LA VUELTA 2024. CON VAN AERT, LO “SCALACISTA”, È SPETTACOLARE, GROVES FELICE, O'CONNOR SORPRESO

VUELTA | 31/08/2024 | 18:43
di Claudio Ghisalberti

VILLABLINO. Van Aert domina, è lui l’uomo forte di questa Vuelta. Il belga ha una forma mondiale, non sente la catena e pedala quasi come se non ci fossero avversari. Però a Villablino, in volata, è secondo, a fare festa oggi è Kaden Groves con la classifica che resta invariata. Vincitore di tappa e leader della generale, sulla Vuelta sventola la bandiera australiana. Ma se questa mattina al raduno di partenza qualcuno avesse previsto per questa tappa un epilogo allo sprint sarebbe stato preso per ubriaco. Ma è così, una corsa che sorprende, che sembra non avere una logica tattica. 


Con un gpm di 1a categoria a 16 chilometri dal traguardo, dopo il durissimo traguardo di ieri ad Ancares e con domani il terribile Cuitu Negru, oggi doveva essere la giornata della fuga. Tra l’altro con i suoi 200 chilometri è pure la tappa più lunga di questa corsa e ci sono tremila metri di dislivello da affrontare. Ma chi cerca l’avventura non trova spazio perché Van Aert è straripante. Wout, in maglia verde, schiera la sua Visma a controllare la fuga, nata dopo quasi 50 chilometri, con Del Toro, Meurisse, Campenaerts, Tejada, Frigo e Narvaez. I gialloneri tengono il gruppo stirato in fila indiana, non lasciano spazio e prima del gpm la fuga si esaurisce. Quasi in vetta Cattaneo porta davanti Landa per fargli prendere la discesa davanti. Ma ai 1.500 metri di Leitariegos, in mezzo alla nebbia, il primo è ancora lui, Van Aert ormai diventato “scalacista”, un po’ scalatore e un po’ velocista. La sua maglia a pois, dopo 14 tappe mica due, è rafforzata. 


La discesa viene presa a velocità da assassini o, come dicono da queste parti, a “tumba abierta” e la traduzione non serve.  Il brivido lungo la schiena lo corrono Roglic e i suoi Red Bull perché a 14  dal traguardo lo sloveno buca. Martinez è lesto a dargli la bici e Primoz riparte: dopo 4 chilometri con il manubrio tra i denti aggancia la coda del gruppo. Pericolo scampato. 

Si arriva così all’inattesa volata. Gli Alpecin lavorano bene per Groves che parte alla perfezione verso sinistra, lungo la transenne. Chiude così un lato al belga che gli ha preso la ruota. Van Aert va verso centro strada e scatena la sua potenza, ai 50 metri appaia Groves che però resiste e vince di una ruota. Per l’australiano è il secondo successo dopo quello di Ourem. Le ultime cinque vittorie (18 totali) della sua carriera le ha ottenute nella corsa spagnola. 

«Sono in ottima forma e sto ancora crescendo - attacca Groves - anche se è stata una settimana dura con la caduta nella 7a tappa. È vero, è strano per me vincere al termine di una tappa come quella di oggi. In salita però mi sono sentito molto bene e ho avuto la fortuna che i big della generale non si sono darti battaglia perché altrimenti per me sarebbe stata dura. Battere Van Aert non è facile, ma avevo sei compagni di squadra nel finale, una squadra fortissima, e Planckaert mi ha lanciato molto bene. Poi, certo, ho avuto ottime gambe». 

E O’Connor che prosegue la sua corsa in rosso, cosa pensa? «Anch’io sono sorpreso di com’è andata la tappa - dice -. Non mi aspettavo un arrivo allo sprint. Domani invece sarà un giorno importante sia per me, sia per gli uomini della generale. Non vedo l’ora che venga domani, cercherò di restare ottimista. So che sarà una giornata dura anche se non conosco queste salite. A volte le salite sono lunghe, altre sono dure. Quelle di domani sono entrambe, lunghe e dure. Ci sarà tanto dislivello (3.600 metri, ndr). Roglic avversario? Non c’è solo lui, dovrò tenere d’occhio tanti altri. Mas, per esempio». 

Due considerazioni le meritano anche i fuggitivi di giornata. Marco Frigo, 24enne vicentino, fresco di rinnovo  biennale con la Israel-Premier Tech conferma di andare fortissimo. Il c.t. Bennati per la prova iridata di Zurigo può contare su di lui e non solo come una semplice pedina. Narvaez, prima maglia rosa al Giro, sta cercando di ritrovare la forma migliore. È stato l’ultimo ad arrendersi e anche quando aveva il gruppo a 10 secondi a provato a resistere. Sforzi da valutare anche in ottica futura, perché certamente pure lui ha la prova iridata in testa. 

Nota di merito anche per Tejeda al terzo tentativo personale e con il desiderio di portare a casa qualcosa per la sua Astana. Con loro in avanscoperta oggi c’era anche Isaac Del Toro. Il giovane messicano, vincitore lo scorso anno dell’Avvenire, viene definito come l’ennesimo nuovo fenomeno della Uae. «È il futuro e il presente», dice di lui Matxin in un’intervista in corsa. Forse il tecnico basco ha ragione a metà. Del Toro magari in futuro esploderà e diventerà un corridore straordinario. Qui, nel presente, la cosa che più nota di lui  è il numero dorsale, il 13, che tiene capovolto. Scaramanzia non consentita in tutti gli altri sport.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La trasformazione di Filippo Fiorelli in calabrone è cominciata. Ancora qualche settimana di attesa e il 1° gennaio lo vedremo sfoggiare la maglia giallo-nera della Visma | Lease a Bike, che sancisce il suo passaggio nel WorldTour dopo 6 stagioni...


Quarto agli Europei dopo essere stato prezioso scudiero di Finn ai Mondiali Under 23, dopo due stagioni nel vivaio Intermarché, Simone Gualdi è pronto a passare nel World Tour all'interno della nuova struttura scaturita dalla fusione con la Lotto. In...


L’anno del messicano nel ciclismo (al secolo Isaac Del Toro) si è trasformato nel mese del ciclismo messicano. E ci spieghiamo. Congiunzione astrale favorevole oppure no, vuoi mettere un campionato nazionale tornato a disputarsi proprio ad Ensenada, città natale del...


La Milano-Mantova racchiude una storia insolita che si lega soprattutto alle gare dei Professionisti ma che coinvolge anche la categoria dei dilettanti. La classica delle due città lombarde si svolse per la prima volta il 20 maggio 1906 con la...


La sinergia tra Santini Cycling e Polartec®, punto di riferimento globale nei tessuti performanti per l’abbigliamento tecnico, continua a ridefinire gli standard di eccellenza nel ciclismo. Una partnership fondata su valori condivisi di innovazione e ricerca, che dà vita a capi capaci...


L'eredita' dei Campionati Mondiali di Ciclismo su strada di Kigali? Il Rwanda, forte del successo d'immagine della rassegna iridata, guarda al 2027, anno in cui una nuova corsa dovrebbe sbarcare nel calendario UCI WorldTour. In un'intervista al quotidiano belga La...


Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. La stagione agonistica su strada è finita e questo è il momento giusto per rivivere alcuni dei momenti più belli che ci ha...


Anche Remco Evenepoel ha deciso di investire nel sociale e, dopo il Mondiale vinto nel 2022, ha deciso di restituire al ciclismo quello che lui aveva ricevuto da questo sport. E’ così che è nata la R.EV Brussels Cycling Academy,...


E’ stata la grande parata dei campioni del futuro, del recente e del passato quella che si è svolta al Castello di Bevilacqua, in provincia di Verona, in occasione dei festeggiamenti e delle premiazioni del Prestigio d’Oro Alè Ride...


Il Team Rime Drali è pronto a ripartire: all’orizzonte c’è la stagione 2026. Archiviata una annata impegnativa e soddisfacente, che ha visto i ragazzi diretti da Gabriele Rampollo brindare a due vittorie e salire altre sette volte sul podio, la...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024