
Stupore per i programmi di contorno Rai trasmessi da Lecce mentre il Giro è in Albania: l’azienda smentisce che, dopo gli anni del covid, sia ancora in vigore il distanziamento.
«E’ un Giro da seguire dalla prima all’ultima tappa» (Stefano Garzelli, opinionista Rai, ci tiene a far sapere che seguendo le tappe in ordine inverso il risultato non sarebbe lo stesso).
Si precisa che l’Albania è nota come il Paese delle Aquile per l’elevato numero di rapaci e non per la frequente presenza di rappresentanti del governo italiano.
Il costruttore Cristiano De Rosa ha spiegato la scelta grafica del telaio usato dalla Vf Group Bardiani Csf Faizanè: «Noi ci abbiamo messo le lettere, ai corridori tocca fare i numeri».
La direzione del Giro nega che la presenza del marchio Iuman sulla maglia sia dovuta all’assenza di Pogacar, senza il quale la corsa torna ad essere più umana.
Perplessità sulla scelta del governo di scrivere «Amo la cucina italiana» sulla maglia rosa: sarebbe stato più efficace metterla sulla maglia dell’ultimo, in genere il più cotto.
Amarezza in casa Ef per le domande sulla decisione di non schierare Albanese al via del Giro: «Speravamo che nessuno notasse l’assenza di un Albanese a Durazzo».
«Lanciando la cartolina sono caduto in una serie di parole in rima» (Tommaso Mecarozzi, conduttore di Giro mattina, lascia intendere che a Durazzo avrebbe potuto spingersi oltre).
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