SE PIPPO GIOCASSE ANCHE A TENNIS...

TUTTOBICI | 28/11/2022 | 08:08
di Gian Paolo Ormezzano

Tutto prende il via da una domandina come questa: si è accorto qualcuno che non è stato detto quanti soldi ha guadagnato Filippo Ganna con la sua impresa?


Lasciamo per ora la domandina da parte. Lunga premessa, adesso, e pazienza se farcita anche di déjà-dit, a proposito del primato dell’ora di Ganna, che lo scorso 8 ottobre ha pedalato per 56 chilometri e 792 metri su una pista svizzera, a Gren­chen, e del ricordo di quando il suo favoloso collega Fau­sto Coppi aveva tolto il primato al francese Maurice Archambaud, mettendo in­sie­me, il 7 novembre 1942, 45 chilometri e 798 metri, in un’ora di velodromo Vi­go­rel­li, nella Milano che già co­nosceva i bombardamenti del secondo conflitto mondiale.


Il fatto che si tratti di due italiani primatisti (due piemontesi, Ganna del Verbano e Coppi dell’Alessandrino però con padre e madre provenienti da Quarna, sempre Verbano, toh) può e magari deve lusingarci, ma ci deve inquietare il fatto che Ganna sia stato prima invitato invano a non scegliere per il tentativo la stessa data del Giro di Lombardia su strada e poi “condannato” a vedere ab­ba­stanza minimizzata la sua impresa sugli organi di informazione eccezionalmente già gonfi di altro ciclismo. Pochi giornali hanno mandato il lo­ro inviato a Grenchen, la Rai lo ha fatto ma senza spiegamento di mezzi e persone, gli spazi offerti all’evento sono stati quelli appena appena do­verosi, sulla carta come nel lucore dei teleschermi.

Eppure Ganna come al­lora Coppi ha compiuto una impresa enorme, epocale per quello che è il divenire dell’uomo di fronte alla fatica, per di più solitaria. E una settimana do­po lo stesso ciclista si è ripetuto, stavolta nel velodromo francese designato per i Giochi di Parigi 2024, con il record del mondo nell’inseguimento individuale, giunto dopo l’argento del quartetto a squadre.

Sin qui tutto saputo e però, stante la riduzione degli spa­zi mediatici, non anche do­verosamente, ineluttabilmente risaputo. Quasi che, una volta rispettato il rito dell’informazione cronistica e del minimo di ambientazione dell’impresa nel posto e nel tempo, quando non ad­dirittura - e generosamente - nella storia, il diciamo dovere sia stato compiuto.

Eppure Ganna, come allora Coppi (quando la tivù non c’era e radio e giornali erano pieni di notizie della guerra), ha scritto una pagina fondamentale di fisiologia umana, intanto che ha concretizzato sulla sua bicicletta un enorme perfezionamento - di ma­teriali e non solo - che presto avrà dei riflessi anche nei velocipedi comuni di quello che nel frattempo è diventato il primo sport al mondo, in tante versioni e su tanti ter­reni, praticato com’è an­che da tantissime donne, e con le vele al vento dell’ecologia e della conversione energetica.

Ganna e i suoi 56,792 in cambio (eufemismo per elemosina o poco più) di spazio mediatico dolorosamente strappato al calcio - misero sport ma grande gioco - sempre imperversante con il suo nulla che una pioggia d’oro e di assegni ha fatto diventare un tutto, con partite orribili e però un gran vomitare su di esse di problemoni tattici, pro­nostici acrobatici, interessi sospetti, sabba di stregoni, complotti cosmici, chimiche sentimentali ed effettive, congiure sporche, e nell’imminenza poi del campionato mondiale prossimo venturo nel posto, il Qatar, più assurdo del mondo per l’espletamento di sane pratiche sportive, e in stadi destinati al macero del farsi presto macerie, e costruiti con sa­cri­fici umani, quasi un orrido rito pagano.

Certo che se Ganna avesse guadagnato tanti ma tanti milioni di euro ci sarebbe sta­ta la parcellizzazione morbosa della resa economica di ogni sua pedalata, di ogni me­tro o anche centimetro conquistato. Certo che se Gan­na avesse avuto un’amante celebre, o persino un amante senza apostrofo però celeberrimo, anche i media della vie en rose si sarebbero riversati su di lui. Certo che se Ganna avesse giocato an­che bene a tennis….

Il paradosso c’è e si vede: nel mondo degli egoismi che portano sino alle guerre, dei diritti dei molti calpestati dal potere dei pochi, un uomo solo (uffa, un altro) che gira in un velodromo pedalando non ha proprio niente da di­re e da dare. Lui propone una straordinaria avventura fisica a noi che ormai siamo dei robot meccanici.

P.S.: il bis, temiamo, quando - presto, ormai ci siamo - un uomo in mutande, magari con i piedi fasciati da scarpette spe­ciali che intrigheranno non poco, arriverà a coprire correndo i 42 chilometri e 195 metri della maratona in meno di due ore.

da tuttoBICI di novembre

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Chiamare in causa Mario Cipollini è come cavalcare un fiume in piena. Un fiume limpido, estremamente sincero e ricco di severo amore per questo sport. Senza frasi fatte, senza dichiarazioni "da zero a zero" e senza paura di essere scomodo,...


Il Giro d'Italia si conferma straordinaria vetrina per il nostro Paese e ora anche per l'Albania, come confermano le dichiarazioni delle autorità presenti in sala al vernissage ufficiale della corsa. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: «Per noi è una...


Finalmente è nato! Abbiamo dovuto attendere a lungo - troppo a lungo - ma ora il Giro d'Italia c'è, con il suo carico di passione e di insidie, di previsioni e di critiche, di attesa (per la corsa) e di...


Si alza il velo sull'edizione Giro d'Italia Women 2025, la seconda organizzata da RCS Sports & Events che si svolgerà dal 6 al 13 luglio 2025. Riparte il viaggio della Corsa Rosa al femminile dopo l'esaltante edizione 2024, caratterizzata dal duello sul...


«Se si sta disputando uno sprint e il compagno che tira la volata vede che il velocista sta vincendo e alza le mani per la vittoria mentre ci sono gli altri dietro ancora in volata, è giusto avere rispetto per...


É il Pidcock meno famoso, ma questa volta si merita tutta la ribalta. Joseph, per tutti Joey, ha 22 anni ed è il fratello minore di Tom, due volte campione olimpico del cross country mountain bike ma anche predestinato della...


Remco Evenepoel è stato nominato sportivo belga dell'anno: un altro riconoscimento per la sua eccellente stagione 2024, durante la quale ha conquistato nove vittorie, tra cui due medaglie d'oro ai Giochi Olimpici di Parigi e oò secondo titolo consecutivo ai...


Per la VF Group Bardiani-CSF Faizanè è tempo di tornare in terra spagnola per il training camp, dal 14 al 26 gennaio, una grande occasione per preparare le prime corse della stagione 2025. Alcuni atleti, soprattutto i più...


Jonathan Milan, Jasper Philipsen, Olav Kooij, Tim Merlier e via di velocisti elencando possono stare tranquilli: sul traguardo potranno continuare ad alzare le braccia nel più naturale e conosciuto gesto del trionfo. Nessuno, nemmeno l'Uci che per tante altre decisioni...


Il prossimo Mondiale di ciclismo si correrà in Ruanda e considerando il percorso adatto a scalatori, Jonas Vingegaard potrebbe essere uno dei favoriti per conquistare la maglia iridata. Sarebbe un’opportunità importante per il due volte vincitore del Tour de France,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024