DA COPPI AL DUELLO POULIDOR-ANQUETIL, SUL PUY DE DOME LA LEGGENDA E' DI CASA

TOUR DE FRANCE | 09/07/2023 | 08:35
di Francesca Monzone

Sono passati 35 anni dall’ultima volta che il Tour de France è arrivato sul vulcano spento Puy de Dôme, che con i suoi 1464 metri oggi sarà giudice assoluto della nona tappa del Tour de France. L’ultima apparizione di questa montagna epica, risale al 1988 quando Dane Johnny Weltz vinse la tappa e Pedro Delgado portò la maglia gialla fino a Parigi.


La prima volta  che la Grande Boucle arrivò su questa cima è stato nel 1952 quando Fausto Coppi vinse la ventunesima tappa e il giorno dopo il Puy de Dôme ospitò anche la partenza della ventiduesima tappa, vinta da Fiorenzo Magni, con la cronometro che arrivava a Vichy. Quello del 1952 fu il secondo e ultimo Tour de France che venne vinto dall’Airone di Castellania.


Si tornò su questa salita di 13 km nel 1964 quando Raymond Poulidor e Jacques Anquetil combatterono un leggendario duello sul vulcano e la vittoria alla fine andò allo spagnolo Julio Jimenez davanti al connazionale Bahamontes e a Parigi Anquetil sfilò in maglia gialla davanti a Poulidor. Il 1967 è ancora un anno italiano grazie a Felice Gimondi, che per primo arrivò in cima alla montagna nella frazione che partì da Limoges. Nel 1975 fu poi la volta di Eddy Merckx che sulla salita ricevette un colpo da uno spettatore e il successo andò al suo connazionale Van Impe, che da solo arrivò sul Puy de Dôme, lasciandosi alle spalle il francese Thevenet e lo stesso Merckx.

Per tanti anni il Tour de France ha abbandonato questo vulcano perché la sua salita troppo stretta, non poteva più contenere il pubblico numeroso e i mezzi del Tour de France. Oggi il pubblico non ci sarà sulla vetta, ma la corsa gialla tornerà a illuminare questa vecchia montagna che fa parte del Massiccio Centrale e le emozioni saranno tante, perché la salita è impegnativa e si toccano percentuali del 12%.

Il massiccio Centrale con il suo vulcano ormai spento da millenni, farà da scenario alla battaglia che tutti aspettano: quella tra Vingegaard e Pogacar. Ma non è da escludere che altri tenteranno l’assalto al monte, cercando di creare scompiglio nella classifica generale. Il danese e lo sloveno oggi partono in parità, perché nelle tappe di Laruns e Cauterets, prima è stato migliore Vingegaard e poi è stata la volta Pogacar. Il capitano della UAE Emirates ha un ritardo di 25” dal danese, per tanto dovrà cercare di vincere la tappa per avere secondi d’abbuono.

Tra i favoriti c’è anche Romain Bardet, il francese che è cresciuto vicino al Puy de Dôme e ha un legame speciale con questo luogo che conosce bene. Bardet ha un ritardo di 4 minuti e 43 secondi in classifica generale e oggi potrebbe provare ad accorciare le distanze, ma non sarà facile perché Vingegaard e Pogacar sulla carta sono gli scalatori migliori.

Per la Francia ci sarà anche Thibaut Pinot che è a 7’38” dalla maglia gialla, già quarto nella prima tappa di Bilbao, è pronto a salutare i tifosi nella sua ultima partecipazione al Tour, perché a fine anno dirà addio alle corse. Sarà anche interessante vedere cosa sapranno fare sul vulcano Giulio Ciccone della Lidl-Trek e Tobias Halland Johannessen che corre con i colori della UnoX ed è terzo nella classifica dedicata agli scalatori. Ciccone era già andato bene sul Col de Marie Blanque e le montagne del Tour per lui sono una sfida invitante. Ancora oggi tornano alle mente le immagini del 2019, quando vestì la maglia gialla grazie al secondo posto ottenuto a La Planche des Belles Filles.

Attenzione anche all'austriaco Felix Gall, che ha corso bene nella tappa di Laruns dove è arrivato terzo, senza dimenticare Guillaume Martin e Victor Lafay.

Per finire non possiamo non citare il Neilson Powless, che oggi partirà ancora con la maglia a pois della classifica della montagna,  ma anche Mattias Skjelmose, che ha fatto vedere le sue doti in salita. Il Puy de Dôme,oggi  chiuderà questa prima settimana di Tour e al termine di questa giornata, sicuramente sapremo a che punto sono gli uomini di classifica.

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