la mia nazione mi rende molto fiera. Sogno un giorno di poter incontrare i miei tifosi, magari in uno stadio, e avere tutti davanti per poterli ringraziare. Online e sui Social vedo sempre moltissimi messaggi, purtroppo è impossibile per me rispondere a tutti. Vorrei dire a tutti quanto sono felice del sostegno e del tifo. Non avrei mai pensato di avere così tante persone vicino, l’affetto mi dà tanta energia e tante motivazioni. Davvero grazie di cuore».

LA MAGLIA DI CAMPIONESSA NAZIONALE E LE POLEMICHE. «In molti hanno commentato il fatto che la maglia di campionessa nazionale dell’Ile Maurice sia “una copia” della maglia iridata. È la nostra bandiera. Non è un mio sbaglio e non voglio mancare di rispetto ai Campioni del Mondo. Alla fine della scorsa stagione ho parlato con Lotte Kopecky e le ho chiesto cosa ne pensasse, lei mi ha confidato che al Giro, quando ho iniziato a correre con la maglia di campionessa nazionale, era colpita ma poi mi ha tranquillamente detto che non ha nessun problema e rispetta il mio Paese e la mia bandiera. Solo Lotte e il suo team potrebbero  dire qualcosa, hanno dato il loro benestare; e anche l’UCI ha confermato che la maglia di campione nazionale mauriziano è “in regola”».

L’AMORE PER IL CALCIO. «Da giovane ero veramente innamorata pazza del calcio. Ho avuto anche l’opportunità di volare negli Stati Uniti per giocare a calcio, avevo circa quattordici anni. Ho dovuto fare una scelta e tra il pallone e la bici ho scelto la bici ma penso proprio che se non avessi fatto la ciclista sarei diventata calciatrice professionista»

L’APPRODO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO. «Alcuni mauriziani pensano che arrivando da questa piccola isola non sia possibile fare dello sport professionistico, è sbagliato! Certo, tentare di costruirsi una strada nel professionismo non è facile ma è possibile, e la mia storia ne è la prova. Nel 2016 – 2017 ero arrivata al punto di smettere con il ciclismo, se sono a questo livello ora è grazie alla tenacia di mio marito: mi ha fatto capire che non dovevo aver paura di rischiare. Si è messo al computer, ha contattato diverse squadre, mandato mail e parlato di me. È lui che ha fatto il grande lavoro per permettermi di trovare un team. Credo che le persone che stanno vivendo quello che io ho vissuto alcuni anni fa debbano avere al fianco persone così, prima che una questione finanziaria è un approccio mentale:  bisogna sempre crederci. Il ciclismo comporta tanti sacrifici e molto spesso durante la stagione sono lontana da casa, dalla mia famiglia e da mio marito ma abbiamo preso questa decisione assieme e per me l’importante è che i miei famigliari siano fieri di ciò che faccio».

LA VITTORIA A LIEGI «Se vincere la tappa al Giro d’Italia Women era un sogno lontano, vincere una corsa come la Liegi/Bastogne/Liegi era ancora qualcosa di più. È iniziato tutto lo scorso anno dopo la quarta tappa del Tour de France Femmes, quella con arrivo a Liegi dove mi sono classificata quarta dietro  Pieterse, Vollering e Niewiadoma. Ero sul bus e Jolien D'hoore mi ha detto: “Il prossimo anno puntiamo alla Liegi, puoi vincere”. Io non ci credevo ma la squadra ha sempre creduto in me, quello è stato l’obiettivo principale di quest’anno. Sono felicissima di aver vinto una corsa Monumento, se poi aggiungiamo che il title sponsor della corsa è AG Insurance… un grande risultato per la squadra. Non è stato facile capire ciò che ero riuscita a fare, ero quasi scioccata, ho realizzato veramente solo un paio di giorni dopo».

LA PREPARAZIONE IN ITALIA PRIMA DEL TOUR DE FRANCE. «Dopo i campionati nazionali il mio obiettivo sarà il Tour de France. È la corsa più importante al mondo, la AG Insurance – Soudal sarà al via con una squadra super competitiva. Sogno una vittoria di tappa, il percorso si addice alle mie caratteristiche. La preparazione procede bene, ho ancora un po’ di dolore dopo la caduta al Tour of Britain ma questo non mi condiziona. Le sensazioni sono buone, è chiaro che bisogna prepararsi bene ed evitare rischi. Martedì riparto e torno in Europa per andare a fare un po’ di ricognizioni al percorso del Tour e poi con la squadra andremo in Italia per il ritiro in altura».

I MONDIALI IN RUANDA. «Per la prima volta la rassegna iridata sarà in Africa, per noi sarà speciale e ovviamente mi sentirò vicino a casa. Sono convita di poter fare un buon risultato se l’avvicinamento sarà perfetto e senza intoppi. Non so prevedere cosa succederà da qui a settembre ma se tutto andrà come deve andare sono convinta di poter essere protagonista e fare qualcosa di speciale per me e per il mio Paese. Stiamo discutendo con la Federazione e il mio team per capire se è possibile avere un tecnico, un meccanico e un massaggiatore della mia squadra di club al fianco della nazionale mauriziana. Finora sono sempre andata ai mondiali per partecipare ma quest’anno in Ruanda sento proprio di poter dire la mia».

L'intervista completa è disponibile sulla pagina social di Defimedia


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