IL CICLISMO E IL MISTERO DELL’ATTESA

TUTTOBICI | 18/09/2024 | 08:14
di Gian Paolo Ormezzano

Siccome mi sono commosso, davanti ma anche “dentro” alla televisione, quando la corsa olimpica su strada è passata sotto la collina di Montmartre, a me molto ca­ra, con un immenso”stadio” di gente inventato nei pressi della “butte”, la scalinatella dei parigini, e siccome a quasi novant’anni commuoversi è insieme cosa troppo facile e reato di manipolazione sentimentale nei riguardi di chi ti sta vicino e crede in te e magari ti legge, mi sento in dovere - tutto sommato un dovere pure giornalistico - di cercare e di spiegare il perché di questo dispiegamento e appagamento attivo di sensi. Trattasi di cosa vitale di noi ciclofili o ciclomani, meglio (!!!???) se anzianotti, lì per uno spettacolo che du­ra pochi secondi, e per il qua­le rarissimamente si paga un biglietto (ma attenzione, niente di gratuito, anzi: spostarsi spesso in auto, meglio si capisce se su una montagna impervia, per vedere il passaggio rapido di una corsa costa eccome, in carburante, lavoro, tempo sottratto ad altro lavoro magari remunerativo assai, impegno anche fisico, ecc. ecc.).


Il mio maestro, collega ed amico Bruno Raschi, giornalista sommo (so­pran­nome “il Divino”) che mi guidò agli inizi di Tut­tosport dopo essere stato, lui fratel Albertino delle Scuo­le Cristiane, mio supplente di religione nell’unico mio anno di scuola media pri­vata, il primo, che feci al collegio San Giuseppe di Torino, diceva e scriveva del mistero dell’attesa. La gente cioè, anche quella convocata a Parigi dall’Olimpiade 2024 e non dissuasa dai costi folli dei biglietti di accesso al cuo­re sportivo della Ville Lu­mière, stava e sta (a proposito: Bruno Raschi è sempre vivo per me, che sempre sia lodato) gustandosi l’attesa, crogiolandosi negli auto­in­dovinelli su chi sarebbe pe­dalando sbucato per pri­mo da quella curva, e pa­zienza se uno con l’impronunciabile nome di Remco Evenepoel, l’asso belga do­mi­natore ai Giochi, lui fra l’altro massacrato da una caduta terribile in un Giro di Lombardia, e rinato alle cor­se dopo lunghi travagli sanitari.


Radioline prima e televisorini trasportabili poi avrebbero dovuto cancellare, con in­formazioni costanti sul divenire della corsa, le delizie dell’attesa, così che quando finalmente passano loro, i corridori, si può sapere quante volte ognuno di loro si è soffiato il naso nei chilometri precedenti la sua apparizione, la sua epifania da quella curva: ma ammassamento di gente e però anche devozione al vecchio rito con viziosa continua adesione ad esso, specie fra i non giovani, fan sì che radioline e televisorini da strada siano pochi e poco usati, mentre a giovani e quasi adulti (sesso maschile, comunque: segua dibattito) masochisticamente sempre piace anche correre in salita, agitando bandiere, fiancheggiando e riempiendo di urla e di pericoli chi pedala, sino al fuoco nei polmoni.

Rito questo sofferto, arduo, in fondo gradito ai corridori, in­spiegabile a chi cerca sempre spiegazioni di tutto, la rava e la fava, ma sicuramente esercizio pervaso di filamenti sentimentali, di spruzzi di fantasia di testa e d’anima, persino attraversato da sentieri di solidarietà e spartizione di affanni e di fiatone, di paure da caduta e altro.

Io, seguendo le corse in bicicletta che continuo ad adorare, pratico il mistero dell’attesa. Dal 1946 dico, l’anno della prima mia visione del Giro, portato non ancora un­dicenne da mio papà a ve­derlo passare, noi due in strada appena fuori Torino, arrivò un’auto di quel seguito che però sempre precedeva e mio padre gridò “ciao Raro!” e Raro (Ruggero Ra­di­ce, celebre giornalista suo amico), dall’auto rispose forte “ciao Ezio” ed io ero tut­to fiero di loro. Ho il mio mistero dell’attesa, aspetto la fata o il dinosauro in bicicletta che sbuca da quella curva, se non ci fosse stata tut­ta quella gente a Mont­martre e soprattutto se io fos­­si stato a Parigi, si capisce, sicuramente ne avrei ca­pito di più, di altro, di nuo­vo, di bello.

da tuttoBICI di settembre

Copyright © TBW
COMMENTI
Ormezzano
18 settembre 2024 10:28 Alverman
Come sempre pura poesia.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Lorena Wiebes (Team SD Worx - Protime) era la più attesa ed ha vinto la terza tappa del Giro d'Italia Women. Ma a decidere la Vezza d'Oglio / Trento, non è stata una volata di gruppo bensì uno sprint a...


Una bicicletta stilizzata, per ricordare un grande campione del ciclismo: è la scultura dedicata a Felice Gimondi che ha “trovato casa” nel cuore di ChorusLife, l’innovativo smart district di Bergamo.  L’opera è stata è stata svelata domenica, nel giorno inaugurale...


Si rafforza il legame tra ALÈ Cycling e il ciclismo internazionale: l’azienda veronese sarà partner ufficiale del Tour de Pologne Women 2025, firmando le maglie di classifica che verranno indossate dalle protagoniste della corsa a tappe femminile più prestigiosa della...


Settanta juniores hanno preso parte all’edizione n. 80 della Coppa Montenero nella località livornese, valevole anche per la 45^ Coppa Ilio Filippi e per il Campionato Provinciale. Il successo ha premiato il fiorentino Giulio Pavi Degl’Innocenti del Team Vangi Il...


Una festa rievocativa ha celebrato i 200 anni della Strada dello Stelvio, la “Regina delle Strade Alpine”. Il momento tenutosi lo scorso 5 e 6 luglio al Passo dello Stelvio, è stato un momento di indiscussa emozione. Qualche centinaia di...


Settantadue ore dopo il 3º posto ottenuto nella tappa inaugurale,  Alexander Salby trova il modo di mettere la sua impronta sul Tour of Magnificent Qinghai conquistando allo sprint la terza tappa della corsa cinese, la Huzhu-Menyuan di 219 chilometri. Il danese della Li Ning Star,...


Le polemiche riguardo le dichiarazioni rilasciate domenica mattina da Trine Marie Hansen, la moglie di Jonas Vingegaard, non si sono ancora placate perché indirettamente ha attaccato anche Wout van Aert. Il belga ha parlato ieri prima del via della tappa,...


Ieri al Tour sono stati assegnati diversi cartellini gialli in corsa e tra i sanzionati c’è il francese della Cofidis Bryan Coquard, che tutti hanno visto finire contro Philipsen prima del traguardo volante. Sbilanciandosi, il francese ha fatto finire rovinosamente...


Se la tappa numero due ricordava una classica, la quarta... ancora di più. Il finale della Amiens Metrpoole-Rouen (174, 2 i chilometri da percorrere) è davvero foriero di grandi promesse. La traversata della Piccardia propone ancora un serio rischio di...


Quella di ieri con arrivo a Dunkerque sembrava una corsa nel Far-West, con cadute a ripetizione e corridori a terra più o meno feriti. Grande lavoro anche per la giuria con cartellini gialli (e sanzione pecuniaria) assegnati a Coquard, Theuns,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024