DIECI FACCE DA MONDIALE

MONDIALI | 27/09/2024 | 09:52
di Angelo Costa

Mondiale duro, non c’è dubbio: alla lunghezza (273 i chilometri) si aggiunge il dislivello (4300 metri). Numeri da grande classica, modello Liegi o Lombardia per intenderci. Si parte da Winterthur, con un tratto di 70 chilometri agitato da tre salite, un paio delle quali brevi e toste, poi si infila un circuito cittadino di 27 chilometri a Zurigo, con due strappi (Zurichbergstrasse, meno di un chilometro all’8,4 per cento e Witikon di quasi due chilometri al 6,2) da ripetere sette volte. Mondiale duro per uomini duri: non mancano nemmeno questi. A parte Vingegaard, già in letargo, e Van Aert, in officina dopo l’incidente alla Vuelta, il meglio del ciclismo attuale è presente. Detto che la Svizzera non ospitava il mondiale dal 2009 (nel 2020, causa covid, fu costretta a rinunciare e toccò a Imola salvare la manifestazione), ricordato che l’Italia non fa centro dall’anno prima (Ballan nel 2008 a Varese), ecco le dieci facce che potrebbero tingersi di arcobaleno, anche se ormai nei grandi appuntamenti ne potrebbero bastare molte di meno.   


Tadej Pogacar. Vince perché la maglia iridata è uno dei suoi grandi obiettivi e quest’anno li ha centrati tutti, perché il percorso è severo come piace a lui, perché la presenza dei rivali più forti è una motivazione in più. Non vince perché il ciclismo non è matematica e anche i migliori devono sempre fare i conti con l’imprevisto. 


Remco Evenepoel. Vince perché i grandi appuntamenti non li sbaglia, perché dopo la storica doppietta ai Giochi vuole entrare nella leggenda con quella ai Mondiali, perché ha l’occasione di dimostrare di non essere inferiore a nessuno nelle gare di un giorno. Non vince perché contro rivali di questo livello anche i marziani soffrono.

Mathieu Van der Poel. Vince perché le corse di un giorno sono quelle che gli riescono meglio, perché deve riscattare la delusione olimpica, perché il mondiale l’ha vinto un anno fa ma riconfermarsi subito non è da tutti. Non vince perché il meglio lo ha dato nelle classiche di primavera e a Zurigo trova una concorrenza lanciatissima.

Primoz Roglic. Vince perché a 35 anni è una delle ultime occasioni che gli capitano, perché alla Vuelta ha ritrovato condizione e soprattutto morale, perché non sarebbe la prima volta che prende in contropiede i fenomeni più giovani. Non vince perché nella crono ha mostrato segnali di stanchezza e può far la storia anche aiutando Pogacar.

Marc Hirschi. Vince perché ha centrato tutte le ultime cinque corse in linea disputate, perché il percorso di casa è perfetto per le sue caratteristiche, perché non aver corso grandi giri gli ha consentito di arrivare fresco a fine stagione. Non vince perché, per quanto si presenti tirato a lucido, rispetto ai più forti gli manca sempre qualcosa.

Juan Ayuso. Vince perché è un altro talento destinato a fare grandi cose, perché non ha digerito la scelta del suo team di non fargli correre la Vuelta, perché su un percorso come questo ha più chance di molti altri. Non vince perché dopo aver lasciato il Tour a metà ha corso poco e qui deve fare i conti con fenomeni decisamente più rodati di lui. 

Julian Alaphilippe. Vince perché è l’unico che al mondiale c’è già riuscito due volte, perché se indovina la giornata sa come comportarsi, perché presentarsi a fari spenti è un vantaggio. Non vince perché la nuova generazione sembra irraggiungibile e perché la vittoria di Fano al Giro resta l’unico lampo in una stagione con più scuri che chiari. 

Matteo Jorgenson. Vince perché è andato forte per tutta la stagione e prima o poi il grande colpo lo azzecca, perché in Nazionale non deve aiutare nessuno, perché non ha paura di confrontarsi con i migliori. Non vince perché nei grandi appuntamenti ha qualcosa in meno rispetto ai fenomeni in circolazione.  

Mads Pedersen. Vince perché è un altro che va a nozze con i percorsi cattivi, perché nelle classiche è più davanti che in ritardo, perché sa andare all’attacco ma anche imporsi in volata. Non vince perché è da inizio stagione che va forte e il suo modo di correre spesso lo porta a sprecare più energie del necessario.

Antonio Tiberi. Vince perché dopo il quinto posto al Giro non si è spremuto, perché le prove impegnative non lo mettono in difficoltà, perché lui e Cattaneo sono gli azzurri che in questo momento pedalano meglio. Non vince perché a 23 anni ha corso soprattutto gare a tappe e non ha l’esplosività per rispondere agli assalti dei favoriti.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Tiberi
28 settembre 2024 00:09 PedroGonzalezTVE
Capisco che ci sta tifare Italia ma... non esageriamo, devono allinearsi 28 pianeti ,...

Prima di Tiberi.....
28 settembre 2024 20:39 max73
ci sono almeno 20 - 30 corridori con più chance di vittoria... anche se molto probabilmente se la giocheranno Pogacar, Remco e Vd Poel....
e comunque prima di Ayuso e Jorgenson ci sono atleti con più possibilità;
per l'Italia una top 10 sarebbe già un grande risultato (e non facile)

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il Gruppo Euromobil da sempre è stato protagonista, oltre che nel settore dell'arredamento, anche nel mondo del ciclismo e in quello dell'arte. E proprio nell'arte facciamo una incursione parlando di una importante rassegna in programma a Napoli.  Tre protagonisti dello...


La prestigiosa Pedalata di Natale Alè-Dmt del 2025 ha fatto registrare l’ennesimo successo. L’appuntamento, programmato in provincia di Verona, nei giorni scorsi ha fatto registrare la partecipazione di ben 350 ciclisti e tra loro la presenza dei mitici Alessandro Petacchi,...


Forte del successo dell'iniziativa Shine for Safety, il nuovo kit del team Soudal Quick Step introduce un'audace evoluzione della iconica livrea blu, progettata per massimizzare la visibilità, aumentare la sicurezza dei ciclisti e garantire prestazioni ottimali in tutte le condizioni....


«Sportful ha fatto parte di alcuni dei momenti più significativi della mia carriera», ricorda Fabian Cancellara e sono ricordi bellissimi quelli che vengono a galla, come quelli inerenti alla stagione del 2010 che ha visto assoluto protagonista il campione svizzero. Tudor Pro...


In occasione del campo di allenamento che la UAE Emirates XRG sta affrontando a Benidorm,  la Colnago ha consegnato due bici gravel speciali ad altrettanti campioni speciali. per proseguire nella lettura vai su tuttobicitech.it


Mercoledì 17 dicembre a Monaco verrà svelato il percorso de La Vuelta Espana 2026. L’importante evento richiamerà nel Principato atleti, addetti ai lavori e appassionati e tra questi anche alcuni rappresentanti del Team Chiodini di Magenta...  Per leggere l'articolo completo...


Il calcio e il ciclismo sono due costanti nella vita di Remco Evenepoel, due strade parallele che non si incontrano mai ma che attraversano di continuo la mente e il cuore del campione belga. Sono proprio questi due sport ad...


Si sono svolte al Teatro del Centro Civico “Aldo Rossi” a Borgoricco, in provincia di Padova, le premiazioni dei talenti del Veneto che sono stati i grandi protagonisti del 2025. La Festa, che da sempre rappresenta un appuntamento centrale nel...


Nelle date del 6 e 7 giugno delle agende di molti amatori c’è un pallino rosso a indicare La Stelvio Santini che, nella edizione del 2026, avrà una novità: l’evento gravel del sabato,  che si affianca alla tradizionale prova su strada della domenica. Immancabile,...


Tradizione natalizia rispettata a Orino con la Pedalata di Babbo Ntaale che ha tagliato il traguardo della tredicesima edizione. L’evento promosso dalla Società Ciclistica Orinese, in collaborazione con Ciclovarese, ha avuto come sempre uno scopo benefico e ha radunato nel...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024