PER L'ITALIA DEI PROF IL PERIODO NERO CONTINUA E IL FUTURO...

PROFESSIONISTI | 19/10/2023 | 11:07
di Paolo Broggi

Allora, tutto era diverso. Eppure sono passati solo vent’anni…. Era il 2004 quando l’Uci varava il Pro Tour, sulle cui ceneri è nato l’attuale WorldTour. Quell’anno le formazioni le squadre ammesse alla categoria WorldTeam erano 30, sei delle quali italiane. Gran parte di quei 30 team erano a carattere nazionale, basta scorrere gli archivi e “contare le bandierine”: i corridori italiani nella massima categoria erano 110, 83 inseriti nelle formazioni nazionali e 27 “emigranti”. Quest’anno i corridori italiani nei team di massima divisione, il cui numero nel frattempo si è assestato a 18, sono stati 55, esattamente la metà di 20 anni fa, e tutto lascia pensare che possano calare ancora nella prossima stagione.


Ha fatto sensazione ieri l’annuncio dell’attribuzione dei posti per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 con l’Italia maschile che avrà 3 corridori al via della prova in linea (le donne, invece saranno 4), ma più di quel numero, sono altri quelli che fanno riflettere.


La mondializzazione del ciclismo ha colto impreparato il nostro movimento che non riesce più ad emergere né nelle grandi corse a tappe né nelle classiche monumento. L’ultimo grande giro lo ha vinto nel 2016 Vincenzo Nibali conquistando la sua seconda maglia rosa, l’ultimo monumento lo ha firmato Sonny Colbrelli nel 2021 con l’impresa della Roubaix. Prima di lui il Fiandre nel 2019 con Bettiol e ancora i due Lombardia e la Sanremo di Nibali nell'ultimo decennio. La Liegi, che è sempre stata considerata la corsa degli italiani, ci manca dal 2007 (la vinse Di Luca), il mondiale dei professionisti ci sfugge dal 2008, Ballan a Varese. E sempre in tema di digiuno, al Tour de France non vinciamo da 85 tappe, dall’ultimo sigillo d Nibali (sempre lui) a Val Thorens nel 2019. È vero che la Spagna ha spezzato quest’anno un digiuno che durava 100 tappe, però…

E non possiamo addossare tutte le colpe al fatto che non abbiamo una squadra WorldTour dal 2016: la Spagna, che ha la Movistar; e soprattutto l’Olanda, che ha la formazione numero 2 del mondo proprietaria anche di un vivaio ricchissimo, ai Giochi Olimpici di Parigi avranno gli stessi corridori che ha l’Italia, tre. Meglio di noi, ovvero con un uomo in più, ci sono le prime cinque nazioni del mondo: Belgio, Danimarca, Slovenia, Gran Bretagna e Francia. Tra loro, Slovenia e Danimarca non hanno un team WorldTour e la Gran Bretagna soffre con una Ineos sì ricca ma incapace negli ultimi anni di tornare ai livelli che le erano abituali. Belgio e Francia sorridono ma… non è sempre festa nemmeno per loro: i primi hanno dovuto attendere dal 1976 al 2022 per rivedere un loro corridore, Evenepoel alla Vuelta, conquistare un grande giro mentre i secondi aspettano dal 1985 l’erede di Bernard Hinault che possa regalare loro il Tour de France.

Ma torniamo all’Italia. Quest’anno i ciclisti azzurri hanno colto tredici vittorie nel WorldTour, tutte tappe, nessuna classifica finale e nessuna corsa in linea. A gennaio Bettoil ha vinto il prologo del Down Under, Ganna ha vinto le crono della Trreno-Adriatico e della Vuelta España, Dainese ha firmato una volata al Giro e una alla Vuelta, Milan una tappa al Giro e una a Guangxi, Ciccone ha colto un successo al Catalunya e uno al Delfinato oltre alla maglia a pois del Tour de France, Zana ha vinto la sua prima tappa al Giro d’Italia, Viviani si è imposto in una tappa a Guangxi, Davide Bais (unico corridore italiano di un ProTeam a centrare il successo nel WT) ha conquistato una tappa al Giro e Cattaneo una al Giro di Polonia.

Il nostro movimento oggi si articola su tre squadre - la Eolo Kometa, la Green Project Bardiani CSF Faizané e il Team Corratec Selle Italia - che hanno progetti interessanti variamente articolati, che lavorano tutte con il mondo giovanile e fanno crescere i corridori. Il problema - un altro problema - è che i colossi del WorldTour hanno investito sulle formazioni Devo (contrazione di Development) e stanno girando il mondo alla ricerca di talenti, pescano ovunque, anche in Italia. In questo 2023 abbiamo avuto Lorenzo Ursella alla DSM, Dario Igor Belletta e Pietro Mattio alla Jumbo Visma, Luca Vergallito alla Alpecin, Francesco Busatto e Alessio Delle Vedove alla Intermarché (la Devo si chiama Circus ReUz), Michele Gazzoli, Davide Toneatti e Simone Zanini alla Astana e questo dopo che - solo per limitarci agli ultimi nomi - corridori come Milesi (campione del mondo della crono Under 23 e prima maglia rossa della Vuelta) e Germani (tricolore tra gli Under 23 nel 2022), sono approdati tra i prof dopo essere cresciuti in team stranieri.

Non può certo essere un articolo a riassumere tutti i problemi del ciclismo italiano, ma può contribuire a fornire qualche spunto di riflessione. E speriamo di averlo fatto.

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COMMENTI
Rischio
19 ottobre 2023 11:47 alerossi
Nel 2024 le 3 professional italiane rischiano il posto al giro d'italia. Detto che la israel ha il diritto di partecipare, tudor è sponsor rcs e quindi quasi certa dell'invito, q36 molto probabile con un organico migliore delle prof italiane. Resta solo un posto per 3 in quanto la lotto probabilmente rinuncerà ancora.

Cambiamento
19 ottobre 2023 13:46 Miguelon
Continuiamo a tirare così e ragazzini. Poi non lamentiamoci dei risultati e del numero.

Vittorie italiane nel WT
19 ottobre 2023 14:08 Stefazio
Uno dei dati più imbarazzanti è quello Zero (0) vittorie nel WT nel 2023 per quanto riguarda classifiche e prove in linea. Era successo anche nel 2022 e pure nel 2020. Nel 2021 ci salvarono Colbrelli (Roubaix + Benelux) e Ballerini (Omloop). Quindi 3 vittorie WT in 4 anni … la Slovenia con Pogacar, Roglic e Mohoric ne ha vinte 27.

Alerossi
19 ottobre 2023 14:26 marchetto
Giusta analisi, ancora una volta tocca ringraziare la lotto, però il futuro delle squadre italiane è tutt'altro che roseo...

scusate
19 ottobre 2023 14:34 Line
ma quanti under 23 italiani passeranno nel WT nel 2024 ?

Basta
19 ottobre 2023 14:47 Bosc79
ma veramente crediamo sia un problema di organico e non di mentalità. Consiglio vivamente di vedere una gara juniors o U23.....vedere certi personaggi che ruotano attorno a dei ragazzini fa accapponare la pelle!!!! In primis genitori!!!! Pulizia completa del sistema!!! Via tutti ex proff e dilettanti e più gente con coltura sportiva!!

Previsione
19 ottobre 2023 15:33 pickett
Il prossimo anno il Tour partirà dall'Italia, e probabilmente l'UCI e la stessa ASO si adopereranno e faranno opera di convincimento per avere alla partenza una decina di corridori italiani;ma nel 2025,se i nostri eroi non si daranno una svegliata,è facile prevedere che al Tour non parteciperà nessun italiano,se non forse Ganna.

piramide si assottiglia "alla base"
19 ottobre 2023 16:19 vecchiobrocco
le piramidi si costruiscono dalle basi: ormai il "talent pool" del ciclismo su strada si limita ai figli e nipoti di qualche ex-ciclista. C'è un crollo dei tesseramenti e del numero di gare e per di più ormai è quasi impossibile passare juniores visto che ci sono poche squadre (tutti i ragazzi con sviluppo più lento devono smettere per mancanza di risultati)

Concordo con Bisc 79, Vecchio brocco e Bullet.
19 ottobre 2023 16:53 Miguelon
I problemi sono quelli da voi evidenziati. La selezione regge con milioni di praticanti, pur essendo ingiusta a livello giovanile. C'è troppa esasperazione. E il Tour che parte dall'Italia è un consumare le ultime cartucce. Zero sostanza ma estrazione di valore.

Concordo sul assottigliamento della Piramide
19 ottobre 2023 16:57 Roxy77
Concordo con l analisi di vecchiobrocco la base sta perdendo gradualmente numeri , e se è vero che è difficile per un allievo trovare squadra di juniores è altrettanto vero che non si trovano esordienti per fare squadre di allievi... è una ruota ormai chi continua dopo i giovanissimi o è una che ottiene dei risultati che lo portano a continuare oppure viene da famiglie ciclistiche non c'è più appeal alla base... Stiamo emulando altri nel cercare juniores già prof ma non ci accorgiamo che così molti non ancora maturi mollano e da sotto salgono in pochi..... non abbiamo un bel futuro

Investire nei giovani
19 ottobre 2023 17:23 ciclismo.pontasserchio
Vorrei che tutti leggessero attentamente le parole di "vecchibrocco".
Le occasioni per appassionare i giovani al ciclismo vengono sprecate da chi
istituzionalmente dovrebbe favorire la pratica sportiva. Faccio un esempio.
Partenza del Giro di Toscana - memorial Martini. Quante sono le corse che possono
schierare alla partenza un campione Olimpico e un vincitore di due Tour?
Nonostante questo un pubblico di poche decine di persone e non tutti giovani...
Come ospite il presidente della FCI sul palco a farsi fotografare con Pogacar
(almeno lui sicuramente senza ingaggio visto che ha chiesto di partecipare...).
Che tristezza! Vi immaginate un podio con i ragazzi (dai giovanissimi in poi)
tesserati per le società locali, accompagnati da dirigenti e allenatori?
Non se n'è visto uno. E vogliamo che il ciclismo abbia presa sui ragazzi?

Concordo
19 ottobre 2023 18:53 lupin3
Con i commenti sopra. Si vedeva già vent'anni fa che fine avrebbe fatto il ciclismo giovanile italiano... Non é stato fatto niente e adesso siamo arrivati al dunque. Urge rivoluzione, anche se otl

Considerazioni
19 ottobre 2023 19:35 italia
Il ciclismo italiano dei prof e' in caduta libera, ma quello femminile e' al secondo posto mondiale; quindi non stiamo messi così male; le women italiane dovrebbero avere più considerazione sui media specifici e di settore in virtù dei risultati.

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